Capitolo 86

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Jason
Non ho nemmeno avuto la possibilità di chiamare Astrid per chiarire un minimo la situazione. È scappata ancor prima di parlarmi e il cellulare scarico sta mettendo ancor più distanza tra noi.

Ancora non riesco a credere che tra noi stia per finire tutto.

È sempre stata un tipo impulsivo. Astrid reagisce ancor prima di conoscere i fatti. Un tempo era così. In questi anni l' ho trovata cambiata. Ma la sua reazione è totalmente giustificata. Ho collegato tutto nel momento in cui ho capito che Astrid e Lily si conoscevano.

Astrid me l' aveva raccontato molto tempo prima, ma ricordo tutto perfettamente. Lily era la sua migliore amica, quella con cui il suo ragazzo di quel tempo l' aveva tradita. E adesso si è ricreata la stessa situazione. Quella stronza l' ha ferita non una, ma ben due volte. Con la differenza che questa volta, anch' io ho contribuito a farle del male. Glielo avevo promesso e ho infranto la promessa. Non doveva più succedere che lei soffrisse a causa mia. Mi ero ripromesso di non farlo, ma le cose succedono.

Ed è tutta colpa mia. Veronica mi aveva avvertito. Mi aveva intimato di stare lontano da quell' arpia, ma non ho dato molta importanza alle sue parole. Ho fatto il minimo per non farla avvicinare anche se sono stato chiaro nelle mie parole. Sono stato bravo a non farmi prendere dalla rabbia quando Lily si è presentata mezza nuda alla mia porta. L' unica cosa che potevo fare era quella di darle personalmente il phon e assicurarmi che non mettesse piede in camera mia per nessuna ragione. Invece si è insinuata come una serpe viscida nel mio bagno e quando è uscita è riuscita a combinare più danni di un terremoto.

È persino saltato l' accordo con la Mo.Ne.Y ltd. Non potevo stare ad Atalanta un minuto di più. Il mio pensiero era solo per Astrid e alla conseguenza che avrà questa incomprensione.

Mi scervello da un' ora sull'aereo pensando a come sistemerò le cose. La cosa che mi fa più rabbia è se tutto dovesse finire per niente.

Astrid mi starà a sentire? Se non sto impazzendo è solo grazie a Veronica. Sono riuscito a mantenere i nervi saldi grazie alle sue rassicurazioni. Su un certo punto di vista, lei conosce Astrid meglio di me. Sono state insieme più a lungo e io voglio credere davvero che ci sia una piccola possibilità che Astrid mi creda ancor prima di avere delle spiegazioni.

Posso solo aggrapparmi all' amore sincero che nutriamo l' uno nei confronti dell' altra.

◎◎◎

Più tardi, quando arrivo a casa, è già notte. Avevo paura di non trovarla a casa, ma vedere la sua auto sotto il palazzo e le sue cose e quelle del bambino ancora in casa mi fa tirare un sospiro di sollievo.

L' appartamento è buio e silenzioso. L' unica luce artificiale proviene dalla vetrata coperta dalle sole tende.

Fermo il trolley davanti la porta e, per non fare ulteriori rumori mi tolgo le scarpe per raggiungere la cameretta di Elia, dove dorme beato.

Quando vado in camera Astrid è lì. Dorme nella mia metà del letto, aggrappata al mio cuscino come se fosse l' unica cosa che tiene a galla.

Mi prendo qualche secondo per osservarla mentre dorme. È coperta solo dalla mia t-shirt, è bellissima e la sua espressione sembra tranquilla. Cosa dovrei fare? Svegliarla?

Sto ancora impalato davanti al letto, finchè non decido di coricarmi al suo fianco. Le passo le mai sull' addome e copro il suo corpo con il mio. Le scanso i capelli e tuffo la testa nell' incavo del suo collo e inalo il suo dolce profumo. Voglio inebriarmi di lei e imprimere nella mia mente cosa vuol dire tenerla stretta ancora un po'.

«Ti amo così tanto» sussurro al suo orecchio. «Non ti farei mai del male. Ho promesso che non l' avrei più fatto».

Ma non ricevo nessuna risposta, perché Astrid già dorme. E, cullato dal suo profumo mi addormento insieme a lei.

Il tuo cuore lo porto con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora