Capitolo 86

961 36 41
                                    

Sergio

«Buonanotte.» Sfioro leggermente le labbra di Emma, perché se mi concentrarsi di più non la lascerei andar via. Inalo il profumo della sua pelle che ho imparato a conoscere.

Siamo nel corridoio davanti alla sua stanza dove ci siamo fermati per salutarci. È stato bello chiacchierare con lei giù in veranda ed è stato bello scoprire il suo segreto. Il fatto che abbia avuto abbastanza fiducia in me per raccontarmi della sua passione mi ha fatto sentire felice, importante, una grande prova da parte sua.

L'ho accarezzata e baciata dopo quella rivelazione fino a sperare che finisse il tempo ma, ovviamente, non è stato così e allora mi sono trovato costretto a resistere e ad accompagnarla in stanza, come è giusto che sia.

«Buonanotte.» Bisbiglia lei restituendomi il bacio ma rimanendo quell'attimo in più fra le mie braccia fino a sentire il cuore nelle orecchie. Non c'è più tempo.

Con un sospiro ci allontaniamo l'uno dall'altra, è arrivato il momento di andare veramente a dormire.

Resto a fissare il legno della porta chiusa, intento ad ascoltare il mio cuore, la mia testa, la mia volontà e alla fine a passo lento me ne torno in camera. Mi sento sempre più strano, ma è qualcosa che diventa più bello ogni attimo.

Il nuovo giorno appare uguale a quello precedente fin dal mattino, è la sola presenza di Rachele in montagna che lo rende più stressante e meno piacevole.

Impartisco qualche nuova lezione a Emma, per quanto le occhiate di Enrico e la pressione della sorella mi permettono e quando, infine, ci sediamo al bar per un aperitivo a fine giornata, riesco finalmente a tirare un sospiro di sollievo, anche questo giorno sembra giunto al termine e io sono sempre più irrequieto.

Nervosamente gioco con l'etichetta della mia birra, non ascolto i discorsi dei miei amici, sento l'urgenza di concludere questa storia assillarmi.

Senza che me ne rendo conto, Emma, mi si avvicina sfruttando una chiamata improvvisa che fa alzare il mio amico.

«Ehi.» Al contatto della sua mano sul maglione mi irrigidisco convinto che sia Rachele ma poi quel monosillabo si ripete e non ho dubbi su chi sia.

«Ehi.» Sospiro a trovarla vicina. Poso la mia mano sulla sua il tempo di sentirne il calore.

«Sei un po' assente.» Mi guardo intorno e vedo gli occhi di Rachele addosso.

«Sono solo un po' stanco.» Le faccio un mezzo sorriso e mi tiro indietro.

Emma segue il mio sguardo e imitando il mio gesto torna al suo posto per poi prendere il bicchiere fra le mani e girarsi verso Rosi.

Per evitare di farla preoccupare cerco di partecipare di più alla conversazione e sono io stesso a proporre di andare a mangiare fuori questa sera, ottenendo un assenso unanime.

Sistemo il maglione blu sui jeans per poi passare la mano sui capelli che forse ora sono davvero troppo lunghi sui lati.

Li porto indietro più volte ma come sempre alla fine sono loro ad avere la meglio. Spruzzo il profumo sotto il collo e indosso l'orologio al polso, così facendo guardo l'ora e mi rendo conto che sono già in ritardo di dieci minuti.

Prendo il giubotto e il telefono e spengo la luce dietro di me avanzando nel corridoio e poi giù per le scale.

L'unico seduto sul divano è Enrico. Ha un bicchiere in mano con qualcosa di ambrato dentro. Il suo sguardo è perso nel fuoco del camino e anche se vorrei tirarmi indietro alla fine giungo fino a lui e mi siedo nella poltrona libera alla sua destra.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora