Prologo

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Qualcuno diceva che uno spirito intrappolato sulla terra avesse qualcosa in sospeso con la sua vita passata.

Per i norvegesi l'unico punto di incontro tra vita e morte era l'aurora boreale: una leggenda narrava che le luci visibili nel cielo erano create dagli scudi delle Valchirie, vergini guerriere della mitologia norrena, mandate in battaglia dal Dio Odino per scegliere gli uomini da portare nel Walhalla, l'aldilà.

Ma quella notte era buia e la luce fioca non proveniva da nessuno scudo ma, bensì, da una torcia.

L'ombra che si aggirava senza fare rumore non era né una Valchiria né uno spirito con i sensi di colpa.

La figura era vestita di nero, la testa incappucciata e le scarpe da ginnastica ai piedi. La città dormiva profondamente sotto una coltre bianca mentre uno sconosciuto riscriveva il destino di uno dei cento libri più famosi della storia.

Il portone di legno era spalancato e la biscottieraaperta: l'ombra vi lasciò cadere dentro un pezzetto di carta che avrebbegettato nel panico colui che l'avrebbe trovato. 

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