Capitolo 12

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Emma

Batto le ciglia e guardo entrambi con coraggio nonostante vorrei già scappare.

«Allora facciamo un brindisi!» Luca attira l'attenzione di tutti e alla fine è Enrico a versarmi il liquido gelato. Sergio si è tirato indietro posando subito dopo la bottiglia e afferrando il suo boccale.

«Grazie.» Il mio è un bisbiglio. Lui mi strizza l'occhio e come tutti gli altri si avvicina al centro del tavolo per l'invito del mio amico.

«Alle nuove avventure. Alle nuove possibilità. E a quello che di bello ci da questa imprevedibile vita.» In coro pronunciamo il fatidico cin-cin per poi iniziare a chiaccherare.

Ovviamente a tenere il polso della conversazione è il mio amico, in breve tempo inizia il terzo grado ai due ragazzi fornendomi un'infinità di informazioni senza far loro capire nulla. Luca, infatti, inizia con il parlare di sé stesso e del suo lavoro accennando anche a Rosi, così da mettere tutti a proprio agio e poi eccolo iniziare l'interrogatori.

«Enrico, raccontaci, tu cosa fai?» il ragazzo dagli occhi verdi non perde tempo a rispondere.

«Sono un avvocato. Avvocato penalista in realtà. Lavoro in uno studio importante qui a Milano.» Lo osservo parlare, ha una mano sul tavolo, le dita giocano con il boccale e uno sguardo fiero per ciò che è diventato.

«Ti piace molto il tuo lavoro, eh?» questa volta a parlare è stata Rosi leggendomi nel pensiero.

«Sì, molto. Mentre studiavo ho iniziato ad apprezzare la legge, la giustizia, la possibilità che non va negata a nessuno e ho capito che stavo, davvero, costruendo il mio futuro.» I suoi occhi si posano nei miei e io gli sorrido comprensiva.

«Deve essere bello.» Alza un sopracciglio interrogativo. «Deve essere bello fare ciò che piace.» Me ne esco così imprevedibilmente. Cosa voglio dire, anche io faccio ciò che mi piace.

«Perché, per te non è così?» Bevo un po' di liquido ambrato nella speranza di alleggerire la mia mente sempre attenta.

«Sì, certo che sì.» Di sfuggita vedo che anche Rosi mi guarda stupita. «È che mi ha colpito come ne hai parlato tu.» I discorsi dei ragazzi vanno avanti, non so bene dove, mentre io resto nella nostra parentesi con Enrico.

«Merito della dialettica degli avvocati.» Credo che abbia compreso il mio imbarazzo e con quelle parole fa ridere entrambi.

«Di dove sei?» mi ritrovo a chiedere con una tranquillità frutto della birra. È ormai un ricordo nel mio bicchiere.

«Sono, di qui. Di Monza in realtà, ma non mi sono spostato come te o Sergio.» Annuisco.

«Dove vi siete conosciuti con Sergio?» incuriosita continuo io stessa a fare domande.

«All'università.» Come immaginavo, quindi è anche lui avvocato. «E da quel momento non ci siamo più lasciati.» Il suo tono accorato attira l'attenzione dell'altro ragazzo al mio fianco.

«Purtroppo.» Borbotta Sergio, facendoci sorridere. Enrico non lo lascia impunito e inizia a raccontare aneddoti sul suo povero amico, il quale, gli risponde con piccole frecciatine simpatiche. È ben chiaro che il loro legame è un po' come il nostro. Li guardiamo battibeccare scoppiando spesso tutti a ridere.

Ogni tanto incrocio gli occhi di Rosi e di Luca e noto in loro la stessa sensazione positiva che provo anche io. Si è creata un'aria rilassata e la lingua di Luca si scioglie di conseguenza, a discapito nostro, inizia a parlare di me e Rosi senza censura.

Rossa come un pomodoro all'ennesimo racconto vorrei tirargli la bottiglia di birra che ho davanti in testa, non posso credere gli stia raccontando certe cose e neanche Rosi che essendo più vicina riesce a intervenire.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora