Jason
La penombra della stanza mi permette di osservare Astrid sdraiata sul letto con nostro figlio accoccolato sul petto. Elia è a pancia in giù, con il culetto in aria e il visino rivolto nella mia direzione e sembra un angioletto. Sono incantato dalla vista di quel bambino e non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Tutto mi sarei aspettato, ma non di avere un figlio, un bambino già cresciuto, un bambino di due anni.
Penso a come sarebbe andata tutta questa storia se per me non ci fosse stato niente da fare. Non avrei mai saputo di avere un bambino così bello, non l'avrei mai conosciuto. Ringrazio Dio per avermi mandato a New York, dove ho ritrovato la donna che amo e un lavoro. Il tutto contornato da una sorpresa inaspettata: un figlio.
Mio figlio.Ancora non riesco a realizzare gli eventi accaduti in questi ultimi minuti. Il mio mondo è stato stravolto. Un bambino è una grande responsabilità e io voglio assumermele tutte. Mi prenderò cura di lui, gli darò tutto ciò di cui ha bisogno. Lo amerò tantissimo. Già provo affetto per quel piccolo angioletto che dorme beato accanto a me, quel piccolino che mi ha fissato per pochi secondi, incantandomi.
«È bellissimo» sussurro.
«Ti somiglia molto» dice Astrid, continuando ad accarezzargli il braccino soffice.
È vero, mi somiglia, sembro io da piccolo. Sembra morbidissimo. Allungo il braccio per sfiorare il suo, ma ho paura di svegliarlo, per cui lascio perdere.
«Puoi toccarlo, sai. Non si sveglierà» sussurra lei con voce dolce. Lo guarda come se fosse innamorata e si vede da lontano che per lui farebbe qualsiasi cosa.
La sua espressione, in quella foto, diceva tutto. Elia è la sua felicità, vive per lui.
Tocco la sua pelle morbida e candida come la neve. Il piccolo ha un breve sussulto, si muove sul letto ma il respiro è sempre regolare. Astrid ha ragione, dorme come un sasso.
Lei ha avuto la possibilità di conoscerlo, nostro figlio, sa come deve comportarsi, è la sua mamma, l'unica persona fissa e costante della sua vita e l'unico genitore che conosce, colei che l'ha portato in grembo per nove mesi e cresciuto fino ad oggi.
Astrid gli avrà mai parlato di me? Gli avrà mai fatto conoscere qualche uomo che avrebbe potuto fargli da padre? Cosa sarebbe successo se non l'avessi mai scoperto? Me l'avrebbe detto un giorno, o avrebbe temporeggiato ancora? O non l'avrebbe mai fatto?
Rabbrividisco al pensiero perché, sono pochi minuti che ho visto mio figlio e già lo amo più della mia vita.«Scusami per poco fa, per aver alzato la voce» mi scuso sincero.
«È tutto apposto».
«No, non lo è. Ho fatto prevalere la rabbia e ho svegliato Elia».
«Presumo che chiunque altro avrebbe reagito peggio. Quale persona spregevole farebbe una cosa del genere? Sono profondamente pentita, Jase. Perdonami».
Ascolto le sue parole e rimango in silenzio per quelli che sembrano minuti interminabili, poi, senza sendermene conto, dico la prima cosa che mi viene in mente: «Io non so se posso».
Non posso. Non me la sento, per adesso. E non so se succederà mai. Sono stato preso in giro e ferito profondamente. Mi dispiace soprattutto perché non pensavo assolutamente di ricevere una pugnalata alle spalle di questa portata. Da lei poi, la persona più dolce e sincera che abbia mai conosciuto. Mi sono sentito tradito. Sono stato tradito dalla persona che amo e che la stessa che mi ha deluso profondamente. Ha deciso tutto lei per me. Senza neanche consultarmi o informarmi. Senza sapere se volevo o no questo bambino. E l'avrei voluto, tre anni fa. L' avrei voluto sempre. E lo vorrò anche domani. Poi, continuo: «Lui è mio figlio. Voglio far parte della sua vita, ma tu non dovevi farmi questo. Mi hai spezzato il cuore, Astrid. E non me lo sarei mai aspettato da te. Per questo non posso. Non voglio litigare con te per il bene del bambino. Non voglio che lui soffra per le nostre divergenze, ma voglio vederlo tutte le volte che voglio. Ne ho il diritto. Ho sprecato troppo tempo e non ne voglio più sprecare».
Astrid annuisce, ma i suoi occhi tristi riprendono a piangere. È ferita, mi dispiace, ma sul serio non riesco a perdonarla adesso. Ha cancellato, con un gesto, tutta la fiducia che riponevo in lei e adesso deve guadagnarsela. Davvero speravo che, dopo quel bacio, tra noi potesse cambiare qualcosa? Potevamo ritornare ciò che eravamo un tempo, ma adesso tutto è cambiato e civorrà del tempo prima che tutto possa tornare alla normalità, ma penso che niente potrà riportare le cose per com'erano una volta.
Astrid
Non ho la forza di cacciare Jason da casa mia. Non voglio che se ne vada, mai. Per questo non dico nulla quando si sdraia sul letto con me ed Elia. Questo è tutto quello che ho sempre sognato.Guarda suo figlio intensamente, come se non volesse perdersi nemmeno un momento di lui. Lo osserva, memorizzando i tratti del suo viso, del suo corpo. Mi dice che è bellissimo e lo è davvero. Jason è bellissimo, il bambino non poteva essere da meno. La loro somiglianza è evidente.
Si scusa per avermi aggredita verbalmente, ma lo rassicuro. Meritavo quelle parole e anche più. Ho fatto un'azione davvero cattiva, nessuno merita un trattamento del genere, nemmeno lui che, abbandonandomi, mi ha fatto soffrire davvero tanto.
Imploro il suo perdono, ma ricevo una risposta negativa. L'ho perso e mi pento di tutte le decisioni sbagliate prese. Ho sbagliato da quando ho saputo di essere incinta. Ho sbagliato per ogni singolo giorno di questi ultimi tre anni e ho doppiamente sbagliato dal primo giorno che l'ho rivisto dopo tutto quel tempo.
La cosa positiva è che vuole fare parte della vita del bambino. Lo vuole crescere insieme a me. Elia è nostro. E io glielo permetterò perché lui è suo padre e si è perso troppe cose della vita di suo figlio. Non farò lo stesso sbaglio per la seconda volta.
Mi tornano in mente le frasi di quella canzone, che al momento sembrano starci a pennello.
Avrei voluto dirti resta qui con me. Avrei dovuto almeno chiederti il perché. Avrei potuto averti ancora un giorno in più [...]. Avrei voluto un' altra possibilità. Avrei potuto darmi corpo ed anima. Avrei potuto darti mille abbracci in più, ma in tutto questo, adesso, manchi tu! ¹
Tra le lacrime, sussurro un flebile "perdonami" Addormentandomi, nella speranza che domani, tutto si risolva.
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¹. Strofa tratta da "Alla goccia" - Gemelli DiVersi.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...