Emma
Okay, posso farcela. Solo un passo dietro l'altro. Cammino lungo il marciapiede con ancora le sensazioni che quell'affascinante uomo mi scatena e quando giunta all'ingresso incontro il mio esasperante collega lo oltrepasso velocemente alzando una mano e farfugliando uno "scusa". Non sono proprio in vena per i suoi approcci.
Giunta davanti la porta della mia stanza il primo appuntamento mi attende seduto sulle poltrone della sala d'attesa. Avrei voluto qualche minuto per riprendermi ma alla fine meglio così visto che Flavio, incurante di ciò che gli ho detto, mi ha seguita fino a qui.
Con soddisfazione gli richiudo la porta in faccia dopo aver fatto accomodare il signor Bianchi. Inclino la testa come a dire "mi spiace" a quell'appiccicoso che si blocca e sbuffa prima di andare via.
«Mi scusi, dobbiamo aspettare che si accenda il computer.» Mi giustifico con il cliente per la perdita di tempo e ne approfitto per mandare un messaggio nella chat dei miei amici.
"Sono venuta in ufficio con Enrico!" Vorrei battere le mani come una bimba felice.
"Oh mio Dio!" Rosi è su di giri come le faccine che seguono quella esclamazione.
"Lo dicevo io che il ragazzo ha scelto la sua preda. Dimmi che gli hai mostrato un po' di tette." L'emoticon sorridente di Luca è abbastanza esplicita.
"Ma che dici idiota, sei impazzito. Sono solo le otto e mezza." Vorrei sbattermi una mano in fronte ma resisto e sono certa di essere rossa come un pomodoro mentre abbozzo un sorriso al signore davanti a me.
"Ogni ora è quella giusta per l'amore e per fare l'amore." Luca continua senza ritegno e Rosi se la ride.
"Ma perché ho scritto anche a te." mi dispero senza speranza. "Comunque, mi riporta anche a casa." Confesso tutto.
"Anche la sera è il momento giusto per mostrarsi senza riserve o veli." Insiste il mio amico senza ritegno.
"Hai bisogno di uscire Lù." Sono d'accordo con Rosi.
"Forse ho bisogno di fare tutto ciò che suggerisco. Non mi aspettate questa sera." Mando un'immagine disperata per poi riposare il telefono sulla cassettiera sotto al tavolo e faccio un cenno imbarazzato al signore dinanzi a me.
La giornata è frenetica come tutti i lunedì e quando alle cinque e mezza il mio telefono suona salto in aria facendo cadere la penna che tenevo in mano. Afferro l'oggetto speranzosa che possa essere lui e quando a lampeggiare è il nome "mamma" la mia libido scende a terra.
«Pronto!» Cerco di camuffare la delusione.
«Ciao, tesoro.» Dal suo tono dolce so già cosa vuole sapere.
«Ciao, mamma.» Resto neutra attendendo il suo attacco.
«Non ci siamo sentite ieri. Hai più rivisto Enrico e Sergio.» Era ovvio che fosse per questa ragione la chiamata.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...