Capitolo 77

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Sergio

Sono salito in auto qualche ora dopo che c'eravamo sentiti. Non riuscivo a dimenticare i suoi occhi che mi supplicano di avermi vicino. Ho chiamato qualcuno che potesse sostituirmi e sono partito con la certezza che in questo weekend si deciderà la mia vita.

Neanche una settimana e le mie certezze hanno cambiato le priorità. Anche i miei bisogni sono stati resettati e quello che credevo non avesse spazio o un senso per me mi ha appena fatto fare diversi chilometri... la mente si annebbia.

Tengo aperti gli occhi solo per deliziarmi con la sua vista. La vedo assorta nella contemplazione del mio corpo e dalla reazione che questo ha alle sue attenzioni. Stringo le labbra per alleggerire la tensione che sento crescere nel centro del mio corpo che mi prega di stenderla sotto di me il prima possibile.

Alla fine la mia mano cede e mentre lei è ancora in piedi davanti a me inizia ad accarezzare la forma della coscia fino a spingere la rotondità della natica.

Mi provoco altro dolore con quel lieve contatto in attesa che lei faccia qualcosa e quando dispero che il mio destino è morire delle sue attenzioni vedo i denti bianchi afferrare il suo labbro. Gli occhi si accendono di una nuova luce dorata poco prima di correre nei miei senza vergogna.

Non interrompe il contatto mentre la vedo abbassarsi sul mio petto che rabbrividisce alla lieve carezza della sua lingua. Emma inizia quella nuova esplorazione fino a posare i palmi sul mio petto e issarsi su di me lasciandomi senza fiato. Sono quasi certo di essere morto perché non è umana quella splendida creatura che lentamente si impossessa di me. I capelli castani le sfiorano i seni quando con audacia inizia a muoversi.

Sono talmente estasiato dalla sua vista e dalla splendida sensazione di essere in lei che non riesco a fare altro se non guardarla mentre i miei palmi si arpionano al materasso stringendo il lenzuolo.

Sono davvero in paradiso, non esiste altro posto dove poter provare quelle emozioni. Il separarsi lieve dei nostri corpi per poi riaffondare con prepotenza mi fa ringhiare di desiderio.

Emma mi guarda dominatrice, si aiuta appoggiandosi a me per creare quei dondolii perfetti che stanno portando entrambi nel mondo dei sensi.

Il suo corpo è sempre più caldo attorno al mio, le sue unghie afferrano la mia pelle e io a quel punto mi lascio andare, afferro i suoi fianchi e mi spingo in alto ottenendo da lei quel suono perfetto che mi porta sempre più in alto.

Stringo la sua carne aumentando il ritmo, Emma sospira e geme per poi abbassarsi in cerca della mia bocca non arrestando la mostra corsa. Famelico la divoro spingendo e scontrando i nostri corpi fino all'esplosione finale. Urliamo entrambi il nostro appagamento unendo gli occhi mentre i nostri sospiri si mescolano per le labbra ancora unite.

Aspettiamo che i nostri petti smettano di ginfiarsi e poi con un sorriso lei scivola al mio fianco. «Credimi, quando ti dico che mi fai girare la testa, Emma.» Mi sento esausto e soddisfatto e quando lei si stringe al mio petto ho raggiunto la perfezione.

«Tu me l'hai fatta perdere.» Poggia il mento su di me e mi guarda dal basso.

Alzo la mano e le accarezzo una guancia, il mento e poi le labbra. «Cosa mi hai fatto?»

Inclina il capo per poi sollevarsi fino a sfiorare le mie labbra. «Beh, pensavo fosse chiaro.» Ammaliatrice mi fa ridere ed è questo che mi incanta di lei: mi piace passare il mio tempo con lei.

«No, forse non tanto. Sai com'è sono uno sportivo e gli sportivi non sono certo famosi per l'intelligenza.» Sembra assurdo ma ne vorrei ancora.

«Penso che abbiamo usato tutto il tempo che Rosi ci ha messo a disposizione.» Ritorna sul mio petto e alla realtà tristemente.

«Cazzo!» Devo ancora sistemare le cose. Le accarezzo la spalla. «Quindi ieri sera?» non so come iniziare il discorso, mi fa male solo ricordare cosa mi ha raccontato ma è giusto che ne parliamo.

«Ti ho detto tutto ieri, è stato strano. Credo che lui abbia associato il tuo discorso a me perché mi sembrava come desideroso di avere certezze da parte mia.» Potrebbe aver ragione Emma, chissà se questo è un bene. «E, ovviamente, è rimasto deluso ma hai visto anche poco fa è ancora convinto di volerne parlare.»

Alzo la mano libera a tirare il mio ciuffo forse in cerca di una risposta che non ho, perché, ancora, la vorrei facile ed è stupido da parte mia, siamo ormai giunti al termine e spero no della nostra amicizia.

Scivola su di me per piantare i suoi occhi nei miei. I nostri corpi aderiscono ancora una volta come due calamite perfettamente allineate. «Sei convinto Sergio. Sii sincero per favore. Io non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi. Se vuoi tirarti indietro aggiusterò tutto io.» La vedo luccicare tutta, non solo quelle splendidi iridi di cui ormai conosco ogni sfumatura ma tutto il suo essere. «Io, io non so spiegarti quanto meraviglioso sia per me stare così con te, ma se hai dei ripensamenti, se hai capito che è solo sesso non sono il tipo che porta rancore, ma non voglio vivere qualcosa di finto.» Il discorso che inizia con voce ferma si conclude in un sussurro sofferto. Le prendo il viso fra i palmi e per prima cosa le impediscono di dire altre stupidaggini. Poggio le mie labbra sulle sue e spingo fino a non sentire più la morbidezza, perché voglio cancellare dalla sua bocca e spero dalla sua mente la possibilità che tutto fra noi finisca. Quando la sento cedere allontano i nostri volti fino a sfiorarsi senza darle la possibilità di fraintendere.

«Emma, stavo quasi per piangere mentre facevamo l'amore e stai sicura che questo non solo per l'atto in sé, che con te è eccezionale ma per quello che mi si scatena dentro quando ti sento mia e quando mi sento tuo. Adoro, passare il mio tempo con te, sei divertente, intelligente, interessante una donna dai mille pregi che mi incanta ogni giorno di più.» Le accarezzo le guance lentamente. «Non rischierei tutto per nessun'altra.» Ora è la mia di voce a essere solo un sussurro ed è lei a unire le nostre bocche con gli occhi che continuano a mostrare ciò che a parole non sappiamo ancora esprimere.

Vorrei ricominciare tutto da capo. Vorrei poter trascorrere con lei l'intero giorno e invece il tempo è inclemente e il messaggio di Rosi ne è una prova.

«Dice che Rachele è intenzionata a venirti a chiamare.» Abbandono il capo indietro sul cuscino arreso.

«Va bene, scrivi a Rosi che sto arrivando.» Emma si sposta sul fianco e io scivolo fuori dal letto fino al bagno.

In breve tempo sono pronto con la mia tuta da sci, esco dalla stanza e vado alla ricerca di Emma che non ho più trovato fra le lenzuola al mio ritorno in stanza.

«Emma! Emma!» La chiamo cercandolo al primo piano non trovando risposta scendo al pianterreno. «Emma.»

«Sono qui.» Seguo la voce fino al patio chiuso con una vetrata e la vedo praticamente nuda, perché quel misero bikini non nasconde niente, avvolta dalle bollicine e dal vapore.

«Che stai facendo?» La voce mi si incrina alla vista del suo seno quando tentatrice scivola verso di me.

«Tu vai in montagna, io faccio ciò che più si avvicina ad una splendida vacanza a mare.» Torna a sedersi e io involontariamente stringo già la zip del mio abbigliamento pronto a tirarmela via.

«Non ci provare. Rachele, ti aspetta.» Ovviamente non cela affatto la gelosia, pronunciando il nome della ragazza con voce fintamente mielosa.

«Può aspettare per tutta la vita. Non ti lascio sola qua e se tornasse Enrico?» È talmente invitante che forse devo preoccuparmi anche di Luca.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora