Capitolo 58

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Sergio

Il dolce calore del suo corpo sul mio mi manda fuori di testa. Non ho mai immaginato niente di simile per me e ora che invece lo sto provando ho una fottuta paura.

La faccio scivolare sul materasso e mi alzo da quel letto pronto a fuggire. Non appena i miei piedi toccano il pavimento gelido vado alla ricerca di un paio di boxer, mentre nella mia testa sento una sola litania: ho fatto un'enorme cazzata.

Ne prendo un paio puliti dal cassettone e poi afferro la tuta che infilo maldestramente, nel farlo mi giro verso il letto, la sagoma di Emma è sempre immobile, nella penombra vedo il suo viso sereno e un calore improvviso mi colpisce il petto. Sto andando a fuoco mentre la mente perde lucidità a quell'immagine che ho sognato ma che nella realtà è ancora più bella.

Vorrei avvicinarmi. Vorrei baciarla e al solo pensarlo inizio a tremare. Cazzo! La desidero da impazzire come se non fosse già stata mia solo poche ore fa. Il mio cuore martella nel petto e il mio corpo mi supplica di tornare da lei, di non fare il vigliacco. Sento urlare in me che ciò che farò questa mattina è la stronzata più grande della mia vita, ma non resisto e mi allontano velocemente.

Fuggo nel corridoio per sedermi sul divano in cerca di una soluzione. La lotta che sento dentro è una tempesta. Come vorrei poter zittire tutti e stare con lei, ma non posso farlo. Enrico è il mio migliore amico. Io non posso credere di avergli fatto questo. Lui mi ha confessato più volte cosa prova e io... e io.

Mi tiro i capelli scuri poggiando i gomiti sulle ginocchia piegate. Sento un dolore profondo che non mi fa respirare. La mia penitenza sarà per me ricordare ogni attimo di questa notte senza poterla mai più avere. Come ho potuto.

Arreso mi alzo a preparare il caffè. Cerco di riflettere su cosa dirle ma quando lo faccio mi rendo conto che ha ragione: sono uno stronzo.

I suoi occhi in fiamme cercano di farmi riflettere, ma io non posso cedere e mi nascondo dietro la mia maschera da menefreghista mentre, in realtà, guardandola soffrire vorrei sola riaverla per me.

«Sei uno stronzo. E forse hai ragione: non è stato niente.» I suoi occhi delusi mi lasciano per sempre. Hanno lottato, mi hanno pregato di dire la verità e ora stanno andando via. Per sempre.

La faccio arrivare alla porta senza dire niente. Stringo i pugni fino a sentire le unghie nei palmi e guardo quel vuoto davanti che sembra ora impossessarsi anche di me stesso. Rigido cerco di congelare ogni emozione come un vero vampiro.

Il click della maniglia che si apre mi fa chiudere gli occhi riportandomi umano. È un attimo. La vita è così, fatta da istanti significativi, dove le nostre decisioni ne condizionano il sapore e il futuro. E io sono lì, certo di star vivendo uno di quei momenti importanti da cui dipenderà la mia vita.

Le decisioni da prendere ovviamente non sono mai semplici in quei secondi che scorrono. Alla fine tutto si riconduce a una scelta: quale felicità fare vincere. Il bene di chi si vuole tutelare? E non è mai facile, cazzo, non lo è mai. E quindi te ne stai fermo ad analizzare quando vorresti correre, i secondi diventano ore e la mente cerca di formulare la risposta che sia la meno peggio per tutti, ma, ovviamente, non esiste e allora te ne stai lì nel limbo come se avessi tutto il tempo del mondo, ma poi basta anche un lieve suono e ti rendi conto che invece tempo non ne hai più, lo hai già sprecato tutto. E allora i minuti sembrano così pieni di profumi che non sentirai più, di suoni che non ascolterai più, di una vita che non esisterà più. Cosa fare?

Come se la salvezza dipendesse davvero da quel singolo scoccare del tempo prendi tutto il coraggio che hai in corpo, il fiato pieno di tutta l'aria e la scelta che sai non farà contenti tutti e agisci.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora