Capitolo 68

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Emma

Un leggero movimento sotto la mia guancia mi obbliga ad aprire gli occhi a fatica. Stavo dormendo meravigliosamente ancora avvolta nel suo abbraccio ma non mi lamento se poi è il suo sorriso che mi accoglie al mattino.

«Decisamente questo risveglio mi piace di più.» Mi stiracchio e sbadiglio soddisfatta della nottata. Un veloce movimento porta la mia schiena sul materasso, due splendenti occhi neri mi osservano dall'alto. I pochi raggi del sole che filtrano dalla finestra mi permettono di vedere bene la sua espressione furba.

Con le dita gli sposto indietro i capelli neri e rabbrividisco quando lo sento dondolare su di me. Arresto le mie carezze concentrandomi sulle sue labbra mentre mi parla.

«Posso migliorarla ancora, se vuoi?» Il suo petto che preme sul mio e la sua mano che si fa strada sul mio fianco mi danno la certezza che potrebbe, eccome.

«Hmmm, non so. Non sei molto bravo con i buongiorno.» Lo stuzzico ancora un po' e con soddisfazione vedo il suo sorriso allargare le sue labbra.

«Speravo lo dicessi.» Le sue dita si insinuano fra di noi e non posso che esclamare la mia meraviglia nel sentirle già muoversi con audacia sul mio perizoma.

«Oh!» spalanco gli occhi alla sua carezza che sale e scende tentatrice facendo reagire il mio corpo che si riempie di brividi e di pretese.

«Stai ferma, Emma.» La voce roca mi intima qualcosa che è impossibile per il mio desiderio che mi chiede di muovermi e muovermi verso di lui.

La sua mano preme fra le mie gambe e il mio bacino si arresta pulsando di bramosia.

Gli afferro le spalle nella speranza di convincerlo a darmi pace anche se è così delizioso il modo con cui convince il mio corpo a cedere.

La vista mi si annebbia ma mi permette di vedere comunque la sua espressione tentatrice. I denti bianchi mordono il labbro come a esprimere la sua concentrazione nel portare al limite il mio essere.

Piego la gamba destra permettendogli maggior accesso, la sua bocca mi sfiora le labbra prima di ridiscendere in una scia di baci dal collo fino al seno. Sento bruciare la pelle al suo passaggio e quando lo sento risalire sul mio petto verso il punto più alto il fiato mi si mozza.

I suoi denti stringono il mio capezzolo con ardore, la sensazione della sua lingua bagnata su di me mi fa spingere il bacino in alto in cerca di appagamento. Lo sento sospirare rumorosamente sulla mia pelle e poi la sua bocca tira la mia carne per mostrarmi la sua fame portando me al limite.

Cerco di stringerlo, avvicinarlo, cerco un appiglio a quel vortice che mi spinge sempre più in basso, sento fondere il mio corpo, il sangue scorre caldo nelle mie vene e mi sembra di non percepire altro se non quello: il desiderio liquido e infuocato che serpeggia dentro di me.

Le sue dita continuano il loro movimento estenuante, il pollice gira sul mio clitoride e il medio si spinge dentro di me lasciandomi senza fiato. Non riesco più a trattenermi, seguo quel movimento con il bacino convulsamente e il suo fiato che dal seno scendo ora sul mio ventre per una nuova scoperta mi fa sollevare d'istinto.

I suoi capelli neri su di me mi fanno vibrare dalla punta dei piedi a quella dei capelli. La mia bocca si apre a quella vista e sono ormai giunta al limite. Trattengo il mio ventre che vorrebbe venire ed esplodere per compiacerlo, a fatica afferro i suoi capelli, porto la testa indietro e poi ancora su a guardarlo.

«Basta Sergio! Io non ce la faccio più. Vieni qui!» Ansimo disperata ma la sua corsa non si arresta ed è difficile parlare con il fiato che ti riempie il petto e fuoriesce con gemiti rumorosi.

I suoi occhi neri luccicano fra le mie gambe, vorrei chiuderle e darmi piacere ma è solo lui che può avverare il mio desiderio.

«Qualcuno lo ha mai fatto per te?» La sua voce è così roca che la sento graffiarmi la pelle ed è estremamente eccitante se poi invece la sua bocca si muove lenta su di me per farmi intendere di cosa stia parlando.

«Ah!» Chiudo gli occhi in cerca della forza per parlare. Mi distendo sconfitta e poi a fatica mi ritiro su posando i gomiti sul materasso. I ricordi sono confusi, la mia testa è annebbiata. «No, mai.» Alla fine mi arrendo e gli dico la verità anche se dovrei provare vergogna a stare così davanti a lui ma in realtà ciò che provo è solo piacere.

«Voglio regalartela io, questa prima volta.» I suoi occhi brillano mentre finendo di parlare si passa la lingua sulle labbra, seguo quel movimento lento indecisa su cosa fare. Anche le sue mani hanno rallentato il ritmo in attesa, costringendomi, involontariamente, a quella sensazione di frustrazione che non mi permette di ragionare. So solo che lo voglio, voglio lui, voglio tutto.

«Ma tu non proveresti piacere...» mi obbligo a confessare il mio timore, mi sembra un gesto egoistico da parte mia.

«Fidati di me Emma, se ti dico che lo proverò, eccome.» Il suo sorriso si perde fra le mie gambe e da quel momento il mio mondo cambia ancora sfumature, aggiungendone di sempre più rosse, rosso passione.

Mi lascio andare sul letto anche se vorrei continuare a guardarlo su di me, ma le mie braccia tremano e fatico a tenere la testa sollevata, mi lascio andare alle sue carezze e mi godo quel vorticare su di me che presto dall'abisso mi riporta in alto sopra ogni vetta, sopra la luna.

Insinuo la mano fra i suoi capelli in cerca, forse, di dargli il ritmo che più preferisco ma la verità è, che lo sa lui meglio di me e allora è solo un modo per tenermi legata alla realtà quando la mente mi chiede di scomparire.

Il mio corpo si irrigidisce protraendosi verso di lui per poi esplodere. Urlo il suo nome disperata, stringo i fili neri fra le mie mani, cerco di guardarlo ma non ci riesco e alla fine mi lascio andare senza forza.

Lo sento risalire lentamente su di me lasciando una scia di baci che accentuano i brividi che continuano a scuotermi. Le sue labbra si posano sul mio ventre, sull'ombelico, fra i seni, sul mento e infine sulle labbra dove indugiano quel tanto che sazia entrambi. Il suo corpo scivola sul mio per poi spostarsi su di un lato. Piega il gomito e poggia la testa sulla mano, proprio all'altezza del mio viso.

I suoi occhi seri mi osservano silenziosi, è compiaciuto, lo so, ma in quelle tenebre c'è dell'altro. Alzo la mano che poggio sulla sua guancia, sento la barba ispida solleticarmi, poi lui afferra il mio polso con delicatezza e continua a guardarmi come se fossi la sua opera d'arte e forse lo sono, visto che mai nessuno mi ha fatto sentire così.

Mi alzo appena per sfiorare le sue labbra, tengo gli occhi aperti e in quel momento solo nostro e come se sugellassi un patto. Sono tua Sergio e tutto ora mi sembra possibile.

Le labbra si sfiorano appena come le nostre lingue, una danza frutto di una melodia silenziosa che suona dentro di noi lenta, soave, ammaliante. Piena di un nuovo coraggio e di una nuova consapevolezza che è riuscito a regalarmi in due giorni, faccio la mia mossa pronta a restituirli tutto il bene che mi ha fatto.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora