Capitolo 46

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Emma

Ho ancora le palpitazioni al cuore mentre litigo con i lacci delle mie sneachers. Non gli ho risposto neanche, ho solo sbattuto le ciglia e quindi allontanata fino a chiudermi in camera.

Con lunghi respiri cerco di riprendere almeno la mia domenica in mano, non pretendo di tornare una persona equilibrata solo per questo piccolo momento di pace.

Davanti lo specchio del mio armadio passo le dita sui miei occhi gonfi, cerco di stirare le rughe ma ahimé senza successo. Arresa sciolgo i capelli che avevo costretto in una coda e infine cambio il maglione sui jeans neri che decido di tenere. Sembro una ragazzina scappata di casa e allora sbuffando cerco almeno di ravvivare il mio volto con un pò di trucco. Solo qualcosa su occhi e guance che dia l'impressione che io sia in salute.

Ho finito di torturarmi e le voci del salotto attirano la mia attenzione. Sono certa di distinguere anche quella di Enrico e so che dovrei esserne felice ma invece faccio un passo indietro.

La porta si spalanca e il volto sorridente di Rosi mi fa rilasciare l'aria che avevo trattenuto. «Sei ancora qui?» Beh, mi sembra ovvio. «Dai, dobbiamo andare. Su, su.» Mi spinge fuori e una volta in corridoio lascia la presa precedendomi nel salotto. Il suo viso si gira ancora e mi sento scrutare mentre con un sorriso scuote il capo. «Hai fatto un bel casino amica mia.» Ancora criptica mi lascia chiederle con gli occhi di che diavolo stia parlando.

«Oh le mie migliori amiche.» Luca, che ormai sembra la versione umana degli orsi coccolosi, ci abbraccia attirando l'attenzione di tutti su di noi. Stritolata da quell'omone non posso che ridere.

«Dai Luca, non respiro.» Si lamenta Rosi.

«Andiamo a mangiare.» Come se niente fosse afferra la giacca e se ne va.

Enrico mi aspetta sul vialetto e mentre i tre vanno con la macchina di Sergio, lui approfitta del fatto che siamo soli per stringermi e cercare le mie labbra. Sorrido al suo assalto, per poi ricambiarlo stringendo le braccia intorno al suo collo. Pochi minuti solo per noi è un vero evento e lui sembra volerne godere in pieno.

Quando soddisfatto mi lascia andare prende la mia mano e mi conduce alla sua auto.

«Allora, com'è andata ieri?» La sua mano mi accarezza la nuca per poi tornare al cambio.

«Bene, penso che presto ti farà conoscere questo fantomatico uomo che gli ha rubato il cuore.» Lui sorride e io mi sento riscaldare dal suo sorriso nonostante fuori ci sia una giornata piovosa. «Mi spiace tu sia stato tagliato fuori da questa conversazione.» Pooso la mia mano sulla sua ancora ferma fra noi.

«Non ti preoccupare, è andata così, a me interessa stare vicino a te.» Un nuovo sorriso furbo illumina i suoi occhi verdi.

«Ah, sì.» Cerco di scherzare.

«Hmmm, se non ti è stato chiaro, dammi il tempo di liberarmi di questi tre.» Scoppio a ridere proprio quando lui accosta e l'irrefrenabile Luca viene ad aprirmi la portiera.

«Emma, vieni fuori. Ho fame.» Alzo gli occhi al cielo e solo quando Enrico acconsente lascio che il mio amico mi porti via da lui.

Il pranzo è chiassoso, vista la scelta di prendere un hamburger. Enrico e Sergio scherzano facendoci ridere tutti.

«Va meglio?» Rosi posa la sua mano sulla mia schiena e io guardandola in viso felice annuisco.

«È passata. Esagero sempre con i sentimenti lo sai.» Il suo palmo gira confortandomi.

«Però dobbiamo parlare ugualmente, okay?» Credo che mi ci vorrebbe davvero.

«Sì, ho bisogno di te.» Mi bacia la fronte materna per poi tornare a sedersi. È vero, mi sento meglio rispetto a prima, venire qui sola con Enrico mi ha aiutata, in fondo, ho lui non mi importa di altro. Accarezzo la sua figura divertita.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora