Astrid
Più tardi, dopo che Brad se ne è andato e dopo essere rimasta da sola in casa, apro Skype per chiamare i miei genitori. Ho mezz'ora di tempo prima che arrivi Jason. Purtroppo per lui, non troverà Elia sveglio. Sono curiosa di sapere se ha comunque voglia di restare un po' con me.
Faccio per premere il piccolo telefono che mi permette di chiamarli, quando ricevo una chiamata. Penny. Premo la telecamera per rispondere e mi ritrovo davanti lei e Annie. Le osservo per pochi secondi quando scoppio a piangere.Sento dei singhiozzi uscire dalle casse del computer. Quando asciugo le lacrime che mi sgorgano dagli occhi, mi accorgo che anche Annie sta piangendo.
«Sono così contenta di vedervi» sussurro.
«Astrid, piccola. Anche noi siamo contente di vederti» mi dice Annie, con voce rotta.
Penny continua a guardarmi e sorridere. «Dov'è il mio dolce nipotino?» chiede, infine.
«Sta dormendo. Voi come state?».
«Noi bene, tesoro. Tu come stai? Non ti vedevo da un sacco. Sei così bella. Sei una mamma bellissima» mi dice Annie, sempre piangendo.
«Grazie, Annie. Anch'io sto bene».
«Sai niente di quel coglione di mio fratello?».
«Penny!» la rimprovera Annie.
«Che c'è, mamma??».
«Moderazione». Sorrido per i battibecchi tra madre e figlia. Annie si è tranquillizzata e Penny è... sempre la solita!
«Sì. Dovrebbe venire a trovare Elia tra mezz'oretta. Di solito andiamo a prenderlo al nido insieme, ma oggi ha avuto da fare. Gli avevo assicurato che avrebbe trovato il piccolo sveglio, ma mi sa che rimarrà deluso».
«Appena ti vedrà, fidati che non rimarrà per niente deluso» mi rassicura Penny, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. Non so cosa le abbia detto Jason, ma avrà sicuramente frainteso.
«In realtà, ho cercato di parlare con lui. Vorrei riprovarci. Elia stravede per Jason e credevo che provare a essere una famiglia, fosse perfetto per noi. Io lo amo ancora, ma lui non mi vuole più. Come biasimarlo...».
«Oh, piccola. Non dire così. Mio figlio è un po' cocciuto, ma credo che ritornerà. Non dare tutto per scontato. Magari è ancora sconvolto per la notizia. È passato dal non avere niente ad avere tutto. Diciamo che si è visto sconvolgere la vita. Ma in meglio, perché da come ci parla del vostro bambino, è ovvio che anche lui ama tantissimo Elia».
«Sì, questo l'ho notato anche io. Hanno bisogno l'uno dell'altro. Jason sente sempre il bisogno di vederlo e il bambino chiede sempre del padre».
Dopo aver scambiato qualche altra parola, sento il walkie-talkie che trasmette la vocina di Elia che chiama ancora assonnato.
«È lui?» chiede Penny.
«Sì, si è appena svegliato. Lo vado a prendere e velo faccio vedere subito».
Dopo avere preso in braccio Elia e dopo avergli fatto le coccole di routine, torno in soggiorno, sedendomi alla scrivania con il bimbo in braccio di fronte al computer.
Le facce di Annie e Penny proiettano amore in tutte le direzioni. Il mio bambino, assonnato, guarda fisso le figure al di la del computer.«Amore, queste sono la zia Penny e nonna Annie» dico dolcemente ad Elia.
«Ciao, nonna» dice timidamente.
Annie scoppia a piangere sentendo la voce del suo piccolo nipotino, mentre Penny lo osserva in silenzio. «È proprio uguale a Jason» afferma, poi.
«Mammina, dov'è Jason?».
«Sta arrivando, amore». Ed è in quel momento che sento suonare il campanello e la faccia di Elia che si illumina per la felicità.
Jason
Mi sorprende il fatto che, né Luke né Asia, battono ciglio quando gli racconto di Elia. Seduti sul divano della loro nuova casa li osservo con le sopracciglia aggrottate, nell'attesa di una spiegazione.«Ti avevo detto che aver visto Astrid a settembre» si giustifica Luke.
Non so come reagire. Non solo l'amore della mia vita mi ha pugnalato alle spalle, anche Luke ha contribuito a nascondermi la verità. L'ha saputo un mese prima che io lo scoprissi e non mi ha detto neanche una parola. Neanche un accenno che mi potesse far insospettite di qualcosa. Niente di niente. Non so se sono arrabbiato o semplicemente deluso del suo comportamento.
«Sì, ma non ti sei degnato a dirmi una parola» dico con un tono di voce leggermente più alto.
«Jason, non urlare. Spaventi la bambina» mi rimprovera Asia. La piccola mi guarda e sorride allegramente con gli occhietti dolci.
«Ti ho ripetuto mille volte di fartici sentire. Avresti dovuto chiamarla molto tempo prima. C'era un motivo se insistevo così tanto l'ultima volta. Sono rimasto sconvolto quando ho visto quel bambino che sembrava te in miniatura, praticamente. Abbiamo anche raccomandato ad Astrid di dirti tutto. E subito. È stato crudele da parte sua nasconderti tuo figlio, ma noi non possiamo capire con esattezza cosa passa nella mente delle persone quando hanno certi comportamenti. Se non te l'ha detto ci sarà sicuramente una spiegazione».
«È stato crudele anche da parte tua non dirmi nulla» lo accuso. Il mio primo istinto sarebbe quello di prenderlo a pugni, ma mi contengo solo per il bene di sua figlia.
«Ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?! Non spettava a me dirti di tuo figlio. Ti ho avvertito, non esplicitamente, ma l'ho fatto. Non sai leggere tra le righe, amico. La questione era troppo delicata e non potevo sganciare io quella bomba».
Su questo ha ragione, non poteva farlo lui. Doveva dirmelo Astrid, ma tre anni prima. Non avrei mai voluto lasciarla. Me la sarei ripresa. Mi sarei ripreso il suo amore. Egoisticamente, caricandola dei miei problemi, ma con la consapevolezza che avrei visto nascere mio figlio. Le conseguenze delle nostre azioni si sono ripercosse su di noi, ma non rimpiango nulla delle mie scelte passate.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...