Emma
Finisco di sistemare i piatti nella lavastoviglie e mi volto verso Rosi che mi sta aiutando.
«Allora, mi spieghi perché questa freddezza.» Mi avvicina lo strofinaccio per farmi asciugare le mani.
«Non c'è nessuna freddezza.» Faccio velocemente e le sfuggo in salotto.
«Invece sì.» La sua voce mi segue e ora parla piano per non farsi sentire. «Forza.» Inclina la testa per farmi confessare. Mi guardo in giro e Enrico e Luca sono seduti sul divano che parlano davanti al camino. Entrambi tengono in mano un bicchiere di amaro e subito apprezzo quella calma e serenità. È proprio insita in Enrico la capacità di alleggerire l'aria.
«Non è successo niente di particolare. È solo tristezza.» Rosi mi si pianta davanti, non è certo chiaro per lei cosa voglio dire. «Lo so che sembro una bambina che ha scoperto un nuovo gioco e vuole a tutti i costi provarlo.» Non le è chiaro ancora. «Vorrei solo poter già vivere in libertà la mia storia con... » indico il piano di sopra. «E mi rende irrequieta questa finzione. Queste discussioni con Enrico. Rachele che gli sta appiccicata.» Finisco guardando alle spalle di Rosi dove Sergio e la ragazza fanno la loro comparsa.
«Enrico. Enrico noi andiamo. Ho convinto Sergio ad accompagnarmi.» Entusiasta si aggrappa al suo braccio.
«E odio quando lui non mi guarda.» Finisco in un bisbiglio avviandomi verso il divano. Imbranata dalla fretta con cui cerco di scomparire alla sua vista, inciampo sui piedi di Luca e finisco seduta accanto a Enrico, che, sorpreso, sorride dimenticandosi di sua sorella e forse anche di tutti gli altri.
Non ho il coraggio di guardare dalla sua parte e mi allungo sul tavolino al centro per prendere anche io un bicchiere da sorseggiare.
«Va bene, vai. Ma non costringerlo a farti da babysitter, mi sta solo facendo un favore.» Finisce non staccando i suoi occhi da me, che, ovviamente, gli sorrido come una stupida.
Quando entrambi salutano e vanno via la gola mi stringe impedendomi di respirare. Il rumore della porta che si chiude dietro di loro porta le mie palpebre a scendere e il bicchiere a salire alle mie labbra.
«Allora, dicevamo della Sicilia. Luca mi stava raccontando di casa tua, ma dove si trova?» Non vorrei parlare di questo ora, sento sempre aumentare la malinconia quando parlo della mia famiglia e della mia terra. Lui resta in attesa entusiasta e allora mi obbligo a rispondere e penso subito che mi sembra strana la sua domanda, visto che lui e Sergio sono stati dai miei proprio per le vacanze estive. Che non gli abbia raccontato niente di me? Cerco di essere vaga ma i miei amici non fanno altrettanto e alla fine della bottiglia, del fuoco e della serata riconosco nel suo sguardo il momento che collega me a Sergio. Non so spiegare perché, ma il modo in cui i suoi occhi si posano su di me quando alla fine Luca pronuncia il nome del comune dove si trova la mia casa a mare mi fanno capire che Sergio di me gli ha parlato, almeno della me da piccola di quella di ora certamente no.
Alla fine i nostri occhi si incrociano e percepisco che avrebbe tanto da dirmi, che quella proprio non se l'aspettava, ma alla fine cede e dopo aver guardato velocemente l'ora sul suo smartphone lo vediamo alzarsi. Credo che desideri allontanarsi da me.
«Sarà meglio andare a letto, sono già l'una. Domani vorrei salire più in alto.» Alza la mano e gira intorno al divano. Non riesco a non guardarlo mentre i miei amici ricambiano il gesto per poi riprendere a parlare fra loro. Non hanno capito nulla. «Buonanotte.» Dice fermandosi dietro di me. Alzo il viso verso di lui e alla fine la sua volontà cede e le sue dita sfiorano la mia guancia.
Una folata gelida fa rabbrividire tutti. La porta torna a chiudersi dietro la mora su di giri e Sergio che avanza nella stanza. I suoi vestiti sono spiegazzati, i capelli indomabili e lo sguardo furente che subito si perde nella stanza. Guarda distrattamente verso di noi, forse in cerca di conferme su ciò che ha visto.
Il suo tempismo perfetto lo ha fatto apparire proprio nel momento in cui la mano del suo amico era su di me, di nuovo.Il sospiro frustrato di Enrico riporta l'attenzione sulla sorella che raggiunge velocemente in modo da poterla sorreggere.
«Ma quanto ha bevuto?» Alza il sopracciglio verso il ragazzo che si sta ora togliendo la giacca.
«Lasciamo stare, per favore. Ho dovuto trascinarla via.» Scompare in cucina per poi tornare con una bottiglia d'acqua e un bicchiere. «Dai Rachele, bevi.» Le porge il liquido chiaro e lei fa una smorfia poco convinta.
«Credo di dover vomitare.» Enrico e Sergio l'aiutano a salire in fretta le scale. Stavolta se li è portata via entrambi.
«Secondo me, voleva fare colpo su Sergio ed è per questo che si è ridotta così.» Con il suono scoppiettante del camino Luca se ne esce con l'unica verità. Guardo le scale dove qualche suono e qualche imprecazione ci ricorda che sono saliti tutti.
«Forse dovremmo vedere se hanno bisogno di aiuto.» Non riesco a non fare niente. Rosi annuisce e allora mi alzo.
«Era una costatazione, comunque.» Anche se non vorrei, salgo sopra portando con me la bottiglia e il bicchiere che aveva preso Sergio.
«Lo sappiamo Luca, ma forse, non ti rispondiamo, perché non è il momento di saperlo.» La bionda cerca di spiegargli che non sono affatto dell'umore.
«Ma perché, che problema hanno. Non avranno litigato?» Sono ormai quasi a metà scala. «Non mi preoccupo, faranno presto pace e so io bene come.» Sono certa che gli abbia ammiccato alla fine del discorso.
«Avete bisogno di qualcosa?» Enrico tiene la testa alla sorella inginocchiata davanti al water. Sergio sta bagnando un asciugamano che subito dopo passa all'amico per rinfrescare la sorella. Lo sguardo di entrambi mi raggiunge e nessuno dei due sembra felice di vedermi. Poso la bottiglia sul lavandino e raggiungo in fretta la mia stanza in cerca delle aspirine.
Le trovo nel beauty e mi faccio forza a tornare da loro. «Ecco, dopo potete darle questa. Vi serve altro?» Poso le medicine vicino al bicchiere e faccio un passo verso la porta.
«No, grazie.» È Enrico a parlare, ma io non è lui che guardo. «Sergio, sembra stare meglio, mi aiuti a tirarla su.»
«Forza Rachele, andiamo.» Sergio se la stringe al petto e la bruna mormora il suo nome felice. Faccio loro spazio per farli passare e alla fine decido di tornare giù. Non ho motivo di restare.
Luca e Rosi dormicchiano sul divano e quando mi siedo accanto a loro aprono gli occhi svogliatamente.
«Allora, come sta?» Rosi ha la testa sul petto di Luca.
«Beh, forse meglio.» Non lo auguro a nessuno come si deve sentire ora ne come si sentirà domani. «Sergio la stava portando nella stanza di Enrico.»
«Allora noi andiamo a letto.» Rosi si alza sbadigliando e subito dopo lo fa anche Luca allineando le braccia sulla testa.
«Mi spiace per lei, è ancora giovane e per un'infatuazione ha fatto una stronzata.» Annuisco al mio amico d'accordo con lui, accetto il suo bacio sulla guancia e li guardo salire le scale.
Poso gli occhi sul fuoco e decido di mettere un altro ceppo. Quella stanza è appena diventata un angolo perfetto da quando sono rimasta sola.
Mi perdo con lo sguardo nel gioco del fuoco e non riesco a capire perché, oggi, con Sergio riusciamo solo a respingerci. Il modo affettuoso con cui scortava la ragazza ubriaca in stanza non mi lascia serena. Perché era uscito con lei, solo per Enrico? Perché è da pranzo che non mi parla?
Tiro fuori il telefono dai jeans e apro l'app con la w arancione. Premo la matita e dopo aver riletto ciò che ho scritto l'ultima volta, inizio a dare sfogo ai miei sentimenti.
Sono un fiume in piena, come se immaginare la storia dei miei protagonisti mi aiutasse a liberare la mia mente da tutto ciò che riguarda il mio rapporto con Sergio.
A ogni parola, frase, dialogo il mio cuore si alleggerisce e anche la tensione per questa orribile giornata, resta in me solo la splendida sensazione che ho provato a ritrovarlo seduto a quel tavolo questa mattina e a come sia stato travolgente fare l'amore con lui.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...