Sergio
Stanchi dalla giornata fuori decidiamo tutti di rimanere a casa. Io non ho ancora digerito ciò che ho visto e soprattutto sento ancora la morsa al petto. Cazzo. Sono rimasto spiazzato dall'angoscia che ho subito provato credendo di averla persa.
Le mani di Enrico sul suo viso. Le labbra su di lei è come la scena di un film horror nella mia mente.
Faccio la doccia velocemente e mi cambio indossando qualcosa di più comodo. I jeans che trovo in borsa e la felpa verde bosco che ho posato sulla sedia sono perfetti. Scendo le scale e sento chiacchierare nella stanza delle ragazze. Passo davanti alla stanza di Luca e credo sia a telefono con Alberto e infine Enrico canticchia come suo solita nella doccia.
Al piano di sotto la casa è silenziosa e ne trovo giovamento, visto che la mia mente non ha più smesso di far rumore da quando lei è entrata nella mia vita.
Osservo il panorama dalla finestra, il cielo è quasi del tutto nero e le luci delle case danno quell'effetto presepe tipico dei posti di montagna. La luna è uno spicchio da cartone animato ed è accompagnata dalle prime stelle della sera. Mi fermo in salotto per accendere il camino. Prendo l'accendino alla mia destra e soddisfatto guardo la mia opera. Adoro osservare il fuoco e sentire l'odore della legna bruciata, forse è la cosa che preferisco nelle vacanze invernali che mi propone sempre il mio amico.
In quelle piccole fiamme che con audacia e caparbia avvolgono i ceppi prendendo vigore vedo riflesso il pensiero che ho sempre avuto di me stesso. Non ho avuto una vita difficile, assolutamente no, ma comunque negli ultimi anni ho affrontato discussioni che mi hanno portato a lottare per avere quello che desideravo e come quel fuoco ora scoppietta forte e ardente nel camino così anche io ho ottenuto la mia rivincita sulle mie scelte di vita e con sacrificio ora posso dire di avercela fatta. Resto inginocchiato davanti al camino, il suo calore è piacevole e sento le guance già più calde. Ce l'ho fatta anche se per raggiungere la mia vittoria ho dovuto deludere una delle persone che più amo al mondo. E ora? E ora, dopo pochi mesi in cui finalmente ho iniziato ad avere pace, mi ritrovo in una nuova sfida e ancora una volta sono costretto a deludere qualcuno a cui voglio bene.
Non so perché nella mia vita vada così. Non so perché le cose che desidero devono sempre avere il retrogusto della perdita.
Ma anche questa volta sono deciso ad andare avanti, a non mollare, anche se questo significa lasciar andare qualcosa.
Sospiro alzandomi ma restando comunque vicino al fuoco. Porto le mani alle tasche e resto lì a pensare a oggi, hai miei goffi tentativi di spiegarmi con lui, di confessare a Enrico quello che c'è tra me e Emma. Sono stato pietoso e la venuta di lei non ha in fondo interrotto niente, perché non credo che sarei andato oltre quel balbettare senza senso.
Scuoto la testa per la mia figura e per l'emozione di Enrico nell'aver trovato in me un sentimento che non immaginava. Il suo stupore è lo stesso che provo io quando la vedo.
Ed eccomi nuovamente a lei. Emma che avanza sulla neve con il berretto azzurro sui capelli castani che danzano sulle sue spalle a ogni passo. Al suo dolce sorriso che ti fa credere che il giorno sia migliore. Ai suoi splendidi occhi che sembrano custodire un magnifico segreto e devo ammettere che, quando lei ti permette di conoscerla veramente, ti rendi conto che lei quel segreto lo possiede davvero ed è incantevole.
La splendida mattinata di oggi ne è un esempio. Quello che riesce a farmi provare mi fa dimenticare tutto il resto. Peccato che il mondo non è fatto solo da noi.
Mi arrendo a quel punto, quando le immagini di loro due insieme tornano a tormentarmi.
Spingo la porta della cucina, è davvero nuovissima, i pezzi d'acciaio brillano alla luce del neon e sono emozionato di poterla usare. Cucinare mi rilassa. Come speravo il frigo è pieno, Enrico in questo è molto preciso, fa sempre una spesa abbondante.
