Emma
Mi trattengo dal salire da lui e inizio a preparare il pranzo, sono felice che mi abbia chiesto di mangiare insieme rende il tutto più naturale, più vero, meno scopata veloce.
Trito l'aglio e inizio a pelare i pomodori, cercando di farmi una ragione del fatto che dovremo andarci con calma e di come farò a parlare con Enrico. Quando Sergio fa la sua apparizione, non sono preparata alla sua foga, ma gli rispondo con lo stesso trasporto, non vedo l'ora di poterlo stringere nuovamente a me. Accarezzo i suoi capelli mentre lascio che le nostre labbra esprimano tutto il desiderio di riprendere da dove avevamo interrotto. Scendo con i palmi aperti sulla sua schiena e me lo stringo addosso con desiderio, come vorrei che fosse tutto più semplice, poi mi ricordo il suo proposito e come mi ha consigliato mia madre, cerco di essere il suo appoggio e se per lui è importante non prendere in giro il suo amico io lo aiuterò a farlo. Alleggerisco la tensione fra le nostre gambe prendendolo in giro per la sua promessa di starmi lontana e quindi, a fatica, ci stacchiamo da quel muro e lo porto in cucina.
Dopo quasi un'ora siamo ancora seduti a tavola, abbiamo finito di mangiare ma stiamo ancora sorseggiando vino mentre le nostre mani si sfiorano, come anche i nostri visi e i corpi.
Ci siamo seduti vicini e mentre parliamo di libri, film, lavoro e non so neanche io di cos'altro visto che sembriamo desiderosi di conoscere tutto l'uno dell'altro, la distanza fra noi è scomparsa e spesso mi ritrovo le sue labbra sul collo oppure sono le mie, perché non riusciamo a stare lontani. Ogni carezza, ogni tocco e carico di promesse e tentazioni.
«Che ore saranno?» Sergio mi afferra per la vita e mi porta sulle sue gambe per poi affondare il viso fra la spalle e il collo.
«Non ne ho idea.» Sussurro trattenendo un gemito quando le sue labbra sono nuovamente sul mio collo. Salgono e scendono con lentezza riempiendomi di brividi e io sposto indietro la testa stringendogli le braccia al collo. La sua mano sinistra abbandona il mio fianco per muoversi sulla mia maglia, intenta a sbottonare fino a lasciare il mio reggiseno in bella vista.
Il suo capo si alza, le sue mani mi stringono e io lo invito a continuare accarezzando i suoi capelli quando il suo respiro è, finalmente, sulla mia pelle. Sento la sua bocca stuzzicare il mio seno sinistro mentre la mano, che mi ha liberata, stringe quello destro nel suo palmo con ardore.
Il pizzo amplifica il desiderio di sentirlo veramente. Mi agito fra le sue braccia e quando sto quasi per togliermi il reggiseno, il campanello suona raggelando entrambi.
«Non può essere Enrico, vero?» Guardo Sergio preoccupata, non so ancora cosa dirgli ne quando dirglielo.
«No, non credo. Ha detto che sarebbe tornato domani. Io penso sia Luca.» Scatto in piedi e cerco di sistemarmi mentre cammino verso l'ingresso. Lo spero davvero. Anche Sergio si alza e sembra altrettanto in tensione.
Mi fermo davanti la porta, ma invece di guardare fuori è a Sergio che rivolgo lo sguardo e subito lui è al mio fianco a baciarmi la tempia.
«Forza. Ce la faremo.» Non so se ne siamo davvero convinti e quando apro l'uscio, Luca ci guarda stupito battendo le ciglia e io e Sergio dopo aver sospirato rumorosamente lo lasciamo là, senza neanche salutarlo. Torniamo indietro sui nostri passi a finire il vino che entrambi abbiamo nel bicchiere.
«Che gioia vedervi anche per me e poi, il vostro entusiasmo, mi commuove.» Luca inizia un suo solito monologo e io lo lascio fare sedendomi sul divano seguita da Sergio, che prima si siede accanto a me, ma poi si accorge di avere già preso una mia ciocca di capelli in mano e allora si rialza per accomodarsi sulla poltrona ben lontano, a distanza di sicurezza.
Luca avanza lasciando la porta aperta, inizia a spogliarsi del cappotto mentre continua a borbottare. Io cerco di riprendere fiato, fra le mani di Sergio e la paura che potesse essere Enrico, sono un po' sconvolta. Guardo verso l'ingresso ed ecco arrivare una Rosi bagnata fradicia, con i capelli incollati alla testa.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
Romanzi rosa / ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...