Capitolo 75

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Emma

A malincuore devo chiudere la chiamata. Mi guardo in giro in quel luogo fantastico ma che senza di lui mi sembra opprimente e infine decido di fare la mia passeggiata.

Dopo un'intensa giornata vorrei solo andare a letto ma ho accettato l'invito di Enrico e allora mi ritrovo in auto con lui diretti al ristorante.

«Com'è andata la tua giornata o dovrei dire le tue giornate, è la prima volta che siamo soli da quando sono tornato.» Giro il capo verso il finestrino e stringo la borsa fra le mani per impedirgli di compiere quel gesto, che ha fatto tante volte, di intrecciare le nostre dita.

Per placare la sua curiosità inizio a parlare, gli pongo anche io domande sul suo viaggio, sullo sci, sulla montagna ed è come sempre piacevole starlo a sentire. Enrico è un uomo molto interessante, sa come far stare bene una donna ed è anche simpatico e quindi quando ormai aspettiamo il dolce mi sento più rilassata, come se davanti a me non ci fosse un mio pretendente ma il ragazzo che Sergio ha scelto come migliore amico. È la prima volta che lo vedo sotto questa veste, e posso capire cosa i due hanno in comune perfettamente.

Fortunatamente Enrico non ha provato approcci romantici e questo mi ha permesso di sentirmi a mio agio e al tempo di scorrere velocemente.

Quando l'uno accanto all'altro camminiamo verso la nostra auto posteggiata, Enrivo alza gli occhi e nota una ruota panoramica poco distante da noi.

«No, questa non possiamo perdercela.» Ora io dico: ma a chi verrebbe mai in mente di posizionarne una in questo posto. Vorrei sbuffare perché mi sento come l'agnellino che è appena stato intrappolato dal lupo.

Inizialmente stiamo entrambi in silenzio ad ammirare il panorama. Spontaneamente mi domando se lui abbia capito qualcosa dal breve discorso con Sergio. Sbircio il suo profilo ma non riesco a leggere molto nei suoi occhi verdi. Non lo conosco abbastanza bene.

«Mi sei mancata davvero in questo week end.» Come un fulmine che illumina il cielo così anche la sua confessione squarcia la mia quiete.

Siamo seduti in un posto tremendamente romantico e forse stiamo per affrontare il discorso che ho temuto. «E ne sono rimasto davvero stupito.» I suoi occhi si perdono nella vista davanti a noi, oltre il vetro. Parla piano, un sussurro udibile appena, forse perché pieno di timore, la paura di non essere ricambiato. «Non fraintendermi, tu sei bellissima ed è abbastanza ovvio che io sia attratto da te.» Ora è me che guarda intensamente e questo mi fa tremare il mento e allora io sfuggo, per poi tornare in quelle iridi che sono intrisi di un qualcosa che è troppo pesante per me da affrontare, è così chiaro ciò che lui prova, limpido, senza dubbi ed è immensamente triste non riuscire a ricambiare quella purezza che ogni donna vorrebbe per sé, ma io chiedo solo amicizia e sento già la sofferenza che gli provocherò.

«Enrico...» vorrei fermare quel momento ma lui alza la mano e mi chiede di fare silenzio e io non posso che arrendermi ad ascoltarlo.

«Ho bisogno di dirti tutto, okay?» Sembra supplicarmi di dargli una possibilità e allora il dubbio che lui davvero sappia non mi abbandona più. Vorrei piangere per lui, per Sergio ma invece trattengo tutto, non mostrandogli il mio turbamento e me ne sto in silenzio ad ascoltarlo.

«Era da tempo che non stavo bene con una donna come riesco a sentirmi con te, come ti ho già detto ed è stato una conferma questo desiderio di averti con me a casa mia, con la mia famiglia.» Prende ora la mia mano ed entrambe sono sudate. «Adoro andare a lavoro con te, mi piace parlare con te e amo trascorrere il mio tempo ad accarezzarti o baciarti. So che è passato poco tempo e percepisco che per te è troppo presto tutto ma, Emma, voglio sapere se tu sei disposta a fare questi passi che ti porteranno dove mi trovo già io.» Una lacrima mi scende silenziosa e io inclino il capo per nascondermi, ma lui non è d'accordo e con l'indice sotto il mio mento mi invita a tornare a guardarlo.

Gli occhi gli luccicano, anche nella penombra riesco a vederli mentre mi scrutano in cerca di certezze. Li sento accarezzarmi il volto per poi perdersi nelle mie iridi e scurirsi di un desiderio che io non condivido. Ho provato a farmi andare bene tutto questo. Ci ho provato con tutta me stessa. E se non fosse cambiato quel qualcosa in me ora sarei fra le sue braccia ma sarebbe un errore.

