Capitolo 3

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Emma

I due si bloccano a guardarmi, forse colpiti dal mio tono allarmato, restano a fissarmi senza dire niente. Attendono la fine della mia pausa, che non è dovuta alla suspance, ma alla mia mente che ritorna alle parole di mia madre e poi ancora più indietro, fino alla mia infanzia.

«Beh...» Mi schiarisco la voce. «I miei hanno affittato il piano di sopra...» Luca richiude la bocca deluso. «Il nuovo inquilino arriverà nel fine settimana.» Intreccio le dita e alzo gli occhi al cielo ancora scossa da questa notizia.

«Non capisco dove sta il problema.» Il mio amico afferra il panino e riprende a mangiare tranquillamente, mentre gli occhi di Rosi mi scrutano in cerca della risposta che sto per darle.

«È un ragazzo...» Gli occhi verdi di Luca si illuminano.

«Questa è una notizia meravigliosa.» Riposa l'hamburger sbattendo le mani emozionato.

«La fai parlare!» Si intromette la mia amica che non ha più toccato cibo. Si porta i capelli biondi dietro le orecchie senza distogliere i suoi occhi da me.

«Il fatto è che, io, lo conosco già.» Sempre più irrequieto il ragazzo davanti a me muove la testa in avanti invitandomi a continuare, non ha mai avuto molto pazienza e so che ben presto mi manderà a quel paese se non mi sbrigo ad arrivare al punto.

«Lui e io ci conosciamo da quando eravamo bambini, i nostri genitori erano molto legati e non c'è stata estate che non abbiamo trascorso insieme dalla nascita ai miei quattordici anni.» Non dimenticherò mai quell'ultima estate. «Nonostante ci obbligassero a giocare insieme non abbiamo...»

«Davvero vuoi partiti dalla preistoria?» Ora sono io a sgranare i miei occhi nocciola.

«Non è preistoria, ho quasi trent'anni non cento.» Lo fulmino indispettita, presto farò il compleanno e come per tutte le cifre tonde non ne sono molto contenta.

«Luca se la smetti di interromperla, forse, giungeremo ai giorni nostri velocemente.» La bionda lo rimprovera colpendogli il braccio con una manata prima di voltarsi nuovamente verso di me. Non so se guardare male anche lei per la precisazione del tempo che ha fatto... ma alla fine opto per continuare.

«Dicevo... non avevamo niente in comune. Lui è sempre stato un tipo sportivo mentre io...» storco la bocca. «Per niente. Lui si arrampicava, io giocavo con le bambole. Poi lui giocava a pallone e io leggevo e così via fino ai nostri quattordicianni.» Prendo un grande respiro. «Come ogni anno ci siamo ritrovati appena finita la scuola e lui era... era cambiato. Certo la pubertà era finita, ma non era solo per il suo aspetto fisico. In realtà era cambiato per me.» Luca è ora assorto nel mio racconto come anche Rosi. Non fiatano attenti. «Era così bello e dolce e poi il suo sorriso... ne rimasi incantata. La sera, quando tornava dalle sue uscite, ce ne stavamo a vedere un film sul divano di casa mia e mi sembrava tutto perfetto e quando una sera mia madre mi obbligò ad uscire con lui, mi sentivo così nervosa. Passai la serata a guardarlo giocare una partita di calcetto con accanto una schiera di ragazze che sospiravano ogni qualvolta lui toccasse la palla.» La voce si affievolisce, mi sono sentita così stupida quella sera. Ero solo una delle tante che gli moriva dietro. «Prima della fine della partita me ne andai, non aveva senso stare lì a sperare.»

«Ma passavate del tempo insieme.» La protesta di Rosi è accalorata come se stesse guardando un film d'amore in tv.

«Sì, ma prima usciva con altre. Cosa ero io per lui.» Le faccio notare.

«Continua.» Ora è Luca a zittire Rosi.

«Comunque, prima che aprissi il cancello di casa nostra lui arrivò alle mie spalle e mi strinse a lui abbracciandomi da dietro.» I brividi di quel momento solleticano il mio corpo. «Rimasi senza parole, ma lui no. Mi chiese perché ero andata via.» Un bisbiglio nel mio orecchio. «Io continuavo a tacere anche quando mi lasciò per farmi girare verso di lui. I suoi occhi neri brillavano come onice mentre, lentamente, il suo capo si avvicinava al mio.»

«Lo sapevo!» Luca urla entusiasta.

«Ora ricordo, quando ci siamo conosciute a scuola tu eri triste per aver lasciato un ragazzo... aspetta... Sergio, si chiamava così, vero?» Annuisco e rimango colpita dalla sua memoria.

«Lui è stato il mio primo bacio...» Bisbiglio imbarazzata.

«Perché lo hai lasciato allora.» Luca è arrabbiato.

«Non potevamo affrontare un rapporto a distanza a quell'età e non potevamo stare insieme. Mio padre aveva accettato una promozione e a settembre ci trasferimmo qui e quindi prima di partire gli dissi addio.» Rosi mi stringe le mani ricordando quanto avevo sofferto per quella decisione. «Lui ha cercato di farmi cambiare idea e mi ha scritto fino a Natale. Io, invece, non gli ho mai risposto.» Stringo il labbro fra i denti.

«Perché?» Si è davvero fatto coinvolgere anche lui dalla mia storia.

«Ho cercato di farle cambiare idea.» Rosi ha davvero insistito molto a quei tempi.

«Oh, com'è pazzesco che ora lui venga ad abitare qui, proprio quando tu sei libera e in cerca di un uomo.» Il solito romantico.

«Io non sono in cerca di un uomo.» Luca alza il sopracciglio.

«Dovresti. Sono passati due anni da quando hai dato il ben servito al povero Fabio.» Piega la testa ripetutamente come se il povero Fabio fosse morto.

«Altra parentesi di cui non vorrei ricordare i dettagli in questo momento. Sono particolarmente sensibile oggi al mio passato.» Mi stiro i capelli sul capo con le dita indietro.

«Ma dovremmo...» lui insiste.

«No, abbiamo già deciso che ha fatto bene in quel caso.» Si intromette Rosi. «Però, amica mia, non capisco cosa ti preoccupa. È passato tanto tempo come prima cosa e come seconda potrebbe essere bello rivederlo.» Alzo gli occhi al cielo.

«Non lo so, ho la sensazione che accadrà qualche disastro. Ma come potevo dire a mia madre di non volere il suo figlioccio qui con me. Era così entusiasta.» Sbatto la testa sul tavolo facendo tintinnare il ghiaccio nei bicchieri.

«Non fare così.» La risatina di Rosi mi fa stare peggio. «Ripeto, secondo me sarà interessante. E poi chi lo sa...» alzo la mano.

«No, non continuare. Non succederà niente fra noi. Quel treno è già passato.» La zittisco subito. Inorridisco alla sola idea, non ho voglia di fare la figura dell'idiota ancora con lui. Nonostante tutto è pur sempre stato il mio primo amore.

«Vedremo.» Odio quando fa così e odio anche lo sguardo da cupido di Luca.

«E tu finiscila con quella faccia. Non ci saranno storie d'amore nel mio futuro prossimo. Magari potrà essere per voi una novità fortunata.» Li indico per spostare l'attenzione su di loro.

«Pensi possa essere diventato gay?» Luca si porta la mano al mento pensieroso. Lo guardo per un attimo nei suoi occhi speranzosi per poi scuotere la testa risoluta.

«No.» Sinceramente sono certa che non sia così, nonostante non lo veda da tanto tempo.

«Allora resti solo tu Rosi.» Luca sospira e guarda la nostra amica che scuote la testa decisa.

«Non mi metterò mai con un ex della mia migliore amica. È una cosa imbarazzante.» Beh, la capisco, non lo farei neanche io.

«Ah! Non vedo l'ora di conoscerlo.» L'entusiasmo di Luca mi fa stringere nelle braccia. Non credo che mi aiuteranno molto questi due.

Ora sono io a osservarli in silenzio mentre li ascolto immaginare le più improbabili, se non assurde, possibilità che l'amore fra me e Sergio trionfi ancora una volta. Si fissano stringendo le mani al petto e sospirando a ogni lieto fine proposto e allora io addento una patatina per bilanciare tutta quella dolcezza con il sapore salato che investe il mio palato.

Mi estraneo presto dai loro discorsi e quando la notte mi ritrovo a caldo nel mio letto è la sera di sedicianni fa che si ripresenta nella mia mente con tutte le emozioni, gli odori e i suoni che hanno reso quel momento unico.

E non voluto un pensiero si affaccia nella mia mente: e se... no! Assolutamente no!

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora