Capitolo 84

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Sergio

Cammino sulla neve bianca osservando le impronte lasciate da Emma che mi cammina avanti. Il mio fiato disegna piccoli cerchi di fumo e in quello vedo la mia donna camminare, è quasi la protagonista di un sogno in quell'aria pura. Indossa una tuta blu e guarda il panorama intorno a noi mentre Luca le parla camminandole accanto. Il suo capo si muove in cerca di nuove sfumature, dettagli di questa giornata, mentre distratta annuisce al suo amico. Poco più avanti Rosi e Enrico che guidano la fila.

Quando Emma è andata via dalla cucina questa mattina Enrico ha guardato la sua figura scomparire prima di ricominciare a parlare con noi che eravamo rimasti. Non ho sopportato quel pensiero e in fretta mi sono allontanato con la scusa che dovevo prepararmi, non sopportavo la vista dei suoi occhi. Vi leggevo ben chiare le sue domande: cosa fosse accaduto? Perché Emma avesse cambiato idea? Poteva fate qualcosa per riaverla?

Come un'ombra me ne sono andato via e ora che sono l'ultimo della fila li guardo da lontano e non mi sento io, è come se ci osservassi dall'esterno e sento il desiderio di accelerare il passo fino ad affiancare Emma, perché è lì che voglio stare. Rimugino su come confessare la verità, mi sta stretta questa situazione e egoisticamente voglio finirla, voglio stringerle la mano mentre camminiamo e voglio presentarla per Natale come qualcosa di diverso dal semplice termine: "amica".

Ci avviamo pigramente alle piste mentre il sole sale alto in cielo e fa brillare la brina sui rami degli alberi. Quella luce quasi abbagliante è niente a confronto degli occhi di Emma che ogni tanto sbirciano indietro nella mia direzione, lanciandomi dolci sorrisi che portano anche le mie labbra a stendersi.

Approfitto di quella passeggiata per chiamare in palestra, sono praticamente scappato via ieri chiedendo uno sforzo ai miei collaboratori che per fortuna non mi hanno deluso. Ho davvero un'ottima squadra e ne sono sempre più convinto mentre parlo con Jessica.

Ho il tempo di riporre il telefono nella tasca sul petto, chiudo con la cerniera e la zona delle piste ci si palesa davanti. A turno saliamo sulla seggiovia e con mia sorpresa al mio fianco mi ritrovo Emma con Luca dal posto davanti a noi che mi strizza l'occhio.

«Immagino sia merito suo.» Le bisbiglio all'orecchio facendomi più vicino.

«Immagini bene.» La sua voce è intrisa di tensione e presto la sua mano stringe la mia mentre osserva impaurita la montagna farsi più alta.

«Tutto bene?» Mi guarda appena per poi chiudere gli occhi e respirare pesantemente. «Emma.» Le accarezzo il dorso della mano.

«Io odio questa cosa sempre di più!» Mormora quasi tremando. Senza pensarci due volte mi faccio più vicino e le cingo la vita.

«Guardami.» A fatica si volta e apre prima un occhio e poi l'altro. «Ecco brava. Non pensavo ti spaventasse l'altezza.»

«L'altezza no, ma questa macchina infernale si. Preferisco la funivia, possiamo scendere con quella?» La sua espressione è così impaurita che farei di tutto per lei.

«Certo, anche se dovresti scendere sciando.» Alzo un sopracciglio e lei inclina il capo di lato.

«Non ci penso nemmeno. Io non ci riesco, non è il mio habitat capisci?» Non pensavo odiasse così tanto la neve.

«Se vuoi possiamo provare insieme, sono anche insegnante di sci. Facciamo qualcosa di semplice, posso sempre tenerti per mano.» Le riavvio i capelli dietro le orecchie.

«C'è qualcosa che non sai fare?» Ora sorride impertinente.

«Beh fino a ieri credevo di non saper vivere un rapporto a due.» Ed eccola sorridere ancora.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora