Astrid
Mi rigiro in mano l'invito per l'ennesima volta, pensando seriamente di andare a questa serata di beneficenza/festa di pensionamento. Non c'è nessun riferimento al fatto che sia un ballo in maschera quindi, o Veronica me l'ha detto solo per fare sembrare la cosa più allettante di quanto sembri o Lauren non ha lasciato niente al caso e ha organizzato tutto perfettamente. Il problema è che sapendo come funzionano questi eventi, mi servirebbe un abito da sera e se voglio andarci sarà meglio che me ne procuri uno prima possibile.«Cos'hai in mano?» chiede Brad, comodamente seduto sul mio divano con Elia che gli sta letteralmente saltando sulla pancia.
«Niente» dico, nascondendo l'invito sotto il sedere.
«Non è vero» interviene Veronica. «È l'invito per il ballo in maschera di Lauren. Farà la festa di pensionamento sabato e anche Astrid, come dipendente, è invitata ma non vuole andarci».
«E perché non vorresti andarci?» chiede Megan.
«Ma cos'è? Un complotto contro di me? Non andrò a quella festa perché sto con mio figlio sabato. Fine della storia» dico, incrociando le braccia al petto.
«Astrid, da quanto tempo non esci?» mi chiede Megan, accondiscendente, come se stesse parlando ad una bambina.
«Da questa mattina» dico, furba.
«Sai che non intendo quello. Sappiamo tutti che ogni mattina esci per andare al lavoro e bla, bla, bla. Brava, ma ma quanto tempo non esci per divertirti?» insiste lei.
«Be', non è importante. Adesso ho priorità diverse».
«E su questo siamo tutti d'accordo» interviene Veronica. «Ma hai le stesse esigenze che avevi tre anni fa. Hai bisogno di uscire, esplorare, conoscere qualcuno».
«Io adesso ho un figlio. Non mi serve niente a parte Jason». Cioè l' ultima parte me la potevo risparmiare, ma ultimamente non riesco a non nominarlo.
«Jason, Jason. Chi è Jasooon?». Rimango un attimo interdetta quando sento uscire quelle parole dalla bocca di mio figlio. E nella stanza cala il silenzio.
«Mamma, chi è Jason?» insiste Elia.
Ok. Chiuso l'argomento Jason di fronte a lui, ma devo rispondere altrimenti mi tormenterà per le prossime ore.
«Amore, Jason è... un ragazzo bellissimo» butto fuori. Il che è vero, ma avrei potuto dire altro.
«Beoo come me?» chiede Elia, insistente.
«Sì, amore. Bello come te». Davvero uguale a te, penso nella mia testa.
«Tu mi dici sempe che sono beoo. Sono beoo come Jason?».
La sua innocenza mi disarma, ma non pensavo di avere un figlio così insistente. Adesso si è fissato con la parola Jason e continua a ripeterla in continuazione. Però, il fatto che lo dica Elia mi fa cadere in uno stato di malinconia assoluta, mi fa ricordare quello che ho dentro e non riesco a trattenere le lacrime.
«Mammina, luccichi». Elia allunga le braccia nella mia direzione per farsi prendere in braccio e inizia ad asciugarmi le lacrime dal viso. La scena ormai si ripete ogni volta che scoppio in lacrime davanti mio figlio. E la dolcezza di questo bambino non ha eguali. Davvero non ho bisogno di niente e nessuno quando ce l'ho accanto.
Quando la tensione scompare dalla stanza e tutto torna alla normalità, le ragazze le provano tutte per convincermi ad andare a quella stupida festa.
«È tutto organizzato. Io, tu e Veronica, venerdì pomeriggio andremo a fare shopping. Porterai Elia a casa nostra che starà con Brad. Poi, sabato, verremo noi da te e baderemo al nostro piccolino».
«Te l' avevo detto che non se lo sarebbero fatto neanche chiedere» interviene Veronica.
«Astrid, sai che con noi non devi crearti nessun problema» mi rassicura Brad.
«Sì, questo lo so. Ma non c'è stato momento, da quanto è nato Elia, che siamo stati separati, la notte».
«Infatti, sabato sarà la miglior occasione per dormire con qualcun altro» suggerisce Megan, facendomi l'occhiolino.
***
Venerdì pomeriggio, dopo aver timbrato il cartellino ed essere passata dal nido per prendere Elia, mi incammino verso casa per preparare le ultime cose. E, poco più tardi, sono sotto casa di Brad e Megan.
«Saluta la mamma» dice Brad ad Elia.
«Ciaaaaoooo, Ciaaaaooo».
«Ciao, amore. Mi prometti che farai il bravo e non farai arrabbiare zio Brad?» chiedo, baciandogli le guanciotte piene.
«Sììììì».
«Ok. Per qualsiasi cosa chiamami» mi raccomando. «Non dargli da mangiare schifezze. I frullati sono nella borsa e anche i pannolini. Controlla se si è sporcato ogni tanto e non farlo dormire troppo».
«Sì, padrona». Saluto mio cugino e con Megan ci incamminiamo verso casa di Veronica.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...