Capitolo 91

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Sergio

Dovevamo incontrarci tra un'ora ma il vederla alle mie spalle, con lo sguardo fisso su di me, non poteva che farmi felice.

Mi approprio di quella bocca come se non ci vedessimo da giorni, in realtà abbiamo pranzato insieme il giorno prima e per quanto vorrei stare con lei ogni sera questa sistemazione temporanea me lo impedisce. Non posso vederla a casa di Luca e frenare sempre i miei desideri e non posso andare ogni giorno da lei, perché non voglio sbattere in faccia al mio amico quanto vadano bene le cose fra noi.

Impaziente infilo le mani sotto il suo maglione e lo tiro su fino a sfilarlo dalla testa. Emma alza le braccia e stordita dal mio furore, obbedisce a ogni mia richiesta restando così nuda davanti a me.

Non pensavo potesse usare gli autoreggenti e vedere quell'unico indumento che ha indosso scurire le sue cosce bianche mi riempie di fuoco. Resto a guardare la mia opera per poi incrociare il suo sguardo.

«Ogni mio allievo ti ha guardata con desiderio quando sei apparsa.» Lei confusa segue la mia bocca muoversi ma vedo che nel suo sguardo vorrebbe solo le mie mani su di lei. «Avrei voluto tappare gli occhi a tutti e ora che ti vedo così mi rendo conto della mia fortuna, perché sono l'unico che può averti.» Mi avvicino lentamente sfiorandole un capezzolo e facendola sussultare.

«Dovevi vedere le occhiate delle tue allieve, a loro io avrei cavato gli occhi perché comunque a tuo modo le dai quell'attenzione che io vorrei solo per me.» Le mani scendono fino all'orlo della maglietta che presto raggiunge le sue cose sul pavimento. Mi piace sentire quelle carezze che dal mio stomaco salgono fino al petto e poi tornano giù a giocare tentatrici con l'elastico della tuta.

«Mai più nessuna avrà questo tipo di attenzioni, a parte te.» Le afferro il seno che stringo nel palmo e il suo labbro scompare fra i denti, il capo va indietro mentre fra le ciglia mi invita a continuare e io lo faccio. Prendo ogni cosa di lei. Ogni sospiro, ogni fremito, ogni tocco fino a non trovare più me stesso.

Dopo aver baciato e toccato ogni parte del suo corpo le afferro le gambe e lascio che queste si stringono ai miei fianchi. Con i pollici gioco con l'orlo delle autoreggenti stuzzicando forse più me stesso che lei.

La bocca di Emma è sulla mia, la sua lingua con prepotenza si appropria della mia fino a sentire la testa girare. Indeciso su quale sia il posto migliore per concludere quell'agonia mi avvicino alla mia sedia e vado giù con lei che si adagia sulle mie cosce.

Alzo le mani a stringerle il capo e i capelli, il suo bacio mi sta mandando fuori di testa e la perdo completamente quando lei si solleva quel tanto che le permette di denudare la parte del mio corpo che pulsa di dolore e desiderio.

Il contatto con i suoi umori mi fa inclinare la testa indietro e quando a completamento della sua opera mi insinua nel suo corpo caldo, non posso che urlare quanto tutto sia perfetto.

Morbida mi accoglie dentro di lei. Afferra le mie spalle mentre i miei palmi già stringono il suo sedere invitandola a dondolare su di me senza sosta.

E lei lo fa.

Lo fa dolcemente, con maggior pressione, con irruenza, impossessandosi lei ora di tutto ciò che non posso non darle. Le mie mani stringono sulla sua pelle lasciando i segni e i suoi ansiti rimbombano nel mio petto in quel bacio che sembre non finire mai.

Non so quanto duri, so solo che all'improvviso non riesco più a resistere, il calore cresce nelle vene, le gonfia fin quasi al dolore ed esplode dentro di lei con un urlo.

La voce di Emma mi fa da eco, il suo corpo si innarca un'ultima volta e il mio viso si incastra sul suo petto. Poso un unico bacio su quella pelle soffice per non rischiare di ricominciare da capo e lentamente il suono dei nostri respiri mi riconduce, a fatica, alla realtà.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora