Sergio
Cerco di cancellare la tristezza per l'indifferenza di mio padre. Odio quello che è diventato il nostro rapporto e pensare che è sempre stato al mio fianco in ogni campionato abbia fatto da piccolo e ora che sto affrontando la sfida più grande: il diventare uomo, sento solo la sua assenza.
Scambiamo solo poche parole con Emma una volta tornati a casa. La vedo turbata e sono certo che anche in questo c'entri l'atteggiamento di mio padre. Ho notato come lei sia protettiva nei miei confronti almeno la metà di quanto non lo sia io con lei. È così strano per me avere qualcuno che tiene a te a tal punto da condividere con te il bello e il brutto.
Mi vengono in mente le classiche parole che si pronunciano durante lo scambio delle promesse nuziali: "nella buona e nella cattiva sorte" e solo ora mi rendo conto appieno di cosa questo significhi.
Osservo, dal letto, Emma sistemare la valigia. Sono sdraiato nel lato sinistro con il sotto del pigiama e una t-shirt bianca. Ovviamente, il mio bagaglio era molto meno fornito, nonostante mi sia affidato a lei nel farlo, ma neanche se avesse portato tutti i miei vestiti avrei potuto eguagliare il numero di maglioni o abiti che le vedo prendere dalla valigia.
Tengo il braccio destro dietro il capo e i miei occhi seguono la sua splendida figura in giro per la stanza.
"Nella buona e nella cattiva sorte" mi ripete l'eco nella mia mente ed è semplice essere d'accordo quando penso che possa essere lei la metà con cui condividere tutto.
Molte coppie che conosco si sono lasciate alle prime difficoltà, perché è facile amarsi e desiderare di stare insieme quando tutto è perfetto ma alla prima crepa, incomprensione, inciampo della vita tutto si sgretola lasciando il niente. Beh, io mi sento pronto a tutto pur di avere il suo sostegno, purché sia lei a starmi vicino nelle difficoltà.
Con un balzo mi finisce praticamente addosso mozzandomi il fiato, che non torna alla vista del suo sorriso e dei suoi splendidi seni schiacciati contro il mio petto.
Con quegli occhi potrei affrontare di tutto anche un litigio con il mio migliore amico o anche le discussioni con mio padre che, alla luce gialla dell'abajour, con il suo corpo adagiato sul mio, le sue dita che accarezzano i miei capelli, la fronte e infine le labbra, sembrano quasi meno dolororose.
«Stai bene?» Perché se c'è lei a preoccuparsi per me, nulla può andare male.
«Sì.» Sospiro, ma alla fine le sorrido con i suoi polpastrelli che giocano con la mia bocca e tentano il mio gusto. «Ora, decisamente sì.»
«Tuo padre mi fa arrabbiare talmente tanto...» vedo le iridi colorarsi di giallo come il fuoco che le arde dentro, pronta a difendere il suo uomo.
«Sì, anche a me.» Le accarezzo i capelli giocando con le punte morbide. «Ma oggi, mi è sembrato più sopportabile, forse perché tu eri con me.» Lascio che legga quanto gli sono grato della sua compagnia.
«Io sarò sempre al tuo fianco, amore mio.» Sorrido felice.
«Allora, è perfetto.» Le sospingo la nuca per avvicinarla a me. Assaporo le sue labbra con la lingua fino a chiederle l'accesso che lei mi concede con un sospiro. Sento crescere in me l'urgenza di dimenticare la giornata di oggi dentro il suo splendido corpo.
Unito a lei niente ha più senso se non l'amore che sento crescere ad ogni battito impazzito del mio cuore.
Con impazienza denudo il suo splendido corpo ribaltando la posizione e stendendola al mio fianco. Il suo petto si alza e abbassa febbrilmente, le labbra si schiudono gonfie e le gambe si aprono vogliose.
Non mi serve altro. Non esiste altro. Non desidero altro.
Lego i nostri occhi e dopo aver tolto anche i miei di vestiti mi faccio spazio dentro di lei. Chiudo gli occhi per permettere alla magia di compiersi ed ecco la pace raggiungere il mio cuore e la mia mente.
Mi spingo in lei per poi sfuggire velocemente e quindi tornare ad affondare nelle sue dolce pieghe con la pelle che rabbrividisce e il petto che brucia. Ancora, mi tiro indietro e ancora sono in lei fino a quello splendido punto che la fa sospirare e stringere la mia schiena.
Soddisfatto ripeto quel movimento ritmico che incanta il mondo intero fino a suonare la melodia più bella quella della nostra estasi.
La stanza si riempie di sospiri e nomi sussurrati fino a sparire e a mostrare nei nostri occhi chiusi il cielo intero.
Ci addormentiamo così, stretti l'uno l'atro, appagati e certi che niente potrà portarci via ciò che stiamo costruendo.
Apro gli occhi e un lieve fastidio al naso mi fa portare la mano al viso. I capelli di Emma colorano la mia vista di marrone nella penombra della stanza.
Un pallido sole si intravede dalle imposte chiuse. Sospiro stringendola un po' di più e sono certo di poter realizzare la mia idea, spero possa essere per lei una bella sorpresa e farci stare bene entrambi. Emozionato sfilo il mio corpo da sotto il suo e corro a preparare la colazione con la spesa che mia zia mi ha lasciato in frigo.
Apparecchio la tavola e quando la vedo comparire con l'accappatoio indosso sto versando il caffè nelle nostre tazze.
«Buongiorno.» La saluto sorridendo.
«Buongiorno.» Borbotta lei che non ama parlare prima di aver assaggiato il primo sorso di caffelatte.
«Ho una sorpresa per te.» Le annuncio quando compiuto il suo rito è più solare nei miei riguardi.
I suoi occhi si accendono. «Una sorpresa?» Annuisco alla sua gioia.
«Dici che possiamo essere pronti tra mezz'ora?» Vorrei arrivare presto, visto che poi a pranzo saremo dai suoi.
«Certo.» Praticamente salta in piedi con un biscotto ancora fra le labbra, mi stringe le braccia al collo e scappa in bagno. Rido da solo alla sua reazione per poi alzarmi, rimettere tutto in ordine e infine giungere in camera per vestirmi.
In auto resto in silenzio, nonostante Emma provi a farmi svelare il mio segreto con continue domande a cui non rispondo. Giro all'incrocio a destra e sono certo che fra cinque minuti capirà da sola, il tempo di immettermi sulla strada che dalla città porta a mare.
Emma si agita sul sedile, saluta ogni tanto persone della nostra infanzia e mi poggia la mano sulla gamba, come a tenere un contatto.
«A mare! Tu mi stai portando a mare!» Il suo entusiasmo mi fa sorridere, non confermo ma è ovvio che è così. «Grazie, era il mio desiderio più grande.» Le sue labbra si posano all'angolo delle mie e mi sento bene.
«Quando vengo qui è il primo posto dove vado.» Lei annuisce.
«Anche per me è una tappa indispensabile e la cosa che mi manca di più della nostra terra.» Lo stesso legame che sento anche io.
Il percorso dura appena quindici minuti ed ecco la distesa azzurra mostrarsi turbolenta ai nostri occhi. Il vento increspa di onde la superficie come a volerlo sfidare e il mare risponde con furore in un frastuono che nonostante esprima fastidio e malessere riesce a riportare ordine nella tua mente, forse perché a paragone di quella potenza sembra niente quello che tormenta te.
Posteggio nella prima spiaggia alla fine della strada, vista la giornata uggiosa e il Natale ormai alle porte solo altre due persone sono con noi in spiaggia.
Il forte odore di salsedine ci investe. Mi sembra di sentire le goccioline bagnare il mio viso e respiro a pieni polmoni quella sensazione di libertà che solo la natura può darti.
Dopo aver placato la mia necessità di fare parte di quel posto mi volto verso Emma che si è fermata proprio accanto a me. Abbiamo appena fatto qualche passo sulla sabbia resa piatta e scura dall'umidità ed entrambi ci siamo fermati in contemplazione investiti dalla forza d'urto di quel suono, del profumo e della gioia di essere a casa.
Il suo viso si volta verso il mio ed entrambi sorridiamo con gli occhi che brillano felici.
«È il posto più bello al mondo.» La sua voce è piena di sentimento.
«Tu sei il mio posto più bello al mondo.» Le poggio il palmo sulla guancia e le accarezzo con il pollice la pelle per poi perdermi nei suoi occhi come ho fatto prima con il mare.
Un semplice passo ed è fra le mie braccia, con le sue labbra sulle mie.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...