Emma
È una partita quella a cui sto giocando. Si alternano mani fortunate a altre meno. È assurdo che voglia convincermi dei buoni sentimenti di Enrico un momento prima e solo dopo alimentare la mia voglia di lui ammettendo che non gli sono affatto indifferente, anzi.
Cerco in tutti modi di farlo ragionare. È vero, non ho intenzione di arrendermi, se non per qualcosa di vero e concreto non per sentimenti confusi come la paura.
Quando mi posiziono su di lui è per questo che lo faccio. Per avere la sua totale attenzione e sono felice quando mi rendo conto di averla, ma non posso impedire al mio corpo di fremere per quel nuovo contatto. Lui si agita sotto di me sorpreso e io desidero ardentemente che mi tocchi. Vorrei sentire i suoi palmi sulla mia pelle e non riesco a trattenere il piacere quando mi rendo conto che non sono l'unica a reagire a quella posizione.
I suoi occhi neri mi scrutano incerti su cosa io voglia davvero da lui e allora decido di dirgli tutto e quando è anche lui ad aprirsi con me sono certa di voler combattere per questo sentimento che fa scoprire al mio cuore nuovi battiti.
Andremo piano, non sto dicendo di volerlo sposare, né ho la necessità dell'etichetta di fidanzata mi basta stargli attorno senza vergognarmi di ciò che provo.
«Cazzo, Emma!» Al suono disperato del mio nome capisco di aver vinto. Leggo perfettamente nei suoi occhi il momento in cui il desiderio annulla le sue remore e quando la sua bocca è finalmente sulla mia sono certa che questa sia la passione, il travolgente desiderio di possedere e essere posseduta da qualcun altro completamente.
Una forza cresce dentro il mio corpo e sembra espandersi fino a comprendere anche lui. La sento passare fra di noi piena di frenesia e desiderio.
La foga di Sergio mi fa girare la testa. Il sangue scorre nelle mie vene velocemente facendomi muovere su di lui incontrollata. Stringo i suoi capelli, la sua maglietta, la sua carne.
«Voglio sentirti.» Ansimo sulla sue labbra prima di accarezzargliele con la lingua. Un suono profondo precede le sue dita che afferrano il mio sedere spingendomi su di lui ancora e ancora.
«Mi fai perdere la ragione. Sai che non dovrei...» Morde il mio lobo per poi lasciare una scia di baci fino alla base del collo provocandomi la pelledoca. La smania di liberarmi dei vestiti mi fa allontanare da lui. Resto in piedi davanti a Sergio che solo con gli occhi riesce a comunicarmi il suo desiderio. Sento la pelle fremere dal collo l'elettricità scende lenta lungo la spina dorsale fino a farmi tremare le gambe e davanti mi lambisce i seni per poi proseguire stuzzicante fino al punto che sento vibrare. Potrei venire solo alla promessa che leggo in quel nero.
Le braccia lungo i fianchi aspettano il mio ordine ma il solito timore di mostrare il mio corpo mi fa tentennare, sono una stupida non avrò mai il coraggio. Abbasso lo sguardo sulla sua maglia vergognandomi di me stessa. Non voglio che veda quanto mi sento inadeguata.
«Emma. Emma, guardami!» Mi porto una mano al viso e poi tiro indietro i capelli. «Ho detto guardami. Guarda quello che mi fai.» Vorrei resistere ma alla fine lo accontento e non posso credere che lui provi questo.
Scruto ogni dettaglio: i cappelli neri in disordine, il suo viso tirato, il torace che si alza e abbassa come se avesse corso e poi più giù. Il mio sguardo vaga sul suo corpo, sulle mani che prima mi hanno accarezzato e che ora stringono le cosce muscolose in attesa.
«Sei bellissima!» La sua bocca pronuncia quelle parole tentatrice e poi i suoi denti stringono il labbro inferiore con ardore e io non posso che immaginarlo su di me. «Se solo ti vedessi...» torno ai suoi occhi leggermente offuscati e non posso credere che sia davvero per me che quello splendido uomo sembra essere trepidante. Incoraggiata dalla sua reazione ritrovo il coraggio.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...