«Io non posso Enrico.» Alla fine gli confesso con un filo di voce. Mi sento tremendamente in colpa. «Tu sei una persona meravigliosa e sei l'uomo perfetto sotto tutti i punti di vista ma...» Il dolore che gli leggo in viso mi fa arrestare, ma devo continuare. «Ma io non provo quello che tu vorresti o meglio di cui tu avresti diritto. Io, io non so perché.» Mi confonde ancora questa nuova scoperta su di me. Perché davvero a volte la testa e il cuore non riesco ad andare d'accordo? Stringe il mio mento avvicinandosi appena. Poi penso a Sergio e capisco che non è vero, con lui la mia testa e il mio cuore sono in perfetta sintonia. È solo che non si può decidere capita e basta.

«Shhh, ti prego, per stasera va bene così.» Posa la sua fronte sulla mia per poi, inaspettatamente, fare altrettanto con le nostre labbra. È un bacio lieve, senza pretese, forse un addio da parte sua, sicuramente lo è da parte mia.

Le sue dita scivolano sulla mia nuca e cercano ora un contatto più intenso, io non lo scanso ma non gli permetto altro se non le nostre bocche le une sulle altre. Non chiudo gli occhi, non c'è niente di romantico in quel gesto per me e vedo il dolore nella smorfia che precede il momento della separazione.

Restiamo in silenzio e gli permetto di prendere tutto il tempo che gli necessita per allontanarsi da me. Continua ad accarezzarmi con le dita e alla fine con un lieve sospiro si stacca definitivamente.

«Io non mi arrendo Emma. Siamo stati bene, non so cosa sia cambiato in te ma riuscirò a riconquistarti. Non ho voglia di lasciar andare qualcosa che mi fa stare così bene.» Finiamo il giro proprio in quel momento ed entrambi ci alziamo per scendere. Da gentiluomo mi fa passare per prima e poi mi indica la strada per la sua auto posteggiata poco distante.

Non aggiungo altro alle sue parole. Ho già provato a fargli comprendere che non c'è possibilità per noi e ora capisco che semplicemente lui non è ancora pronto ad accettarlo.

Il ritorno a casa è molto tranquillo, e quando varchiamo la porta solo sua sorella è seduta sul divano intenta a guardare la televisione. Non ho voglia di stare oltre, li saluto entrambi e mi avvio veloce verso le scale.

Dopo appena il primo gradino sento una mano stringermi il polso. «Buonanotte.» Le sue labbra si posano sulla mia mano e io vorrei solo scappare via. Gli faccio appena un cenno con il capo e tiro via la mano riprendendo a salire.

Oppressa dai pensieri e dalle sensazioni vorrei solo avere Sergio con me. Invece di andare in stanza mi rifugio in bagno, è l'unico posto dove posso avere un po' di privacy. Odio quella casa e odio la neve. Mi siedo sul bordo della vasca idromassaggio e cerco nella borsa il telefono.

Non mi accontento di sentirlo e premo il tasto per la videochiamata.

«Emma.» Sergio risponde al secondo squillo. Il suo viso si vede appena nella luce tenue del suo salotto ma a me basta riconoscere i suoi lineamenti per tornare a respirare. Mi rendo conto che ho sopportato troppo. È stato giusto permettergli di salutarmi affettuosamente ma non ho pensato ai miei bisogni e, a volte, anche quei gesti che lui ha già compiuto, come toccarmi, e che comunque fa con rispetto sono delle piccole costrizioni per il nostro animo.

«Sergio.» Stringo le labbra, vorrei piangere.

«È successo qualcosa?» Lo guardo con occhi lucidi. «Ti ha toccata? Ha fatto qualcosa che non volevi?» Il suo tono è sempre più allarmato ed è evidente la sua preoccupazione.

«Mi manchi. Ti vorrei qui.» Bisbiglio sincera notando subito come alle mie parole il suo volto si riempia di tenerezza.

«Anche per me è dura starti lontano e poi saperti lì ancora di più.» La sua voce mi accarezza, dolce e rassicurante.

«Mi ha baciata e abbiamo parlato ed è finita.» Lascio uscire passandomi una mano sulla guancia ad asciugare le lacrime che ora non trattengo più. Guardo in alto cercando di placarle ma è impossibile.

«Capisco.» Il suo sguardo mi cattura dentro quel vetro così freddo e impersonale. «Ti ha fatto del male?» So che non intende fisicamente. Scuoto la testa poco convinta, non è stato piacevole.

«Dice, che non si arrenderà.» Gli confesso.

«Neanche io.» Accarezzo lo schermo con l'indice.

«Vieni presto.» Non riesco più a parlare e allora termino la nostra conversazione velocemente.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora