Capitolo 41

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Emma

Non posso credere che la settimana sia giunta al termine. Con i piedi doloranti cammino verso il pub che mi ha indicato Enrico per il nostro aperitivo del venerdì sera. È tutta la settimana che trascorriamo il tempo insieme, per andare e tornare dall'ufficio, cene e tante chiacchiere, però non siamo andati oltre a qualche bacio. Sergio mi ha riportata sulla giusta via, non so cosa mi fosse preso ma era sbagliato. Ha ragione lui, quello che io cerco è una persona affidabile e dolce qualcuno con cui condividere una vita.

Attraverso la strada velocemente. Non ho avuto modo di stare neanche con Rosi e Luca e quindi non sanno niente del mio momento di debolezza, possiamo chiamarlo così. Solo mercoledì sera mentre io e Enrico stavamo cenando si è presentato Luca senza preavviso, era a lavoro in zona e voleva beneficiare di una cena gratis.

Funziona meglio di un contraccettivo. In verità appena ha capito che non ero da sola era pronto ad andare ma, Enrico, ha insistito che restasse e alla fine hanno anche chiamato Sergio.

Ho cercato di dissimulare qualunque cosa la sua vista mi provocasse e lui sembrava contento di vedermi con il suo amico, neanche una smorfia sul suo viso alle attenzioni che Enrico mi dedicava.

Mi stringo nel cappotto quando ormai sono quasi arrivata, ha smesso di piovere da poco è l'aria è davvero gelida, sento le labbra farmi male per il freddo.

Non sono più andata in palestra, ho usato come scusa il lavoro e i dolori ma in realtà non me la sentivo di vederlo soprattutto in quel luogo. Dopo il nostro chiarimento e il mio pianto ho voltato pagina, sono arrivata alla conclusione che qualunque cosa sia stata non era importante e sono tornata al nostro rapporto di prima.

Enrico alza subito la mano per attirare la mia attenzione, come la prima volta che siamo usciti insieme.

«Eccomi. Fuori si gela.» Tolgo il cappotto e resto con il tubino blu cobalto che mi ha consigliato Luca, ecco che lo maledico, se mi fossi messa i pantaloni con i doposci ora non sarei così infreddolita da non sentire più le dita dei piedi.

«Si, ma vedrai che qui ti scalderai subito. Ho ordinato il vino della volta scorsa visto che ti era piaciuto.» La sua mano corre alla mia che stringe prima di portarla alle labbra per un baciamano. Mi lascio andare al suo gesto e sorrido alla sua gentilezza e mi faccio piacere il caos che ho attorno e quella sedia di legno nient'affatto comoda. «Com'è andata oggi?»

Inizio a parlare del mio lavoro e poi gli chiedo come è andata a lui. Il suo pollice disegna cerchi sul dorso della mia mano e io sento il mio corpo reagire a quel gesto che fa come per istinto. Lo ascolto raccontarmi del suo caso difficile e solo dopo aver finito una bottiglia intera di bianco mi rendo conto che è ormai tardi.

Sento il collo farmi male per la posizione poco comoda in cui sono stata nelle ultime due ore e cerco, portando la mano suo punto dolente, di attutire quel fastidio, mentre Enrico si alza per pagare. Elegantemente si incammina tra la gente in piedi e tra i tavoli strapieni. Il chiacchiericcio è accompagnato da una musica in sottofondo che neanche si distingue ma nonostante tutto lui sembra danzare fino alla cassa. Il suo abito è ancora impeccabile come del resto anche tutto il resto, non noto nessuna differenza rispetto a questa mattina e invece io mi sento un disastro. So che non dovrei, ma mi sento così fuoriluogo in quel posto da quando lui si è allontanato.

Porto i capelli su di una spalla e continuo il mio massaggio quando sento delle dita calde sostituire le mie. Sobbalzo spaventata ma la presa è decisa e, nonostante la mia reazione, sento subito sciogliersi il nodo che mi tormentava. Mi scosto da quel tocco nonostante il mio corpo non ci trovi nulla di male. Sento il calore espandersi sulla mia pelle dal punto in cui le dita hanno fatto pressione che è ora percorsa dalla pelle d'oca.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora