Capitolo 92

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Emma

Soffio il caffè nero tenendo con una mano la tazzina bianca, che mi ha portato Luca prima di sedersi sul mio letto e con l'altra mano scelgo indumenti dai miei cassetti impilandoli sul comò.

Sto preparando la valigia per il viaggio. Natale è ormai alle porte e io ne sono emozionata e preoccupata allo stesso tempo.

Luca mi guarda senza proferire parola il che mi agita, sono certa abbia qualcosa da dire, lui ha sempre qualcosa da dire.

«Che c'è? Perché te ne stai lì in silenzio a fissarmi?» Afferro la tazzina dalle sue mani ormai vuota e per evitare ancora i suoi occhi criptici vado in cucina a posare il tutto.

«Puoi fuggire ma non puoi scapparmi.» Sento urlare dalla mia stanza e non so se esserne sollevata, almeno ora parlerà lasciandomi forse in pace, ecco il problema “forse”.

«Eccomi. Sono pronta.» Torno in stanza e mi piazzo davanti a lui con le mani sui fianchi.

«Ho parlato con Sergio ieri sera.» Ecco, ho compreso perché si è presentato da me questa mattina in un orario che per lui è notte fonda. «Parlavamo di lavoro, di storie, di amici un po' tutti gli argomenti spinosi del momento ma...» e lì ho il terrore di sentirlo proseguire. Se io facessi due più due, considerando la levataccia che ha fatto e di cosa ha parlato con il mio ragazzo direi che non mi darà buone notizie. Mi lascio cadere accanto a lui, il letto si piega e la valigia con tutto ciò che avevo già messo dentro precipita ai miei piedi in un tonfo sordo. Penso subito che questa sia la similitudine perfetta per descrivere il crollo delle mie sicurezze.

«Ma che combini?» Mi rimprovera il mio amico alzandosi per raccogliere tutto.

«Che è successo Luca.» Meglio sapere subito se vale la pena di fare quella valigia.

«Guarda, hai rotto il vasetto della crema.» Corre in bagno per evitare il disastro e io resto con il fiato sospeso ad attenderlo.

«Che vuoi che mi importi. Vuoi parlare?» Si gira di scatto verso di me.

«Ma che ti prende?» Si accovaccia ai miei piedi e io sono tentata di strattonarlo fino a farlo parlare.

«La finisci di chiedermi cosa ho, e mi dici quello di cui avete parlato ieri.» Lo guardo seria e i suoi occhi mi guardano confusi. «Luca!»

«Calma, calma. Volevo dirti che quel ragazzo è davvero innamorato di te. Nel senso più puro e romantico.» Credo che se lo facessi a pezzi, potrei metterlo nella valigia senza essere scoperta. «Ma ti pare modo di dire le cose.» Lo colpisco alla nuca. Poi però il suo sorriso, l'eco delle sue parole oltrepassano il mio istinto omicida e mi si palesa come un arcobaleno.

«Davvero?» Può essere davvero così giusta la nostra storia?

«Sì, mi ha colpito nel profondo il modo con cui parlando di te si accendeva. Gli hai messo un fuoco dentro che non si spegnerà, ne sono certo.» Okay, posso continuare la valigia. Mi alzo e asciugo una piccola lacrima all'angolo dell'occhio, è di felicità, ovviamente, ed è così appagante e ti fa sentire così euforica la certezza di stare andato verso la via giusta. Poi, ecco la nebbia.

«Luca, io voglio aiutarlo. Io devo aiutarlo con Enrico.» Non dico niente di suo padre è una cosa personale e sono nervosa per quello che vorrei dire a quell'uomo a cui voglio bene ma che in questo momento mi fa disperare. Vorrei solo che ragionasse e si accorgesse che persone meravigliosa è suo figlio. «Non so come fare.» Esprimo solo metà dei miei pensieri.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora