Capitolo 64

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Astrid
Iniziare la giornata in questa maniera era tutto ciò che ho desiderato per anni. Con la differenze che immaginavo svegliarmi con Jason al mio fianco, con le coccole e tutto il resto. Questa mattina si è presentato a casa prestissimo e il suo entusiasmo sul fatto di vederci mi ha resa felice. Ieri sera ha scritto che era impaziente di venire e questa mattina ha mantenuto la promessa fattami. All'inizio mi sono un po' sorpresa, ma vedere il suo sguardo quando mi guardava mi ha confermato che forse passeremo una bella giornata insieme.

Elia era entusiasta tanto quanto lui. Del resto, il fatto che Jason faccia parte della sua vita lo ha reso parecchio felice. Sono stata una stupida a pensare che avrei potuto dargli tutto da sola e colmare la mancanza di una figura paterna. Suo padre lo riempie di affetto tutte le volte che lo vede e lui sembra apprezzare molto ricambiando con quei suoi gesti dolcissimi. Quanto vorrei che un minimo di quell'affetto fosse indirizzato a me...

Mi risveglio dal mio sogno ad occhi aperti quando Jason attira la mia attenzione.

«Allora, hai idea di come debba essere questa macchina?» chiede, senza mai staccare gli occhi dalla strada.

«Non vorrei niente di eccessivo. Non è importante che abbia molti cavalli o qualsiasi altra cosa serva per farla andare veloce. L'importante è che cammini e non mi lasci a piedi. Vorrei che avesse un buon bagagliaio, in modo da poter trasportare il passeggino di Elia e poi... nulla. Credo che una macchina del genere rispecchi tutte le mie esigenze» chiarisco. «Oh! E vorrei che costasse poco».

«Mmmh. Sei esigente, baby. Quanto hai intenzione di spendere?».

«Non lo so. Diecimila?» chiedo.

«E lo chiedi a me?!» ribatte lui, divertito. «Vediamo cosa riusciamo a trovare a quel prezzo».

Quando arriviamo al concessionario, riesco a stento a trattenere l'irritazione. Doveva capitare proprio a noi la commessa carina che fa gli occhioni dolci solo per accaparrarsi i clienti? Più che altro sono infastidita dal fatto che le sue attenzioni sono rivolte esclusivamente a Jason che ha in braccio nostro figlio. Sono una donna e so quanto possa sembrare attraente un uomo... attraente come Jason con un bambino dolcissimo come il nostro, ma è pur vero che io sono con loro e questa Sally – come leggo dalla targhetta appesa alla sua camicetta – da vera gattamorta, si sta comportando come se io non ci fossi.

Alla fine troviamo la macchina che fa per me. È rosso fuoco, italiana ed è una piccola 500 elettrica. Ha tutti i comfort che mi servono ed è inoltre dotata di stereo e aria condizionata. È carinissima, ma supera il budget di circa tremila dollari.

«Jase, diecimila è il massimo che posso spendere per una macchina» dico, sussurrando.

Non voglio che la commessa mi senta.

«Astrid, è perfetta per te. Vedilo come un investimento. Non compri una macchina ogni sei mesi e poi le macchine italiane sono garantite. Beh, se le tratti bene. E questa ha tutto ciò che ti serve».

Ci penso un po' su e penso che Jason abbia ragione. Posso metterci qualche mese in più per pagarla, ma mi serve un'auto e con l'aumento dovrei riuscire a pagare tutte le rate senza intaccare i soldi destinati ad Elia.

Dopo esserci recati nell'ufficio della concessionaria per sbrigare le pratiche, Jason stacca un assegno di settemila dollari per pagare metà dell'auto. E nonostante le mie proteste iniziali conclude l'acquisto. Il resto – che pagherò a rate – verrà addebitato sul mio conto.

«Vedilo come un prestito» dice, facendomi l'occhiolino.

«È un prestito. Ti restituirò tutto fino all'ultimo centesimo» affermo decisa. «Grazie per l'anticipo».

Dopo esserci rimessi in macchina, faccio fermare Jason al centro commerciale più vicino. La macchina arriverà tra una settimana e devo comprare subito il seggiolone per Elia.

«Pranzi da me? Oggi voglio offrirti un pranzetto niente male» afferma compiaciuto.

«Ma se non sai cucinare».

«E chi ha detto che cucinerò io?! Io faccio la spesa. Tu cucinerai per me. Per noi» dice, portandosi Elia vicinissimo al viso. «Non è vero, amore?».

Sono due gocce d'acqua. Uno più bello dell'altro. E Jason non si è staccato nemmeno un minuto da Elia che non ha sentito la mia mancanza per niente. Poi vedo che gli sussurra qualcosa all'orecchio ed Elia esulta: «Sì mammina bellissima. Cucini tu!».

«Dio, quanto ti amo!» esclamo.

E colgo l'occasione per baciarlo su quella boccuccia piccolina. Sono totalmente innamorata di mio figlio e il sorriso che ricevo in risposta è tutto ciò che desideravo. E poi quel contatto...
Jason mi stampa un sonoro bacio sulla guancia. Siamo vicinissimi e giuro che gliene darei uno anch'io. Sulla bocca però.

Lo guardo per qualche secondo in silenzio ma sono completamente incapace di intendere e di volere e di parlare soprattutto. Non riesco nemmeno a fare qualche passo indietro per aumentare la distanza tra noi. Sopraffatta dal suo profumo delizioso, riesco solo a tenere gli occhi incollati ai suoi.

«Che c'è?» chiede, mettendo fine a quel silenzio. «Ci sono baci per tutti e per me niente? Un po' ingiusto da parte tua, non credi?».

Scoppio a ridere perché adoro il suo modo di fare. È sempre riuscito ad evitare che tra noi ci fosse dell'imbarazzo e adesso l'ha fatto di nuovo. Jason è tutto ciò che desidero nella mia vita. L'uomo che mi completa e che amo alla follia. 

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