Emma
Alla fine hanno deciso che avrebbero pranzato da me, ma per fortuna mi hanno concesso un momento di pace visto che avevano tutti bisogno di una doccia.
Enrico, che è l'unico riposato e sistemato, si è offerto di andare al supermercato per prendermi ciò che mi serviva per cucinare e ora che la porta si chiude dietro le sue spalle mi accascio sul mio divano con un braccio intorno alla pancia e la mano a coprirmi la bocca. Ho gli occhi spalancati per lo strano risveglio di oggi, per ciò che ho desiderato ardentemente e per averlo fatto su Sergio. Cielo, come ho potuto.
Tiro indietro i capelli fino a sentire le radici far male. Io non sono così. Non mi piace la confusione che sento dentro. Non riesco a capire cosa mi stia accadendo. Ma quando mai io ho baciato un uomo e desiderato ardentemente un altro.
La mia gamba destra si alza e abbassa velocemente mentre la testa mi scoppia. Sono stufa di questa donna indecisa che sono negli ultimi giorni e con fastidio mi alzo e percorro il corridoio fino al bagno con un unico pensiero: io e Sergio siamo solo amici.
Finita la doccia e asciugati i capelli indosso un jeans con una felpa. Tiro su i capelli mentre parlo al vivavoce con mia madre. La sento raccontarmi che oggi andranno i miei zii a mangiare da lei e anche i genitori di Sergio. Vorrei chiederle del padre di Sergio. Se sua madre gli ha raccontato qualcosa ma prima che mi decida a farlo il campanello di casa suona e io mi affretto a chiudere, sono certa sia Enrico e non voglio che mia madre si esalti ancora di più. È già contenta nel sapere che oggi mangeranno tutti qui.
«La signora è servita.» Sorridente alza i sacchi con la pubblicità del supermercato pieni di cibo e non so bene che altro, non ricordo di aver messo nella lista tutte quelle cose.
«Ma che hai preso?» Gli faccio spazio e lo seguo fino alla cucina.
«Beh diciamo che mi sono lasciato prendere la mano. Ho capito che cucini bene e ne sto approfittando.» Parla mentre avanza lentamente verso di me. Ha posato tutto sul ripiano e mentre io me ne sto ferma o meglio impalata le sue braccia mi avvolgono.
«Siamo soli, vero?» La sua voce roca mi fa rabbrividire.
Annuisco incapace di parlare. Deglutisco con difficoltà poco prima che le sue labbra si posano sulle mie.
Sono calde e esigenti e dopo l'imbarazzo iniziale presa dal languore alzo le mani che stringo dietro il suo collo.
Con ardore mi spinge sul muro alle mie spalle e non posso che sospirare mentre sento il suo desiderio strusciare sul mio ventre.
Le sue labbra scendono sul mio collo e io inclino la testa per permettergli di continuare la sua esplorazione. Il fuoco che lo infiamma fa sembrare il bacio di ieri sera come un tiepido saluto.
Ho la testa che mi gira e riesco a riprendere lucidità solo quando un suono fastidioso e insistente penetra nella nebbia che mi avvolge.
«E cazzo!» Enrico borbotta sul mio collo. «Io non posso credere che ogni volta che ti tocco qualcuno arriva.» Alzo le spalle al suo nervosismo non ho la capacità di fare altro. Le sue braccia si allontanano e io mi ritrovo stordita a ravviarmi i capelli con le mani tremanti. «Tutto bene?» Il suo viso torna vicino al mio.
«Sì.» Sussurro indecisa. Il suo sorriso soddisfatto e da schiaffi.
«Potresti andare tu ad aprire la porta? Ho bisogno di qualche minutino.» Mi risveglio e rossa fuoco in viso lo lascio nella mia cucina e raggiungo la porta.
«Tu hai qualche problema con il sentire il campanello amica mia. È tre ore che sono qui fuori, non sento più le dita.» Senza dire niente lo colpisco alla fronte. «Ahi!»
«Ciao Luca.» Il mio caro amico batte le ciglia girando lo sguardo da Enrico a me.
«Ciao Enrico. Non sapevo fossi qui.» Si toglie la giacca che posa nell'attaccapanni vicino all'ingresso e a me. Il suo sguardo è eloquente, vuole sapere cosa stava accadendo.
«Per colpa tua quasi niente, idiota.» Gli bisbiglio prima di sorpassarlo per raggiungere nuovamente la cucina.
Luca e Enrico vengono presto raggiunti dagli altri e mentre i due con Rosi si dedicano al vino io e Sergio siamo in cucina a cucinare.
I tre chiacchierano e ridono e ogni tanto vengono da noi a riempire i nostri bicchieri. Enrico mi lascia qualche bacio sul collo ogni tanto e il sorrisino di Sergio mi fa venire voglia di metterlo nella padella a friggere con il cibo.
Perché nonostante non posso lamentarmi dell'effetto che il bacio di Enrico mi ha provocato sono comunque infastidita dalla sua indifferenza.
«I tuoi oggi sono a mangiare dai miei.» Non resisto dal dirgli e mi pento subito dal tono sbrigativo che ho usato, non appena i suoi occhi si posano nei miei e poi tornano più cupi ad attenzionare il cibo nella ciotola che ha in mano. «Scusa.» Alzo una mano e la poso sul suo braccio.
Torna a guardarmi e io mi sento di vetro sotto i suoi occhi, la mano che lo stringe ancora sembra così fuori posto che la tiro via intimidita. Le sue sopracciglia si uniscono prima di sentirlo sospirare. Con quel gesto anche la mia aria è più leggera.
«Ho provato a chiamarlo questa mattina dopo essere salito sopra, ma non ha risposto, ha lasciato che lo facesse mia madre. Si è inventata la scusa che lui aveva scordato il telefono a casa ma sono sicuro che non era vero.» Annuisco dispiaciuta.
«Io sono certa che è solo questione di tempo. Sei il suo unico figlio ed è la cocciutaggine a farlo agire così ma ti ama e prima o poi si lascerà tutto alle spalle.» Il suo sorriso è la mia ricompensa. «Allora parlami un po' della tua palestra.» Ora anche i suoi occhi sono più luminosi.
«Beh, è quello che ho sempre desiderato. Proponiamo solo crossfit e arti marziali. Vuoi venire domani?» Spalanco la bocca incredula per la sua proposta.
«Ma mi hai vista?» Quando i suoi occhi corrono sul mio corpo non posso che darmi della stupida. Basta quella piccola occhiata per farmi sciogliere le ginocchia. È assurdo come la mia pelle pizzichi al passaggio del suo sguardo.
«Non capisco che hai che non va, mi sembra tutto a suo posto.» Lo colpisco al braccio.
«Grazie, troppo gentile.» Mi vergogno nonostante il suo tono scherzoso.
«Dai, veramente, voglio fartela vedere.» Come posso dirgli di no. «Magari ti faccio provare qualcosa?» Ecco a questo posso dire di no.
«Sergio...» Inizio con calma. «Io non ero un tipo atletico ricordi?» lui sembra annuire mentre muove la testa a destra e a sinistra. «Beh non lo sono neanche ora.»
«Ti stupirò. Sono molto bravo.» I suoi palmi si posano sulle mie spalle.
«In cosa?» Enrico entra proprio in quel momento e mi viene vicino.
«Ho detto a Emma della palestra.» Sposta le mani che porta alle tasche.
«Davvero?» sembra incredulo. Sembrano dirsi qualcosa che non capisco ma alla fine Enrico è soddisfatto. «Bene.» Si volta ora verso di me. «Sì, è davvero bravo. Vedrai.» Il suo braccio sostituisce le mani di Sergio e a me non mi resta che annuire.
«Okay.» Strascico poco convinta.
Il sorriso soddisfatto di Sergio e la risata di Enrico che compiaciuto mi bacia la tempia mi fanno sentire una bambola fra di loro.
«Ehi Emma. Io ho fame.» Luca si affaccia alla finestra che separa i due ambienti.
«Poteva essere strano il contrario.» Alzo gli occhi al cielo e riprendo a cucinare. In poco tempo abbiamo tutto pronto e con Sergio portiamo tutto a tavola.
La serenità di Luca è quello che desideravo, non parliamo di ieri ma sono certa che presto ci comunicherà la sua decisione.
«Vedrai che andrà bene.» Sergio mi bisbiglia quella certezza all'orecchio e sembra parlare di tutto, anche di me, non solo di Luca e io voglio fidarmi.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...