Prendo gli ingredienti man mano che mi vengono idee per la cena, li sistemo sul ripiano e inizio la preparazione. Mi ritrovo a canticchiare e quando sento scendere qualcuno le scale, il mio umore è decisamente migliorato e i piatti sono praticamente a metà cottura.
Capisco che è l'unica che vorrei a entrare in stanza dal suo dolce profumo, lo avverto subito, nonostante l'odore dei cibi abbia riempito l'aria. Le note floreali mi fanno chiudere per un attimo gli occhi. Io lo distinguersi ovunque.
Cerco di non bruciarmi quando silenziosa mi si fa vicina. La vedo prendere un grembiule e in silenzio indossarlo, osserva le pietanze e si avvicina al tagliere dove i pomodori rossi sono pronti per essere tagliati. Non so perché siamo entrambi come dire, forse, imbarazzati, arrabbiati, delusi.
Se vorrei stringerla a me? Cazzo, che sì.
Se sono arrabbiato per averla vista con lui? Cazzo, che sì.
Se vorrei baciarla? Dio, darei qualunque cosa per farlo.Alla fine mi scotto realmente, porto la mano al rubinetto dopo un'imprecazione, i suoi occhi si posano sul mio dito per poi tornare al tagliere.
«Tutto bene?» Non mi guarda neanche.
Non so cosa dirle, non sono ancora pronto e quindi mi ritrovo ad apprezzare il suono della voce del mio amico ancor prima di vederlo. La sento avvicinarsi, penso sia al telefono per poi riempire la stanza dove siamo noi.
Torno ai fuochi e così fa anche Emma. Alla fine stiamo cucinando insieme, senza bisogno di parlare. Lavoriamo l'uno affianco all'altra.
Le nostre spalle si sfiorano spesso in quello spazio piccolo, come anche i nostri corpi e ogni volta sento un brivido lungo la schiena.
Odio questa sensazione. Trattengo me stesso dal desiderio di mandare tutto al diavolo, perché non mi piace questo peso che non vuole scomparire dentro di me e odio non sapere cosa fare.
È questa la gelosia? È questa la sensazione di paura che si prova quando non si vuole perdere una donna?
Con l'arrivo anche degli altri, l'atmosfera cambia. Le chiacchiere che ci circondano obbligano anche noi a parlare, per lo più a monosillabi inizialmente, poi la tensione si alleggerisce ed è piacevole scherzare con gli altri ed è facile dimenticare il perché si era arrabbiati.
Rachele mette un po' di musica di sottofondo mentre Rosi e Luca apparecchiano la tavola e ci propongono un bagno nella jacuzzi dopo la cena. Sono entusiasti da questa possibilità a differenza mia e di Emma che alla fine cede e incrocia i miei occhi. Sento l'aria fermarsi e il peso scomparire come petali al vento. Siamo lontani ed è solo uno scambio di sguardi ma è sufficiente dopo quel pomeriggio. Posso sentirla, sentire il suo calore anche da qua.
Il nostro momento viene interrotta dalla discussione infinita fra Enrico e sua sorella sul cosa fare stasera. Rachele insiste con il volere uscire e a nulla servono le spiegazioni di suo fratello dopo che tutti le abbiamo, gentilmente, detto di non volere uscire.
«Ma se vuoi proprio andare vai tu.» Insiste Enrico sedendosi poi a tavola visto che iniziamo a portare le pietanze. Anche Rachele si siede sbuffando e purtroppo per me scegli accuratamente il posto vicino a me.
«Dai Sergio, almeno tu accompagnami.» Mi tira in mezzo poggiando le sue unghia sul mio braccio.
«Non mi va, te lo già detto.» Ripeto tagliando la carne.
«Ti prego, sono in vacanza e voglio andare a ballare. Mi hanno dato il nome di un locale.» Non ho voglia di risponderle ancora e mi riempio la bocca per evitarlo. Lei inizia a mangiare ma la conversazione resta su quel punto, nonostante a turno cerchiamo di cambiare argomento. «Va bene, andrò sola, ma Sergio, tu, devi venirmi a lasciare.»
«E come pensi di tornare dopo.» Le precisa il fratello senza ottenere risposta.
«Sono sicura che riuscirò a convincerti a restare.» Sussurra quando finalmente si parla di altro. Non ho ancora accettato la sua richiesta e quando vedo gli occhi di Emma nei miei so bene cosa fare.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...