Capitolo 107

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Sergio

Okay, avevo seri dubbi di riuscire ad arrivare alla mezzanotte. Tra cibo e domande sono realmente distrutto più che dopo un intero giorno di sessioni sportive.

Richiamati dalle mamme ci accomodiamo tutti nei divani vicino all'albero di Natale. È tradizione comprare qualcosa ognuno di noi che poi a sorteggio viene estratto per gli ospiti della serata. Sarebbe complicato scegliere qualcosa di personale per ognuno e in questo modo si fa contenti tutti e ci si diverte anche, perché non è detto che il regalo estratto corrisponda al sesso del fortunato.

Vedere le facce dei nostri parenti sorridenti mi fa pensare quanto io sia stato stupido in questi anni a non partecipare. L'ho fatto per non vedere lei, per l'assurdo convincimento di dare la famiglia per scontata, le questioni con mio padre, ragioni che fino a poco tempo fa credevo importanti e che ora invece mi fanno comprendere quanto io sia stato sciocco.

L'estrazione comincia fra le risate generali visto che l'insolito perizoma rosso natalizio è capitato al nonno di Emma, che lo gira fra le mani non riuscendo a capire di cosa si tratti.

«Ma cos'è un fazzoletto?» Chiede alla figlia che non smette di ridere.

«No, pa' è un perizoma.» Il vecchio non capisce è anche sordo il che non aiuta. «Una mutanda, papà, una mutanda da donna.» La o di stupore si disegna sulla faccia rugosa.

«Tua madre non ha mai portato mutande così.» Si gira verso la moglie ridendo e gliele porge. «Tò Nina, cose da giovani.» Alza le sopracciglia poco convinto.

Continuiamo il gioco fra schiamazzi e cugini che hanno ancora il coraggio di sgranocchiare noccioline. Quando anche io ho ricevuto un utilissimo paio di mollette per il bucato il sotto dell'albero è ormai spoglio. Sono rimasti i soli regali che portano sopra un nome.

Emma, che era l'addetta allo smercio, leggendo il suo nome sul pacchettino che ho fatto confezionare si guarda intorno stupita. Io la guardo cercare di capire di cosa si tratti, i suoi occhi si assottigliano e le ciocche scure scivolano davanti al suo viso mentre si tira su ed è in quel momento che vede che la sto guardando.

Le sue labbra si tendono in un sorriso.

«È da parte tua?» Si avvicina e io annuisco.

Lo stringe a sé per poi abbassarsi a recuperare un altro pacchettino da sotto l'albero.

Con il bottino in mano mi raggiunge. «Vieni, saliamo nella mia stanza.» Sono felice lo abbia proposto, ora che stringe a sé il mio regalo mi sono quasi pentito di averlo fatto. E se si arrabbiasse perché mi sono intromesso nella sua vita. Ne ha sempre parlato come una cosa sua e a volte ci sono artisti che non amano pubblicare le loro opere.

Proseguo nel corridoio timoroso. Spero di non aver fatto qualcosa che le dispiaccia.

Quando apre la porta e la richiude dietro di me mi sento quasi in trappola. Felice lei mi porge il mio.

«Non credevo mi avresti comprato qualcosa.» Stringo la carta e il contenuto è morbido. «Mi hai già fatto dei regali che non credevo possibili.»

«Aprilo.» Cerco di rilassarmi. Deve andare bene. Io voglio che lei sia felice e sono certo che lo sarà. Strappo la carta come mio solito e Emma fa una smorfia, è la classica perfettina che cerca di preservare anche il pacchetto.

Una serie di calzini colorati mi fa spuntare subito un sorriso.

«Belli, li userò.» La guardo e alzo il suo dono appena. Lei scoppia a ridere.

«Perdonami, è che se tuo padre non avesse collaborato avevo bisogno di un piano b e ho anche inventato una storia per ogni colore, vuoi sentirla?»

«Come posso rifiutare.» Mi si avvicina fino a giocare con il mio maglione mentre parla.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora