Emma
Il viaggio di ritorno con Enrico è altrettanto piacevole. Stiamo entrando in sintonia ed è una cosa strana, ma bella.
Purtroppo non ho ricevuto nessun invito da parte sua per questa sera e rifletto su questo al supermercato mentre scelgo cosa cucinare stasera per i miei amici.
Non lo capisco cosa gli giri per la testa. Mi fa proposte per uscite future però niente per quelle imminenti come: stasera. Avrei anche detto di sì. Ci ho riflettuto e mi piace stare con lui e devo dire che mi sento anche rispettata. Sento che non gli sono indifferente, anzi, ma nonostante questo è sempre molto discreto, pacato. Forse tranne la prima sera in cui mi ha confessato apertamente quello che pensava di me per il resto è tutto un piccolo passo e frenata. Sarà colpa mia? Forse percepisce la mia titubanza ma non sa che è dettata dalla paura. In fondo parliamo dell'uomo dei miei sogni che mi porta a lavoro e mi riporta a casa, è normale temere di essere più coinvolta di quanto sarebbe giusto.
Il carrello è ormai così pieno che ho il dubbio di non poter caricare tutto sulla mia cinquecento. Ho preso di tutto: dal bere al cibo ai prodotti per la casa. Quando varco la porta sono sudata per l'avanti e indietro che ho fatto dal parcheggio e ho pure tutti i capelli bagnati e appiccicati alla testa visto che ha ripreso a piovere.
Non mi è sfuggito però che la luce del piano di sopra era accesa, ovviamente, non sono riuscita a non sbirciare. Corro in stanza per togliermi i capi bagnati e asciugarmi i capelli, non voglio aver qualche malanno, poi non potrei farmi accompagnare a lavoro da lui. Il vedere che era in casa mi ha fatto un po' di piacere, forse un pò più di un po', questo perché ho la certezza che non sia uscito, soprattutto, con qualcun'altra.
Torno in cucina e finisco di sistemare tutto ciò che ho comprato, metto il pollo nel forno con le patate e comincio ad apparecchiare la tavola ed è proprio in quel momento che la subdola voce di mia madre mi invita a fare una cosa che non è assolutamente da me.
Suono a quella porta con la possibilità che decida di scappare prima ancora che qualcuno giunga alla porta. Non ho preso il giubbotto e sto congelando in quel pianerottolo poco illuminato quando la porta si apre e il perenne uomo uscito appena dalla doccia mi apre.
Sergio ha nuovamente i capelli bagnati ma non è da quel dettaglio che capisco che sia appena uscito dalla doccia, ma dall'accappatoio blu che indossa. La spugna sembra rifiutarsi di contenere i suoi muscoli ed è per questo che mentre con un asciugamano in mano si friziona i capelli i baveri sul petto si aprono mostrandomi i suoi addominali e pettorali molto più che definiti, sono scolpiti sul suo corpo e la pelle che li ricopre con qualche piccola gocciolina di acqua si tende a sfidare la mia forza di volontà. Può davvero la decenza decidere che sia sconveniente per una ragazza toccare gli addominali di un ragazzo? In fondo siamo amici, che c'è di male.
«Ciao, Emma.» Okay, forse dovrei alzare gli occhi. E io che stupidamente avevo anche pensato che se fosse venuto ad aprire Sergio sarebbe stato più facile.
«Ehm, ciao.» Sto andando bene.
«Ti serve qualcosa?» mi sembra di notare una scintilla di divertimento in quel manto nero che sono i suoi occhi e se da un lato vorrei tornare all'idea della fuga, dall'altra sarei tentata di tornare a fissare il suo corpo. Così, solo per vedere chi alla fine l'avrebbe vinta.
La luce è quasi una fiamma ora e il suo calore riscalda le mie guance che nonostante il freddo si colorano di rosso. È una sfida silenziosa e alla fine è lui che decide di interromperla, ma anziché sentirmi vittoriosa mi sento solo confusa. Che diavolo mi prende?
Accarezzo la treccia che ho poggiata sulla spalla e decido di andare fino in fondo. «No, sono salita per sapere se vi andava di cenare da me, vengono anche Luca e Rosi e pensavo potesse essere carino...»Potrei continuare a parlare all'infinito per l'imbarazzo che sento dentro soprattutto quando dal corridoio spunta anche Enrico e, ovviamente, non poteva essere vestito come la sottoscritta. No. Il suo accappatoio e verde acqua e devo dire che Luca apprezzerà moltissimo quello che ho scoperto.
«Emma?» ovviamente è stupito di vedermi davanti alla loro porta anche se non c'è voluto molto appena dieci gradini.
«Enrico...» non so se ho la forza di riformulare la proposta e mi ritrovo a chiedere aiuto al mio ex che continua a fissarmi e a innervosirmi. Ma non eravamo amici noi due ieri sera? Questo gli dicono i miei occhi mentre lo vedo decidere se parlare in mio aiuto o no.
«Emma è venuta a invitarci per scendere a cenare da lei, ci sono i ragazzi.» Continua a guardare me. Abbassa l'asciugamano tenendolo al fianco. «Per me va bene.»
«Si, anche per me. Mi farebbe molto piacere.» Con riluttanza vado oltre quel corpo bollente, perché parliamoci chiaro non lo sto toccando ma, cazzo, se lo percepisco.
«Bene, allora vi aspetto giù.» Vi prego vestitevi con tanti strati. «Vado.» Sorrido e maldestramente inizio a scendere le scale. Me la sono proprio cercata.
Quando racconto del siparietto ai miei amici Rosi inizia a ridere come al suo solito scatenando la mia impazienza e Luca mi chiede il numero di peli che avevano sul petto.
«Ti ripeto che erano entrambi rasati. Perfettamente depilati.» Apro la bottiglia di vino bianco che hanno portato i miei amici e inizio a riempire i nostri bicchieri. Il pollo è ormai pronto e dai suoni che ho imparato a conoscere sono certa che stanno per arrivare.
«Non so se li preferivo un po' più rudi.» Io non posso sentirlo parlare ancora per molto. «Sono così perfetti che un po' di animo selvaggio gli avrebbe fatto bene. Alberto non si depilava.»
«Non so se volevo saperlo.» Giro intorno alla penisola è controllo ancora l'ora. «Ma mi fa piacere che tu ci pensi ancora, perché non lo chiami allora?» Mi porto il bicchiere alle labbra mentre con nonchalance lo guardo. Rosi si volta immediatamente verso di lui i cui occhi si accendono di fastidio.
«Dicevo così per dire.» Vorrei insistere sul sapere il perché lo abbia lasciato? Perché farlo se è così palese che tiene a lui. Il campanello suona e lo salva dal mio possibile assalto e anche da quello di Rosi che mi guarda per poi alzare le spalle. Anche lei vorrebbe sapere.
È Luca che va ad aprire la porta dandomi il tempo di respirare e stirare il maglione grigio sopra i leggings neri.
«Benvenuti.» Sempre teatrale Luca li saluta e poi li porta da me, cioè, volevo dire, da noi.
Fortunatamente la cena era squisita o almeno è cosi che gentilmente Enrico mi dice e in fondo anche Sergio che mangia il primo boccone e poi mi strizza l'occhio a conferma del discorso di ieri, gli è piaciuto anche questo.
Mentre parlo con Rosi e Enrico dell'ultimo film che abbiamo visto al cinema sbircio verso il divano dove Sergio e Luca stanno parlando in modo serio. Lo capisco perfettamente dall'atteggiamento di Luca e devo dire che anche Sergio sembra concentrato sulle parole del mio amico. Sono curiosa di sapere cosa si stiano dicendo, mi sposto sulla sedia per avvicinarmi ancora un po' ma poi la mano di Enrico si posa sulla mia adagiata sulla tovaglia di cotone bianco e non posso che lasciarmi guidare a lui da quel gesto.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...