Capitolo 83

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Emma

Il mio corpo trema mentre con lentezza vado alla scoperta della sua bocca e quando, con un gemito, lui si spinge verso di me sono costretta a chiudere gli occhi per contenere l'esplosione che sento dentro al petto.

L'emozione mi stringe la gola e le mie mani dai polsi scivolano verso le sue spalle e poi più su fra i suoi capelli.

È uno di quei baci di cui ti ricorderai per sempre. Le emozioni che le nostre bocche ci stanno regalando fanno rivivere ogni centimetro del mio corpo che brama ora le sue attenzioni.

Mi spingo su di lui dimenticando dove siamo e forse anche il perché ora quel contatto è così inopportuno. Non mi importa di mandare tutto al diavolo voglio sentirlo, vorrei fosse parte di me sempre.

Le mie gambe si piegano ai suoi lati e il mio bacino si posa sul suo. I nostri petti si alzano e abbassano all'unisono e i vestiti che ci dividono sembrano assottigliarsi ora che i nostri corpi si sfiorano, si toccano, si rincorrono.

La mano destra di Sergio lascia il mio viso e scivola sul mio corpo seguendo la curva della schiena fino a fermarsi sul sedere che stringe e spinge verso di sé.

Con un sospiro mi stacco, sento il suo desiderio scontrarsi con il mio e ansimo sulle sue labbra confessandogli con gli occhi quanto vorrei sentirlo davvero, stringerlo davvero.

Il nero dei dell'iride è una sabbia mobile in cui vorrei immergermi poi lui ripropone il movimento e io emetto un nuovo verso che lui tappa con un bacio.

Le mie richieste sono sempre più frustrate, sempre più graffianti mentre il corpo si arcua su di lui.

Al nuovo scontro fra i nostri bacini anche le sue labbra si dividono. La lingua passa desiderosa fra i denti e le fiamme divampano riportandomi a mordere la sua bocca e a ricercare la sua lingua.

Ancora una volta ricorriamo il desiderio in un nuovo bacio e quando le mani possessive cercano nuovi lembi di pelle da toccare, accarezzare, stringere sembro sciogliermi sul suo corpo, sto bruciando e con ardore i miei polpastrelli si spingono sui suoi pettorali.

«Emma...» un richiamo primitivo e poi per mia gioia le sue dita sono sui miei seni nudi che stringono, insinuandosi sotto il reggiseno, prima di scendere con le labbra su di me a lambirli e facendomi perdere la ragione.

Il pizzo si bagna rendendo quel contatto più ruvido e più eccitante. I suoi denti, la lingua, le dita si alternano in quel gioco perfetto che mi fa pulsare.

«Sergio!» Torna a mordermi mentre il fiato caldo investe il mio petto facendomi rabbrividire.

«È questa Emma, è questa la passione.» Sussulto.

Stringo i suoi capelli e spingo il suo viso indietro, la mia maglia scivola sulle sue mani e torna a coprirmi mentre io osservo i suoi occhi pieni di desiderio.

«La vedi?» I suoi occhi nei miei sembrano perdersi. «La senti?» Il suo corpo e il mio sembrano fondersi, incastrati perfettamente. «La senti scorrere come fuoco, accenderti, crescere, confondere la tua mente, scurire i tuoi sensi, esplodere nella testa e nel petto e portarti a chiedere di più, sempre di più con disperazione, come un uomo desidererebbe l'acqua in un deserto.» Poso la mia fronte sulla sua mentre i nostri respiri pesanti parlano per noi. «Io l'avevo solo sfiorata, ma ora, Emma, ora che sei tu qui fra le mie braccia, mi sento perdere in lei.» Le sue dita risalgono al mio viso, lo stringono tirandomi anche i capelli e aumentando la pressione fra le nostre teste. «Ascoltala Emma. Lasciala fluire fra di noi.» I suoi occhi si chiudono come anche i miei.

Lascio che tutte le emozioni mi investano, senza freni, senza filtri, ed è così intensa quella scoperta che mi sembra di essere appena nata. Sono rinata quando mi sono lasciata andare a lui.

«È merito tuo se ora la sento.» Gli confesso tremante.

«No, piccola, è merito nostro.» Appoggio il capo sulla sua spalla e mi godo le sue carezze sulla mia schiena. Lentamente come un incendio la tensione scema di intensità e noi ne assaporiamo ogni sensazione fino a scomparire e a lasciare la quiete più dolce e bella.

È stata dura trattenersi ma assaporare quegli attimi insieme mi ha fatto capire quanto forte è il legame che ci unisce.

Mi adeguo al suo respiro sincronizzandolo con il mio e lentamente scivoliamo entrambi in un sonno profondo e appagante.

Quando il rumore di voci mi desta è già mattina, sono ancora su Sergio che dorme. Le sue braccia sono cadute sul divano e il suo capo e abbandonato indietro.

Vorrei restare così, a osservare la sua espressione rilassata, tentata di accarezzare il suo profilo, mentre il mio cuore urla di gioia ma all'improvviso mi rendo conto di dove siamo e investita dal panico mi alzo e corro verso la cucina.

Con mani tremanti prendo una cialda pronta a fare un caffè così da giustificare i miei vestiti stropicciati e i miei capelli sfatti.

«Tesoro, credo tu abbia dimenticato uno stallone sul divano.» Ovviamente sussulto al suono della voce ma le parole insolenti che vengono pronunciate mi permettono di continuare a guardare il liquido scuro riempire la tazza anziché voltarmi verso il nuovo arrivato. «Vedi Rosi, ti avevo detto che avrebbero fatto pace.» Le sue labbra si posano sul mio capo invitandomi a girarmi verso di lui mentre lesto mi frega il caffè da sotto il naso.

«Dai Luca, ne ho bisogno.» Mi lagno.

«Certo come no, la tua nottata è stata troppo dura abbracciata a quel Dio senza poterlo spogliare.» Si siede al tavolo. «Anzi prendimi anche il latte e i biscotti che non mi fai nessuna pietà, siamo noi qua i poveretti.» Rosi scoppia a ridere e anche io alla sua espressione imbronciata.

Alla fine siamo tutti seduti a fare colazione.

«Avete chiarito?» Rosi mi chiede comunque conferma nonostante Luca alzi gli occhi al cielo e sbuffi per la domanda stupida ai suoi occhi. «La pianti.» Lo rimbrotta la nostra amica.

«Ciao a tutti.» Sergio entra in scena sbadigliando e grattandosi il capo. Il mio fiato si accorcia alla sola vista.

«Ciao Sè.» Lo salutano i ragazzi quando lui è già accanto a me e si piega per un bacio a stampo su cui si sofferma un po'. Ci separiamo sorridendo.

«Puoi anche togliere lo zucchero Rosi ne abbiamo a sufficienza nell'aria.» Sergio si siede colpendo Luca sulla spalla e facendogli l'occhiolino per la sua splendida battuta.

«Spiritoso.» Gli faccio la linguaccia.

«Mi passi il latte Rosi.» Sergio riempie la sua tazza e insieme ascoltiamo i racconti di Luca sulla discesa in snowboard che vuole tentare oggi e che ha provato in passato con Alberto. Sergio gli dà qualche consiglio e la discussione di ieri sembra lontana nel tempo.

I nostri occhi di tanto in tanto si incrociano complici dal bordo della tazza del mio latte.

Quando ormai ho finito di mangiare mi alzo per andarmi a cambiare e tentata bacio la mandibola di Sergio che si volta, mi stringe il metto e mi bacia sulle labbra.

Restiamo un attimo sospesi per poi lasciarci andare anche se i nostri occhi restano legati, la splendida notte mi torna in mente e credo anche a lui perché vedo il nero luccicare.

«Che cazzo di nottata.» E proprio in quel momento fa il suo ingresso Enrico. Il suo viso è pallido penso che sua sorella non lo abbia fatto dormire. Impietosita gli riempio la tazza di caffè.

«Ecco tieni.» Gliela poggio davanti.

«Grazie, Emma.» Il suo sguardo si rallegra e indugia su di me.

«Io vado su.» Mi tiro via dalla situazione e fuggo verso la doccia.

C'è un'altra giornata da affrontare, meglio evitare nuovi disguidi.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora