Emma
Siamo finalmente in aeroporto. Ci tocca correre per non perdere il volo ma una volta giunti al gate la solita coda ci attende e per una volta non mi dispiace poi tanto, almeno avrò modo di riprendermi un po', sono senza fiato.
Mi siedo sospirando su una delle poltroncine nere che mi permette di vedere lo scorrere dei passeggeri. Cerco di ricordare se ho davvero preso tutto, visto che gli ultimi giorni sono stati intensi. Mentalmente conto i cambi sia per me che per Sergio.
Eccolo, proprio lui che sta bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglietta che ha appena comprato nell'unico bar dopo il check-in. Mi sorride e me la porge per poi darmi un bacio sulla fronte. Il suono del suo telefono si spande fra di noi attirando anche le occhiate delle persone vicine.
Lo vedo cercare nelle tasche della giacca, aggrottare le sopracciglia e infine rispondere. Sono certa non sappia di chi si tratti ma dopo poche parole scambiate sembra illuminarsi. Mi fa cenno con un dito che si allontana un poco per parlare e così si sposta verso la vetrata. Riesco solo a sentire il suo "sì, sono stato io a inviarlo". Decido che non è importante e dopo aver bevuto ed essermi guardata un po' in giro decido di prendere anche io il telefono.
Apro la chat con i miei amici e la foto di Luca che mi prega di poter aprire il suo regalo prima di Natale mi fa sorridere.
"Non se ne parla proprio!"
Gli mando il vocale che viene seguito da faccine tristi da parte sua. Visto che non saremo insieme mi sembrava giusto non aspettare il rientro dalle ferie per i nostri regali e anche io dò un'occhiata ai due pacchettino dentro la borsa con molta curiosità: quello di Rosi ha la carta e il nastro rosso lucido mentre il sobrio Luca ha scelto un giallo oro super brillante.
Mando loro un emoticon con il bacio a cuore, mi mancano già. Rimetto tutto in borsa compresa l'acqua e torno a guardare Sergio che parla sorridendo soddisfatto mentre passeggia avanti e indietro. I suoi occhi ogni tanto raggiungono me per poi tornare a guardare i suoi passi. Chissà che tipo di telefonata sarà, ma sembra contento.
Quando iniziano a chiamare gli ultimi imbarchi mi metto in fila e cerco con la mano di attirare l'attenzione di Sergio che subito avanza a passi lunghi verso di me.
«La chiamerò lunedì. Grazie ancora, a risentirci.» Finisce così la chiamata e prende dalle mie mani il borsone e un trolley.
«Tutto bene?» Indago. Ma è ovvio di sì.
«Oh, sì sì.» Prende nuovamente il telefono per visualizzare i nostri biglietti digitali.
«Sembrava una telefonata che ti ha fatto piacere.» Le sue labbra si allargano felici.
«Sì, hai ragione. Molto.» Capisco che non mi dirà altro e allora lascio stare il discorso concentrandomi sul volo che ci riporterà a casa.
Entriamo in cabina alla ricerca del nostro posto. L'hostess, poco distante, da un'occhiata al mio ragazzo che mi precede e in poche falcate è già al suo fianco.
«Come posso aiutarti?» Gli sorride mielosa. Sergio distratto dai numeri le indica quello che stiamo cercando. Lei sorride e posando le sue lunghe dita sul suo braccio lo inviata a seguirla fino al nostro posto.
Vedo sculettare quella biondina davanti al mio ragazzo fino alla fila 20d dove si gira e torna a mangiarlo con gli occhi. Approfitto del movimento di Sergio di posare il borsone sullo scomparto, mi faccio piccola e gli passo davanti coprendo la visuale dei suoi addominali a quella gallina in calore.
«Amore, puoi posare anche questa?» Sergio allunga la mano verso di me e io mi volto verso zampe di gallina e le sorrido falsa.
«Grazie, stiamo bene così, può andare.» Credo che il caschetto biondo si sia appena arricciato di invidia. Il mento le si alza e senza degnarmi di un saluto va via.
«Che maleducata.» Mormoro a Sergio che ignaro si siede al mio fianco. Mi bacia la tempia e cerca le cuffie del suo telefono. Ovviamente, non ha capito niente.
