Capitolo 70

10.9K 503 78
                                    

Astrid

Si avvicinano le vacanze natalizie e io non ho ancora preso nessun regalo per il mio dolce ometto.

Come da accordo, la macchina è arrivata puntuale. L'indirizzo che Jason ha fornito alla concessionaria era quello di casa sua e poiché ha dato lui l'anticipo, per il contratto era necessaria la sua firma e del suo indirizzo per elaborare tutti i documenti relativi alla consegna. Quella mattina, Jason mi ha trascinata via dal lavoro per andare a vedere il nuovo acquisto. Mi sono messa subito alla giuda e insieme, abbiamo fatto un giro dell'isolato. Ero davvero entusiasta, ma quando ha iniziato a piovere, il mio entusiasmo si è letteralmente spento. Per fortuna c'ha pensato Jason a risollevarmi su di morale. Abbiamo saltato l'intera mattinata di lavoro – essendo lui il capo, mi ha concesso questo permesso speciale – e abbiamo brindato a casa sua. Quel giorno ci siamo fatti un sacco di risate.

Adesso sono in giro con Veronica alla ricerca di qualche pensierino per Elia. Devo inoltre comprare un albero più grande, ma non saprei come trasportarlo. Il negozio del centro commerciale non effettua consegne a domicilio, quindi mi sa che l'unica soluzione è quella di chiamare Jason.

«Avevi in mente qualcosa?» chiede Veronica.

«Avevo pensato a qualche gioco educativo. Sai, quei tablet per bambini dove possono imparare l'alfabeto, o i numeri, o cose così. Ma credo sia tutto inutile perché Jason si presenterà sicuramente con qualche regalo stratosferico e Elia non lo guarderà nemmeno il mio».

«Pfff. Gelosia portami via».

«Non sono gelosa, mi sento solo un po' messa da parte da mio figlio. Diciamo che non ero abituata a condividerlo con qualcuno, ecco».

«Secondo me non si tratta di questo. Credo che se avessi più attenzioni da parte di Jason non ti lamenteresti» afferma.

«Tu dici?».

«Mmmh. Ti comporti così da quando sai che ti ama ancora. Aspetti... non lo so, qualcosa?».

Ci penso un po' su e la realtà si abbatte su di me. Forse è vero questo il motivo del mio disagio. Forse aspetto davvero che Jason faccia mezzo passo nella mia direzione.

«Oddio. Non lo so. Forse sì».

«Fatti avanti tu» mi incoraggia lei. «Provate lo stesso l'uno per l'altra. Mi sembra di capire che ultimamente andate più che d'accordo. Cosa ti frena?».

«Mi frena il fatto che essere rifiutata di nuovo mi distruggerebbe. Mi sembra di non avere nessun potere in questa cosa. Ha deciso lui di lasciarmi e ha deciso lui di non tornare con me. Devo ricordarti tutti i miei fallimenti dei mesi scorsi? Mi sono sentita umiliata e non desiderata. E non ti parlo di un rapporto fisico, ti parlo di sentimenti. Sentimenti che vanno a senso unico. Anzi, adesso ho capito che non è così ma Jason è fermo nelle sue decisioni. Evidentemente amarmi non è abbastanza per stare assieme. Non sono abbastanza per lui».

«Non essere sciocca, Astrid. Secondo me siete entrambi un po' spaventati. Non so se te ne sei accorta, ma guarda te ed Elia come se foste le uniche persone su questa terra. Forse Jason temporeggia perché anche tu non è che sei molto chiara nell'esternare i tuoi sentimenti».

«Non ho neanche te dalla mia parte?» chiedo, incredula. «Che bell'amica!».

«Dai, gelosona. Parcheggia che siamo arrivate».

Giriamo mezzo centro commerciale per il regalo perfetto. Alla fine opto davvero per il tablet. Il mio carrello è pieno di luci, palline e decorazioni natalizie. Acquisto qualcosa anche per Penny. Quest'anno lei e Tyler passeranno le vacanze di Natale da Jason, anche perché sono impazienti di conoscere il loro nipotino. Annie e John, come ogni anno, sono invitati nella residenza invernale dei Jefferson. Anche Matt sarà via per queste feste. Ha invitato Veronica a casa sua, ma lei ha educatamente declinato l'invito. Quindi anche lei passerà il Natale con noi. Quest'anno saremo quasi tutti insieme. Compro anche un piccolo pensierino per la piccola Haley e anche per Jason. Non voglio sbilanciarmi molto, ma un pensierino mi sembra un'idea carina.

Quando finiamo di fare spese, chiamo Jason. Sta badando ad Elia, ma credo che non ci siano problemi per lui darmi una mano. Da quando si è offerto da aiutarmi, non si è mai tirato indietro quando gli ho chiesto qualcosa.

Infatti, dopo pochi minuti eccolo con quel sorriso sexy addosso.

«Due belle segretarie in un colpo solo. Wow!» esclama Jason, quando scende dalla sua auto.

Sorrido sentendo il suo tono divertito e raggiungo la sua macchina per salutare il mio piccolino.

«Ciao, baby» mi sussurra quando gli passo accanto.

Quando sfiora la mia mano, rabbrividisco. Spero solo che non se ne sia accorto. «Ciao Jase» dico, improvvisamente timida.

Odio come mi fa sentire. Anzi, lo adoro. Ma mi sembra di diventare una cretina quando c'è lui nei paraggi.

Il suo sorriso è sul serio "strappamutandine". Vengo oltrepassata da Veronica che sporge la testa oltre il finestrino dicendo: «Amore della zia».

«Zia Nica» urla Elia, nonostante abbia visto pure me.

«Te l'avevo detto che mi trascurava!» mi lamento, mettendo il broncio.

«Guarda che sei hai bisogno di attenzioni, io posso darti tutte quelle che vuoi» interviene Jason, facendomi l'occhiolino.

Giuro che muoio.

Sono leggermente interdetta, perché credo che mi lascerei fare tutto – proprio tutto – ma lo spintono, prendendolo per stupido.

«Guarda che non scherzo!» continua.

«Allora ci mettiamo d'accordo per più tardi!» ribatto.

Ecco, sapevo che adesso ci sarebbe rimasto lui senza parole, ma il suo sguardo furbetto mi dice che sta prendendo la mia battuta come una promessa.

«Non fare quella faccia, Jase. Sbrighiamoci e carichiamo tutto sulla macchina».

Dopo aver riempito il bagagliaio con i miei acquisti, aiuto Jason a mettere in sicurezza l'albero sul portapacchi  sempre sulla sua macchina.

«Io devo accompagnare Veronica a casa sua. Ti lascio le chiavi del mio appartamento e ci vediamo lì tra un po'. Oppure stammi dietro e facciamo strada insieme».

«No, ci vediamo a casa tua. Elia ha giocato tutta la mattina ed è stanco. Lo metto a letto».

Lo adoro.

Quando siamo di nuovo in macchina Veronica continua a ripetere che siamo due stupidi se continuiamo a non stare insieme. «Ti scopa con gli occhi!».

«Veronica!» esclamo.

«Che c'è? Posso dire tutte le volgarità che voglio. È stato così carino da parte sua offrirsi per darti attenzioni».

«Ultimamente lo fa spesso. E credimi, mi fa impazzire. Vorrei che le sue non fossero solo chiacchiere. Vorrei che agisse».

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Il tuo cuore lo porto con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora