Sergio
Varco la porta di casa mia e il nome di Enrico lampeggia sul mio telefono.
«Pronto.» Rispondo subito, non ha senso perdere tempo.
«Ciao Sergio. Hai parlato con Emma? Ti ha detto del viaggio?» Sospiro.
«Sì.» Mi passo la mano fra i capelli.
«Dai Sè, non fare così, ti piacerà. Ho trovato uno chalet per tutti. È davvero bello, circondato dalla neve e vicino al rifugio, così tu potrai conoscere qualcuna e non ti annoiarai o lamenterai quando chiudono le piste.» Mi conosce bene o forse no, non potrebbe aspettarsi che io l'ho tradito.
«Okay.» La sua esclamazione di gioia mi fa sentire un verme.
«Quando arrivi?» Ascolto i dettagli di come Rachele gli stia facendo perdere tempo, camminando per il salotto. «Poi ti devo parlare Enrì, okay?»
«Appena arrivo sarà difficile. Vorrei vedere Emma e poi Rachele vuole uscire. È urgente?» Al nome di Emma il petto si stringe. «Possiamo farlo al ritorno del viaggio.» Ripasso le dita fra i fili neri che tiro leggermente. Non ho idea di come resisterò.
«Magari riusciamo ora.» Ritento.
«Vedremo, dai. Allora ci vediamo dopo.» Lo saluto e lancio il telefono sul divano. Ora sono entrambe le mie mani sul capo.
«Cazzo!» Non so come fare. Eppure al momento quello che mi preoccupa di più è, comunque, il come sta Emma.
Finisco la doccia velocemente e dopo aver parlato quasi un'ora con Luca e Rosi non resisto più e busso alla porta del bagno.
Ed ecco lì lo splendido motivo del mio smarrimento.
Il telo blu avvolge il corpo di Emma e il mio fiato gia si accorcia. Le vado incontro e al sentire lei sussurrare che sta bene mi sento più sereno. Il suo viso risplende di gioia e quando le sue labbra sono sulle mie ho già dimenticato dove mi trovo.
Vorrei strapparle di dosso quella spugna. I suoi capelli si liberano nella foga del nostro bacio, poggiandosi umidi sulle mie mani che salgono e scendono sulla sua schiena. Richiamato da loro li afferro e inclino indietro il volto di Emma per scendere libero sul suo collo e poi più giù.
Infilo la mano libera nel punto che tiene fermo sul suo seno il telo e lo tiro via. La stoffa blu cade ai nostri piedi e il mio ghigno di trionfo si perde sui suoi seni.
«Ragazzi!» La voce imbarazzata di Rosi segue un paio di colpi alla porta. «È tardi. Dovete sbrigarvi. Ci siamo.»
Anche se non vorrei mi tiro su. I nostri occhi si incontrano e Emma si rifugia fra le mie braccia.
«Arriviamo.» Mi schiarisco la voce per poi inalare il suo dolce profumo.
«Allora, sarà meglio, che esci di lì. Sai com'è, non penso lei abbia bisogno del tuo aiuto.» Luca interviene e forse anche giustamente perché se non la lascio sola non si vestirà mai. Lei scuote la testa. «Io me lo sono ritrovato ma tu lo hai scelto.» Le preciso.
«Lo so.» Piagnucola lei spingendomi via e riprendendo il telo che si riannoda sul petto.
«Vi sento.» È davvero assurdo non posso che ridere.
«Vuoi andare via.» Esasperata Emma apre la porta.
«Lo faccio per la tua virtù.» A questo scoppio a ridere. Supero i due e raggiungo Rosi in salotto.
«Ma come gli vengono?» Le chiedo incredulo.
«Non l'ho ancora capito, nonostante gli anni.» Scorre il telefono con il dito.
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A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...