«Scusate, questo è il mio posto.» E no, eh. Come se oggi il mondo ce l'avesse con me. Una splendida rossa si protrae verso di noi per accomodarsi accanto al mio uomo. Non appena lui le sorride galante spostando la gamba, la tipa sembra accendersi come un semaforo. Alzo gli occhi al cielo e maledico questo volo.
Senza pensarci due volte, faccio subito la mia mossa. «Amore, posso mettermi al tuo posto?»
«Ma non volevi il lato finestrino.» Innocente mi fa presente quanto io gli abbia sottolineato questo fatto. Credo di avergli fatto cambiare volo per questa cosa. Metto il labbro in fuori e lui, come già sapevo, non resiste. «Okay.» Si alza cercando di farmi spazio e io al pari della migliore contorsionista sono già al suo posto.
«Salve.» Altro splendido sorriso di plastica per la rossa, stavolta e poi mi giro verso la causa di tutto. «Grazie.» Mi avvicino alle sue labbra e le sfioro dolcemente.
La sua mano corre alla mia guancia. «Ho come l'impressione che sei stata investita da una ventata di gelosia, mia dolce Emma.» Apro gli occhi scoperta e mi mordo il labbro colpevole. «Beh, continua pure. Mi piace sentirmi chiamare "amore" non lo hai mai fatto.» Sottolinea lui liberando il mio labbro dalla stretta dei miei denti. Sorride sexy e sono io ora ad accendermi come un albero di natale. «Non temere amore mio, io desidero solo te.» Sussurra sulle mie labbra prima di spegnere i tentativi di chiunque. Da dolce il bacio diviene appassionato e mi fa tremare le gambe oltre che stringere l'addome.
La sua lingua gioca con la mia, morbida e voluttuosa e se non si fosse appena fermato penso che avrei iniziato ad ansimare. La rossa al mio fianco si fa aria con la mano, sapesse io come sono accaldata.
Cerco di schiarirmi la gola e torno a poggiarmi allo schienale, dovrei essere più tranquilla, mentre il mio cattivo ragazzo torna alla sua musica.
Beh, come inizio vacanza non è niente male.
Il volo dura la classica ora e mezza. Respirare l'aria della mia terra all'uscita dall'aereo mi fa sentire al posto giusto. Alzo gli occhi verso Sergio che è al mio fianco e come me sorride felice.
«Adoro, l'odore di salsedine anche in inverno.» Non posso che essere d'accordo con lui. Le nostre mani si intrecciano complici e a passo svelto andiamo verso l'aria bagagli.
«Non vedo l'ora di rivedere la mia famiglia.» Lo stringo alla vita mentre aspettiamo davanti al rullo che gira a vuoto.
«Anche io.» Mi bacia i capelli e accarezza la mia schiena. Resto a guardare i suoi occhi neri e vi leggo la leggera tristezza che prova sempre quando pensa a suo padre. Gli sfioro la mandibola, il mento e infine le labbra. Spingo le mie sulle sue morbide nella speranza, con la pressione che faccio, di fargli dimenticare tutto, tranne me. Lo continuo a guardare e così ora fa anche lui. Vedo i suoi occhi scrutarmi curiosi e infine lo sento lasciarsi andare. Sospira sulle mia bocca per poi baciarla a stampo e tirarsi indietro.
«Vedrai, andrà bene.» È strano che sia lui a dirlo a me. La mano destra sale ad accarezzare la piega al centro della mia fronte. «Andrà bene perché tu sei con me.» Il rumore del primo bagaglio ci distrae. Come sempre tutti ci affolliamo in avanti nella speranza di essere i primi.
Le valige colorate scivolano davanti i nostri occhi. Lascio a Sergio il compito di recuperarle e mentre lo guardo sento il mio petto scoppiare.
Io lo amo davvero. Come non mi è mai accaduto in vita mia.
Vorrei correre da quello zuccone di suo padre già subito, ma poi Sergio mi sorride e mi arrendo ai programmi che avevamo fatto per oggi, ma riuscirò a fare ragionare anche lui prima del nostro ritorno a casa.
«Andiamo?» mi invita con il capo e come potrei rifiutare.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...