Jason
Einstein diceva: due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana. Io sono la prova vivente che la seconda è vera.Ti serve uno strappo da qualche parte?
Sul serio, Jason? Sapevo di essere stupido, ma non fino a questo punto. Tra tutto quello che avrei potuto dire, mi è uscita la frase sbagliata. Detta d'impulso, sì, ma pur sempre sbagliata. E falsa. Perché tutto quello che vorrei è rimanere tutta la sera con Astrid e nostro figlio. Piani buttati al vento dal primo che passa.
Justin... solo il nome mi fa salire i nervi. Solo Astrid non poteva accorgersi di come la guardava questo tipo. Me ne accorgevo ogni volta che andavamo all'asilo assieme, ma lei aveva occhi solo per Elia. E anche quel giorno al parco. La cosa che più mi innervosisce è il fatto che lui abbia approfittato della mia assenza per parlarle. Se venerdì non fosse uscita, non avrebbero avuto modo di vedersi. Vorrei sapere di più di quella sera, ma risulterei invasivo. Ho deciso di lasciarle vivere la sua vita, non interferendo, ma starle lontano mi viene difficile.
Lasciarla, tre anni prima, è stato facile viste le circostanze. L'ho capito qualche mese fa, quando l'ho rivista dopo tanto tempo, che non avrei mai più rinunciato a lei. Anche se non avrebbe più avuto a che fare con me. Al contrario di quello che pensavo, mi ha sempre dimostrato che quello che provava per me è ancora vivo in lei. Solo che adesso vuole andare avanti con la sua vita e io non posso impedirglielo.
«Sei serio?» chiede incredula.
«No. Stavo scherzando» dico.
La osservo mentre alza gli occhi al cielo e inizia a tagliare le verdure in silenzio.
«Se devi prepararti, va' pure. Continuo io» mi offro.
«Tu non sai cucinare!» afferma.
«Chiunque sa tagliuzzare delle verdure e metterle in padella. Ti chiamo quando è ora di mettere il sale» dico, avvicinandomi e togliendole il coltello dalle mani.
Ogni volta che ci sfioriamo, siamo attraversati da delle scintille. Siamo legati da un filo invisibile, impossibile da spezzare. È sempre stato così tra noi. L'attrazione fisica e la tensione sessuale aleggiano nell'aria ogni volta che i nostri visi sono così vicini.
La guardo dritto negli occhi mentre il suo respiro si fa sempre più pesante e le nostre mani sono ancora unite. Astrid schiude le labbra come se non aspettasse altro che essere baciata. Mi avvicino lentamente a lei, respirando il suo stesso respiro, tenendo sempre i miei occhi nei suoi, ma qualcosa cambia nel suo sguardo e si scansa un momento prima che le nostre labbra possano toccarsi.
«Vado a... prepararmi» afferma. Molla la presa sul coltello e si allontana dalla cucina, lasciandomi a bocca asciutta.
Cazzo.
Mi rendo conto solo adesso che le parti si sono invertite: ho sbagliato a mettere tutta questa distanza tra noi. La voglio. L'ho sempre voluta. Ho sprecato troppo tempo a pensare al torto fattomi, che non mi sono mai concentrato realmente su ciò che sarebbe stato meglio per me. Per noi. Per tutti e tre. Mi sono accorto troppo tardi che tutto ciò che voglio per il resto della mia vita è passare del tempo con lei ed Elia. Sono pronto a ricominciare tutto da capo con lei. Anche lei ha deciso di farlo, ma il suo inizio non comprende me.
***
La osservo mentre parla al cellulare. Il suo tono di voce sembra tranquillo e rilassato mentre detta il suo indirizzo a Justin. Astrid sembra impaziente di andare a questa cena. È eccitata, lo capisco. Sicuramente quel dottore da strapazzo la porterà in un dei ristoranti più esclusivi di New York. Lo capisco dal modo in cui è vestita. Ha lo stesso abito di quelle prima sera al ballo in maschera. È elegantissima e stupenda con quel filo di trucco, quasi inesistente. Il dottore vuole fare colpo su di lei puntando sui soldi. Facendole vedere quello che può offrirle e come potrebbe vivere con lui. Ma questa è la strategia sbagliata, perché questo non attacca con la mia donna. Lei è un tipo alla mano, semplice. Ad Astrid non piacciono le cose sfarzose, ma non posso fare a meno di notare quanto freme all'idea di uscire con questo tipo.
«Stai bene» le dico.
Più che altro per rompere il ghiaccio, perché il silenzio che si stava venendo a creare era leggermente imbarazzante.
«Grazie».
«È il mio bracciale quello?» chiedo mentre osservo il suo polso.
«No, è il mio. Comunque, se ti stai domandando se è quello che mi hai regalato tu, sì. Non avevo nient'altro da abbinare all'abito» si giustifica.
Sono contento che porti addosso qualcosa di mio. Da come l'ha detto lei sembrava che il fatto che il bracciale sia un mio regalo, fosse irrilevante, come se non le importasse. E questo mi fa un po' male, perché forse la sto perdendo per davvero. Non potevo pretendere che rimanesse per tutta la vita ad aspettarmi. Potevo prevedere che prima o poi sarebbe successo, ma non immaginavo che accadesse così presto.
I miei pensieri vengono interrotti dallo squillo del suo cellulare.
«Justin è di sotto. Mi raccomando, ricordati di non farlo andare a letto tardi e niente schifezze dopo le nove. Cambiagli il pannolino prima di metterlo a letto e... e niente, credo sia tutto» dice avvicinandosi al piccolo tra le mie braccia. «Ciao, amore. Ci vediamo più tardi».
«Ciao, mammina». La osservo mentre gli bacia la guanciotta e mi ritrovo ad essere geloso di mio figlio.
«Per me niente baci?» chiedo scherzando. In realtà non scherzo affatto, in cuor mio spero sul serio che mi dia un bacio. Anzi, non solo un bacio, ma anche molto altro.
«No, niente baci per te. »afferma dandomi le spalle e dirigendosi verso la porta. E poiché la curiosità è più forte di qualsiasi altra cosa in questo momento, mi affaccio alla finestra per osservare tutta la scena.
Come pensavo, il dottore, si è presentato sotto casa in smoking scuro, mostrando tutta la sua ricchezza. Si vede che è un abito di sartoria, fatto su misura per lui. Per non parlare della macchina, una Bentley nera. Lo guardo - con disprezzo - mentre saluta Astrid, dandole un bacio su entrambe le guancie, facendola ridere. Sicuramente avrà tirato fuori una o due complimenti che l'avranno fatta arrossire.
«Vedi, piccolo» dico, rivolgendomi ad Elia. «Se nella tua vita incontrerai una donna come tua madre, tienitela stretta e non lasciarla mai».
Osservo ancora il dottore, notando con dispiacere, che è un uomo che potrebbe piacere ad Astrid.
Si sa, se trascuri qualcosa, prima o poi, diventa di qualcun altro. E io mi sto facendo soffiare la donna che amo da sotto il naso.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...