Capitolo 65

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Sergio

Quando non l'ho trovata nella stanza mi ha preso il panico. Non sapevo cosa pensare. Credevo di averla persa e questo mi ha sconvolto, non credevo che potesse accadermi non ho mai desiderato avere qualcuna. Mi sono sentito travolto dall'insieme di emozioni che ci spingono l'un l'altro, per poi respingerci in parti opposte come se fosse impossibile riuscire davvero a conciliare le nostre vite.

Le sue labbra che premono sulle mie catturano la mia attenzione definitivamente. L'avvolgo in un abbraccio, premo con il palmo sulla sua schiena e approfitto della ritrovata solitudine per riassaporarla con gusto. Accarezzo le sue labbra e poi la sua lingua, lascio che la magia fatta dei nostri sensi che perdono la ragione ci investa e in essa trovo quella certezza che da inesperto tendo a dimenticare: io e lei è quello che desidero.

Le mani si fanno più audaci e rabbrividisco al contatto delle sue che si insinuano sotto il maglione sul mio petto nudo e poi sulla schiena che accarezza a palmi aperti incendiando la mia libido.

Sospiro rassegnato e febbricitante a quello che non voglio evitare e con altrettanto bisogno tiro su il suo vestito e intrufolo le mani dentro i suoi pantaloni per stringere il suo sedere e per spingerla verso di me. Le labbra di Emma si staccano per esprimere il suo apprezzamento e io, libero, assaporo la pelle della sua mascella e poi più indietro fino al lobo.

«Sergio...» ansima aggrappandosi a me. «Dovrei farti ragionare e dirti di smettere.» Ansima al mio orecchio. Stringo la sua pelle fra i denti e mi tiro indietro per aprirle con un unico gesto i bottoni a clip del suo vestito che cede mostrandomi il suo corpo. Il tessuto in pizzo cerca di contenere le sue forme che voluttuose riempiono le mie iridi e i miei boxer.

Un suono sorpreso esce dalle labbra gonfie, ora aperte per lo stupore, la sua reazione mi fa sorridere. Lascio che la stoffa le scivoli lungo le braccia fino a giacere ai suoi piedi. I capelli castani si posano sulla sua pelle chiara in un contrasto che la rende eterea.

«Non so più cosa sia giusto fare.» L'assaporo con gli occhi. «Ormai, abbiamo peccato, non sarà certo l'astinenza a redimerci.» Parlo piano, concentrato su di lei. Alzo la mano destra lentamente, ipnotizzato dal rosa della sua pelle che si intravede dal pizzo. Leggere le mie dita accarezzato la forma del reggiseno sulla sua pelle facendola arrossire, alzo gli occhi nei suoi e con un gesto infilo il dito nella stoffa per poi girare sotto così da liberare prima un seno e poi l'altro. I suoi occhi brillano nonostante le sue labbra si aprano sorprese e allora vittorioso abbasso lo sguardo sul mio dono. Compiaciuto mi godo il mio regalo, perché così sollevate, sembrano davvero offrirsi a me.

Torno a guardarla e con audacia prendo fra le dita un suo capezzolo. Lo giro e tiro, giocando con lui e soddisfatto vedo i suoi occhi perdere lucidità e i suoi denti afferrare il labbro inferiore per riversare su questo tutta la sua frustrazione.

È splendida.

Adoro come si lasci andare alle mie attenzioni, le braccia pendono ai lati del suo corpo e quando, sempre guardandola negli occhi, mi abbasso ad assaporare quel dolce proibito si alzano in cerca di un appiglio e lo trovano nelle mie spalle che afferrano decise così da smettere di vacillare.

Con calma lecco e bacio ogni centimetro di pelle scoperta, Emma sussulta e trema senza vergognarsi della sua nudità e quando io stesso sento di non poter più sopportare i jeans stringere il mio corpo, la prende fra le braccia e la depongo sul letto alle nostre spalle.

Si lascia stendere per poi cercarmi con gli occhi, la sento seguire i miei movimenti mentre spengo la luce della stanza per accendere quella più tenue del comodino e infine tornare ai piedi del letto per ammirarla da là.

«Emma, mi lasci senza fiato.» Le sue labbre schiuse mi tentano come il resto del suo corpo. Sfilo la felpa che getto a terra e poi, come ha fatto lei la prima volta con me, mi denudo davanti a lei, mostrandole fiero come il mio corpo reagisca alla sua vista.

Sento la pelledoca per ogni punto del mio corpo che i suoi occhi brucianti accarezzano con lo sguardo e quando, dopo essersi soffermata sul mio desiderio torna a guardarmi in viso, con un ghigno mi avvicino al letto.

Salgo appena sul materasso con un ginocchio e le sfilo via i pantaloni e il tanga. Accarezzo le gambe che le si chiudono istintivamente ma io le riporto ai lati del mio corpo avanzando fra esse fino a sovrastarla. Lentamente, mi lascio andare su di lei e a ogni nuovo contatto dei nostri corpi, sento nuova energia e lussuria alimentare la mia necessità che diventa via via più impellente.

Quando infine le sono sopra la sento sospirare soddisfatta ed è un eco di ciò che provo anche io. Resto fermo a sentire ed è meraviglioso ciò che il contatto dei nostri corpi mi provoca dentro. Non mi muovo, la guardo dall'alto sostenendomi con i gomiti e lei accentua quella sensazione posando le mani sulla mia schiena e allacciando le sue gambe ai miei fianchi inarcando il suo busto verso di me. Con quel gesto il contatto fra i nostri corpi e ancora più intimo, deglutisco chiudendo gli occhi così da concentrarmi su quel piacevole sfioramento fra di noi.

Emma approfitta della mia debolezza e inizia a lambire le mie labbra fino a invogliarmi in un bacio lento e voluttoso. Le dita della mano destra scivolano fra i miei capelli spingendomi a lei. Il mio petto sfiora il suo e il brivido che ci scuote fuoriesce in ansimi che si perdono fra le nostre bocche affamate. Ben presto i nostri corpi si adeguano a quel ritmo morbido e intrigante. Vorrei assaggiarla tutta ma è così ipnotico ciò che ci muove da non avere la forza di andare oltre.

Lingua contro lingua, occhi contro occhi, fino a quando esasperato assecondo la sua mano che scende fra di noi per indicarmi la via dell'unione. Con estrema lentezza la faccio mia, il suo corpo si innarca e io afferro con i denti la pelle della sua clavicola gemendo il suo nome.

Inizia così una nuova esperienza che sembra annullare tutte le altre. Non c'è fretta nei nostri gesti, come se avessimo tutto il tempo del mondo e questo ci permette di percepire ogni minimo fremito, ogni carezza, ogni sussulto, ogni profumo come se fossimo davvero una cosa sola.

Il calore cresce da fiammella a fuoco che arde e quando sentiamo bruciare ogni parte di noi la lentezza e sostituita dalla fretta, la tenerezza dall'ardore, la bellezza dell'attesa dalla necessità di possedersi, di soddisfare ogni nuova emozione che è nata per portarci alla più alta delle soddisfazioni il momento in cui il mondo si riempie del suono dei nostri nomi pronunciati all'unisono.

Ed è così che dopo essere svanito mi ritrovo ansante sul suo seno con il battito del suo cuore a fare da eco al mio.

Non ho voglia di parlare, di pensare ma solo di godermi quell'attimo che per la prima volta nella mia vita mi sembra davvero perfetto.

Anche Emma sembra avvolta dallo stesso torpore. Il suo petto si alza e abbassa sempre più lentamente e le sue mani restano inerme sulle mie spalle come se anche solo compiere un gesto potesse rovinare quell'attimo che è nostro come forse nessun altro lo sarà mai perché è il momento in cui quel qualcosa che fino a ieri sembrava inspiegabile comincia ad avere dei contorni più definiti e leggibili.

Stupito non capisco come la propria vita possa cambiare in un solo mese e ancor meno come questo può accadere in un giorno appena.
In ventiquattro ore, un semplice battito ha ora un significato diverso che riesce a far tremare ogni cellula del mio corpo.

Come è accaduto Emma? Come è accaduto che fino a ieri tu eri niente e ora il mio mondo sembra girare intorno a te?

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora