Capitolo 32

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Emma

Il suo capo si abbassa verso il mio e, finalmente, la sua bocca è sulla mia come le mani che scivolano sulla mia schiena spingendomi verso di lui. Mi alzo sulle punte e quando la sua lingua picchietta sulle mie labbra gli concedo quell'accesso tanto atteso.

Un suo gemito mi dà coraggio e allora approfondisco anche io il nostro bacio e intreccio le dita fra i suoi capelli. Mi lascio trasportare dalle emozioni e lascio che le sue mani accarezzino la mia schiena prima per poi scendere più in basso.

Gli jnfiniti strati che abbiamo addosso non ci permettono di sentirci come vorremmo e un lamento da parte sua mi fa sorridere sulle sue labbra.

«Sei bellissima Emma.» I nostri nasi si sfiorano e sono pronta a ricominciare ma il telefono che squilla nella mia borsa non me lo permette.

«Scusa, devo rispondere.» Mi sciolgo dalla sua stretta e cerco il cellulare nella borsa. Per fortuna lo trovo subito e quando vedo che è Luca per la prima volta non ho la volontà di ucciderlo, nonostante abbia interrotto un momento molto eccitante.

«Pronto, Luca.» Cerco di schiarirmi la voce alquanto stridula.

«Emma. Posso venire da te.» Vorrei fargli mille domande ma il suo tono stanco mi fa solo accettare in fretta.

«Scusa Enrico, dobbiamo andare. Luca mi ha chiesto di venire a casa mia, credo non sia andata bene.» Lui annuisce e apre la portiera dell'auto per farmi accomodare. Lo vedo fuori dal parabrezza e non riesco a credere di averlo baciato.

Si siede e mette in moto. «Arriveremo presto.» Lo ringrazio e per tutto il tragitto non parliamo persi entrambi nei nostri pensieri. Quando ormai siamo davanti casa Enrico cerca la mia mano che stringe nella sua.

«Non mi pento di averti baciata.» Sembra titubante.

«Neanche io.» Il suo capo si solleva e il dolce sorriso che mi rivolge ne fa spuntare uno uguale anche sulle mie labbra.

«Forza scendi. Io vado a cercare posteggio e ti raggiungo.» Annuisco e scendo velocemente. Praticamente corro fino a casa mia e vedo subito la luce accesa al piano di sopra.

Invece di fermarmi da me salgo subito le scale e busso certa di trovare Rosi con lui.

«Emma.» Sergio apre l'uscio di casa con in mano una bottiglia di birra. I suoi occhi si posano pigramente su di me. Non riesco a leggere niente in quelle iridi scure e non so perché vorrei o pensi di dover vedere qualcosa. Mi stringo il bavero del cappotto con una mano e alzo il mento per darmi coraggio, non ho nulla di cui pentirmi o di cui devo scusarmi.

Il sopracciglio si alza e cosi anche l'angolo della sua bocca, vorrei battere il piede a terra, lo odio quando fa così. Lui capisce che ho qualcosa che mi mette in imbarazzo e io vedo solo un bel viso e l'indifferenza totale.

«Scusa, Rosi è ancora qui?» Lui si scosta così da permettermi di vedere la mia migliore amica seduta sul divano con il cellulare in mano.

«Rosi. Emma ti cerca.» Rosi che fino a quel momento sembrava assorta dallo schermo si alza subito.

«Lo hai sentito?» Si affretta a prendere la giacca.

«Sta arrivando, scendiamo.» In poco tempo è già fuori.

«Come ti è sembrato?» Il mio ex è ora preoccupato. Ecco quando si tratta di Luca mi è più facile capire che ci tiene a sapere.

«Era strano, non penso sia andata bene.» Lui storce la bocca e si passa la mano fra i capelli nervosamente.

«Cazzo, spero che almeno gli sia servito.» I nostro occhi si incrociano

«Sono certa che era una cosa che andava fatta, gli hai dato un buon consiglio.» Finalmente sono riuscita a dirglielo. Istintivamente poso una mano sul suo avambraccio e inaspettatamente sento la sua pelle calda sotto il mio palmo. Scottata la tiro via. Vorrei chiedergli scusa per quel contatto ma lui sembra non averlo neanche sentito.

«Credi? Non sono bravo in queste cose.» Insicuro mi guarda negli occhi e io lascio stare quel mio momento di debolezza. «Sono più bravo a creare problemi non a risolverli.»

«Non è questo che mi hanno detto, sei molto bravo come confidente.» Colpito mi guarda e io resisto alla tentazione di abbassare gli occhi, mi fa sentire strana quando si concentra così su di me.

«Forse come ascoltatore, la mia vita ne è un esempio.» Vorrei approfondire. Che problemi ha lui? Sembra sempre così sereno.

«Ciao, Sergio.» Rosi lo saluta invitandomi ad andare. La curiosità mi mangia il fegato ma ormai anche Enrico è arrivato e quindi non mi resta che andare a casa mia con Rosi in attesa del nostro amico.

«Domani facciamo colazione insieme?» Enrico mi fa quella proposta poco prima di posare le sue labbra sulle mie in un bacio a stampo veloce, ovviamente non me lo aspettavo, ma gli ho detto che non ero pentita di ciò che avevo fatto quindi è normale che lui si prenda queste confidenze.

La sua mano stringe la mia guancia e io alzo gli occhi nei suoi dove trovo ancora la scintilla di questa sera che non si è spenta. Mi desidera ancora e quindi al diavolo il resto.

«Mi farebbe piacere.» Acconsento. Lui mi lascia andare e allora mi volto e inizio a scendere le scale.

«Oh mio Dio! Cosa hanno visto i miei occhi.» Rosi dal canto suo non conosce la definizione del termine privacy perché non ha la pazienza di arrivare dentro casa prima di fare quell'esclamazione.

Apro in fretta la porta e la spingo dentro con forza.

«Non gridare per favore. Non voglio che ci sentano.» Le preciso mentre inizio a spogliarmi.

«Okay, ma ti ha baciata.» È cosi elettrizzata da poter essere usata come generatore. Lancia il suo cappotto sulla poltrona senza perdermi di vista.

«Sì, è successo prima di tornare a casa.» Mi incammino verso la mia stanza per togliermi quella camicia seguita a ruota dalla mia amica.

«E allora dimmi? Com'è stato? Bacia bene? Le gambe ti sono tremate?» La guardo sedersi sul mio letto.

«Vuoi chiedere altro?» ovviamente sono ironica ma Rosi non se ne rende neanche conto e se ne sta zitta in attesa.

«È stato bello.» Rifletto sulla mia risposta mentre prendo dei leggings e una felpa per poi rinchiudermi in bagno.

«Vieni fuori! Ma mi lasci così...» Finisco di cambiarmi e stringo i capelli in una coda alta. Quando torno in stanza e ancora seduta nello stesso posto e mi fa il gesto con la mano davanti alla bocca per invitarmi a continuare.

«E...» Non so che dire. « Rosi, è appena accaduto non l'ho neanche metabolizzato. Mi sembra ancora come se non fosse accaduto. È più che altro un sogno.» Sbatto le mani sui fianchi.

«Beh se è stato un sogno e lo hai trovato bello è una buona partenza.» Si alza per venirmi ad abbracciare.

Ricambio la sua stretta che dura poco infatti si tira indietro quasi subito. «Però domani, che avrai riflettuto con calma, voglio sapere tutto il resto.» Il suo dito indice e intimidatorio e sono felice quando il citofono suona in mio aiuto, entrambe saltiamo in aria.

«Ci siamo!» praticamente diciamo in coro correndo verso la porta.

Apro di colpo senza neanche chiedere chi sia, con il fiatone io e Rosi guardiamo finalmente in viso in nostro amico che, nonostante sia stanco, appare quasi felice.

«Ciao, ragazze!» Si passa la mano stancamente fra i capelli.

«Vieni dentro, forza.» Mi sposto per farlo passare e gli poso il palmo sulla schiena mentre Rosi si stringe al suo braccio. Ha le spalle rivolte verso il basso come se avesse combattuto una battaglia che lo ha lasciato senza forza.

Non diciamo nulla mentre in processione arriviamo nel mio salotto. Rosi e Luca si siedono sul divano e io mi metto seduta proprio davanti i loro piedi. Il nostro stare vicini è sempre stata una grande forza nei momenti del bisogno.

Luca si lascia andare sulla spalliera e porta le mani a coprire gli occhi per poi lasciar uscire un lamento che esprime tutta la difficoltà della serata.

«Cazzo, se lo amo.» È il bisbiglio che ci fa guardare me e Rosi preoccupate: che non sia davvero andata bene.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora