Capitolo 83

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Jason
La dolcezza di Astrid, in questi giorni mi ha davvero sorpreso. Il fatto che vado via per qualche giorno in più del solito la rende nervosa e questo non era mai successo le altre volte. O forse non si sbilanciava perchè non stavamo insieme. Sta di fatto che ieri sera mi è stata attaccata tutto il tempo e questa mattina non voleva lasciarmi andare. Ovviamente lo stesso vale per me, ma dovevo andare ad Atalanta e concludere l' affare più in fretta che posso. Se riesco a lavorarmi il nuovo Amministratore Delegato della Mo.Ne.Y ltd. dovrei ritornare da lei prima dei quattro giorni. E lo spero vivamente.

Solo che il nuovo CEO – a detta di Matt – è davvero un osso duro. Ed è una donna. Si sa, le donne hanno il pugno forte più degli uomini, ma non possono non accettare la mia offerta. Acquisire un altro studio commercialistico è un buon investimento per creare altri studi associati nel resto degli Stati Uniti. E questo è un ottimo affare. Un affare che non posso farmi sfuggire.

Dopo essere atterrati e aver raggiunto l' hotel dove alloggeremo, io e Veronica ci vediamo nella hall per raggiungere la sede legale della Mo.Ne.Y ltd.. Mando un breve sms ad Astrid per informarla che sarò in riunione e che ci vedremo questa sera tramite Skype.

L' edificio dove sorge la società è una struttura moderna nel centro della città. Atalanta è più calma di New York e sarebbe persino un ottimo posto dove vivere e crescere Elia. Potrei quasi trasferirmi qui con Astrid... Se riesco a portare a termine l' affare sarà la prima cosa che le proporrò. Oltre a chiederle di sposarmi, ovviamente. Non voglio perdere altro tempo.

◎◎◎

Credo di non aver mai conosciuto degli amministratori così giovani. Mrs. Muller è giovanissima e tiene banco da circa trenta minuti. Parla incessantemente e tutti sembrano pendere dalle sue labbra. Trasuda sicurezza da tutti i pori. Forse sarà per la sua spigliatezza nell' esporre le proprie idee, o semplicemente per il suo aspetto fisico, è un dato di fatto che incanta tutti. Tranne me. E Veronica che ogni tanto mi lancia delle occhiate e alza gli occhi al cielo come per dire: «Questa qui è tutto fumo e niente arrosto». E sono d' accordo. Mancano poche ore e la sua impresa sarà mia (e di Matt).

Al termine della riunione, dopo aver fatto le presentazioni e aver fatto il tour dell' edificio, ci riuniamo tutti in sala relax per fare una breve pausa. Chiacchieriamo dei nostri progetti futuri per l' impresa e Mrs. Muller sembra non voler mollare l' osso. In questo momento stiamo solo parlando ma tutto verrà chiarito quando avremo in mano le carte. E le cifre.

Dopo altre chiacchiere, Veronica insiste affinchè mi sbrighi perché il taxi starà arrivando. Scopriamo così che la nostra "rivale" alloggia momentaneamente nel nostro stesso albergo.

«Potete venire con me. La mia macchina è giù che mi aspetta. Dobbiamo andare nello stesso posto, dopotutto» ci invita.

«Certo, sarebbe un' ottima idea» affermo, cercando conferme in Veronica che, nel frattempo, mi scocca occhiate di disapprovazione. Al contrario, penso che sia un buon modo per familiarizzare col nemico.

«Certo, perché no?!» dice a denti stretti, contrariata.

Arrivati in albergo prendiamo l' ascensore. Schiaccio il pulsante che ci porterà al settimo piano.

«Mrs. Muller, lei si ferma al...?» chiedo.

«Chiamami per nome, Jason» dice lei, dandomi subito del tu. «Scendo al quinto piano».

Schiaccio anche il pulsante con il numero cinque e noto che mi sorride. Veronica continua a lanciarle occhiate e la sua espressione non tenta di nascondere che questa donna non le piace.

«Non esitate a chiedere se avrete bisogno di qualcosa» dice la CEO, sorridendomi, uscendo dall' ascensore.

«Faccia lo stesso anche lei» rispondo, cortese.

«È sposato» interviene Veronica.

Mi giro subito nella sua direzione chiedendo spiegazioni perché quello che ha detto è veramente inopportuno e fuori luogo.

«Anch' io» ribatte l' altra, lanciando un' occhiata alla mia mano sinistra, prima che le porte dell' ascensore si chiudano.

«Era proprio necessario?» chiedo.

«Sì, Jason. Lo era. "Faccia lo stesso anche lei» dice, smaccandomi. «Prenderà le tue parole alla lettera. Forse non te ne sei reso conto, ma quell' arpia non ha solo voglia di fare affari con te. Quella ti vuole e tu gli ti sei servito su un piatto d' argento. E non le importa se siete entrambi impegnate. Le conosco quelle come lei».

«Voi femmine siete tutte matte. Non per forza la gentilezza deve avere secondi fini».

«Secondi fini.. Mh! Senti non me ne frega niente di te. Lo faccio per la mia migliore amica».

«Grazie per la sincerità» ribatto, sarcastico.

«E se vuoi un consiglio, sta' lontano da quella donna. Sbrigati a contrattare e andiamocene da qui il prima possibile».

Più tardi, quella sera, dopo aver chiamato Astrid e visto il mio piccolino, raggiungo il ristorante dell' hotel. Casualmente la Muller si ritrova a cenare al nostro stesso tavolo e devo dire che Veronica aveva ragione. Le occhiate che mi lancia sono tutt' altro che innocenti. Cerca spesso un contatto che si riduce a sfioramenti rari perché mi defilo tutte le volte che me ne accorgo.

Veronica mi guarda come per dire «Te l' avevo detto» e non posso far altro che farle un cenno affermativo con la testa. Però la cosa che mi stupisce di più in tutta questa storia è la complicità che si sta venendo a creare tra noi, anche se ha ammesso apertamente che di me non gliene frega nulla. Veronica è tutte apparenze. Dietro quella corazza da donna dura si nasconde una fanciulla che ha bisogno di essere salvata. Me ne sono accorto fin da subito.

Più tardi, dopo aver cenato, mi ritiro nella mia camera. Aggiorno gli appunti che ho preso precedentemente e mi sdraio comodamente sul letto. Prima di addormentarmi le scrivo un sms.

NON VEDO L' ORA DI AVERTI TRA LE MIE BRACCIA. BUONANOTTE PICCOLA ♥

◎◎◎

Il mattino non tarda ad arrivare, per fortuna. Anche perché non vedo l' ora di andare di nuovo a casa. Secondo i miei calcoli dovrei riuscire a comprare l' azienda entro le tredici di oggi e salirò sul primo volo disponibile diretto a New York. Un giorno e mezzo dovrebbero bastarmi per concludere tutto. Salvo complicazioni.

Nell'ufficio della Muller c' è anche la sua segretaria, oltre me e Veronica. Quando fa il suo lavoro, devo dire che non ci sono sorrisi o altro che tengano. Ha mantenuto un comportamento professionale. Fin troppo per i miei gusti, perché non siamo riusciti a trovare un punto d' incontro. Matt aveva ragione, questa è un osso duro. Ma io lo sono di più

La sua serietà scema nel momento in cui mi invita esplicitamente ad andare a pranzo con lei, «per conoscerci meglio» aggiunge. Io e lei da soli. Dico, ma scherziamo?? C' è Astrid nella mia vita e Veronica gliel' ha detto esplicitamente. È quest' ultima a togliermi dall' imbarazzo, autoinvitandosi al nostro pranzo.

Tra pranzi, cene e riunioni varie, non sento Astrid da ieri sera. Le mando un messaggio scusandomi e dicendole che l' avrei richiamata più tardi. Il mio sms non ha risposta e inizio a preoccuparmi. Mi stranisce anche il fatto che non mi abbia scritto nemmeno alla fine del turno. Di solito, quando sono fuori, mi fa sapere sempre quando torna dal nido. Decido di chiamarla, così almeno non devo preoccuparmi e la posso sentire subito.

Il suo cellulare squilla ma Astrid continua a non rispondere. Chiamo e richiamo nella speranza che non le sia successo nulla e che molto probabilmente avrà il cellulare in modalità silenziosa. Non ci sarebbero altre spiegazioni altrimenti. Le scrivo un veloce sms invitandola a richiamarmi.

BABY, RISPONDI PER FAVORE... TI AVRÒ CHIAMATA ALMENO VENTI VOLTE

Apro il portatile che ho lasciato in camera e cerco di chiamarla tramite Skype. Non risponde nemmeno lì.

Nonvoglio farmi prendere dal panico, ma spero che non abbia avuto una delle suecrisi. Ci abbiamo lavorato molto nell' ultimo periodo, e la sua situazionesembra essere migliorata. Mi sento impotente. Non posso fare nulla da qui se non starmene attaccato al telefono.Chiamare i suoi genitori potrebbe rendere la situazione più complicata, quindiscarto l' idea ancor prima di prenderla in considerazione. Perciò chiamo l'unica persona che potrebbe sapere dov' è.    

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