Astrid
Quando spiego a Jason in che modo Elia l'ha scelto come padre, sul suo viso compare un sorriso a trentadue denti. Diciamo che in questi mesi non l'avevo ancora visto sorridere in questa maniera. Sorride da quando si è sentito chiamare papà e ha deciso -arbitrariamente, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo - di voler passare tutto il giorno con suo figlio, a casa mia. Dopo essersi rotolato per un po' sul pavimento con lui, Elia sente il bisogno di fare uno spuntino. Poiché è già tardi, approfitto del momento per chiedere gentilmente a Jason di dare da mangiare al bambino e dargli un'occhiata mentre io mi faccio una doccia. Per un secondo, mi passa per la mente di presentarmi davanti a lui con solo l'asciugamano addosso, ma scaccio subito quel pensiero e mi rivesto velocemente. Ho promesso di comportarmi bene e lo farò. Dopotutto, è abbastanza evidente che sono disposta a tutto pur di stare con lui, solo che aspetto un suo segnale prima di agire. Essere rifiutata di nuovo farebbe troppo male ed è l'ultima cosa che mi servirebbe in questo momento.
Pettino i capelli, raccogliendoli in una coda di cavallo alta e, dopo aver applicato un leggero stato di trucco, mi vesto velocemente. Opto per un paio di jeans e una camicetta grigia che abbino ad un paio di sandali antracite e mi do un'ultima occhiata allo specchio. Da quando ho partorito, i fianchi si sono allargati; si vede che ho messo su qualche chilo, ma adesso riempio meglio i vestiti.«Sono pronta!» esclamo mentre torno in salotto.
«Di già? Fa' con comodo!» mi dice Jason in tono sarcastico.
Quando entro in salotto attiro subito la sua attenzione. Il suo sguardo percorre tutto il mio corpo, soffermandosi prima sul mio seno e poi sulle mie cosce, fino ai piedi, per poi risalire e piantarsi nei miei occhi. Mi sento nuda mentre ricevo quelle attenzioni. Riconosco quello sguardo, ed è quello che ha ogni volta che si eccita.
«Hai intenzione di uscire così?».
Improvvisamente mi sento fuori luogo per come sono vestita e insicura del mio aspetto.
«Sembro sciatta, vero? Pensavo che per un venerdì sera andavano bene i jeans. Dovrei cambiarmi, secondo te?» chiedo mordendomi il labbro.
«Sì. Cioè no» dice confuso. Alzo un sopracciglio nell'attesa che continui. «Stai benissimo e non devi assolutamente cambiarti. Te l'ho chiesto solo perche sei troppo... sei..».
«Sono?» chiedo.
«Sei perfetta. Non hai bisogno di cambiare nulla del tuo aspetto e non hai bisogno di cambiarti i vestiti. Sei pronta ad andare?» chiede, alzandosi dal divano.
Annuisco, mettendo Elia nel passeggino. Dopo esserci sistemati sulla macchina di Jason ci dirigiamo verso casa di Asia, dove ci aspetta con Megan e Veronica. Lo sguardo di quest'ultima saetta tra me, Jason ed Elia e infine mi fa l'occhiolino.
Faccio le ultime raccomandazioni a Jason, saluto il mio piccolino e mi preparo ad affrontare quest'uscita prima di pentirmene e cambiare idea su due piedi e mandare tutto all'aria.
Jason
«Tuo figlio sembra avere le mani più lunghe delle tue» osserva Luke, mentre Elia cerca di abbracciare la piccola Haley, mentre lei si scansa per non farsi toccare.«Che ti devo dire? È mio figlio! Mi somiglia, si vede che ha buon gusto!» mi giustifico sorridendo.
«Piccolo, toccala adesso perché quando sarai grande non lo potrai più fare» dice Luke in direzione di mio figlio.
Scoppio a ridere e osservo ancora la scena. Haley sfugge ed Elia la ricorre. Sembra non voler mollare e sembra molto determinato. Non so cosa voglia fare, ma so che lo vuole con tutto se stesso. Finchè non si stanca e inizia a giocare da solo. Sembra tranquillo e non sembra sentire la mancanza della madre. Spero che riuscirò a colmare questo vuoto quando mio figlio si ritroverà da solo con me.
Nel frattempo mi perdo un po' nei miei pensieri. Il fatto che tutti possano vedere Astrid vestita in quel modo mi dà fastidio. So che sta solo cenando fuori, per cui si troverà in un ristorante, ma è uscita di casa con quei jeans che sembrano le siano stati disegnati sulla sua pelle. Lì fuori è pieno di squali pronti a mangiarsela e lei - con quell'abbigliamento - è l'esca perfetta. Io per primo, non esiterei a farmi avanti. Cioè, l'ho fatto dal primo momento che l'ho vista! Abbiamo avuto parecchi tira e molla, ma la volevo e me la sono presa. Adesso continuo a volerla, ma non riesco a prendermela.
«Sei silenzioso, amico» constata Luke.
«Sono solo pensieroso».
«Sei solo patetico» dice.
Decido di ignorarlo, ma dopo un po' non resisto e sinceramente, non vederlo tutti i giorni, mi è mancato. Per cui, inizio a vomitare tutte le mie preoccupazioni.
«Sai cos'è? Mi dà fastidio il fatto che sia uscita. Gliel'ho consigliato e me ne sono pentito e poi gliel'ho pure permesso».
«Gliel' hai permesso?» dice smaccandomi. È evidente che mi sta prendendo per il culo.
«Okay, no. Ha fatto tutto da sola, ma detesto il fatto che sia uscita in quel modo. Cioè, l'hai vista com'era vestita?!» chiedo retorico.
«Stava bene» dice lui annuendo.
«Stava bene?! Era meravigliosa. Chiunque si ci butterebbe a capofitto. Quei jeans le facevano un culo davv...». Mi blocco a metà frase perché non voglio che neanche Luke pensi al culo della mia donna.
«Ti rode il culo solo perché lo vorresti tu il suo culo!».
«Non azzardarti a parlare di lei in quei termini» lo minaccio.
«Hai iniziato tu. Senti, cerca di risolvere il casino che hai in testa e poi potrai reclamare i diritti che credi di avere su di lei. Hai preso la tua decisione? Basta seghe mentali. Astrid ha tutto il diritto di fare e vestirsi in qualsiasi modo. Fine della storia!».
«Grazie per la sincerità, coglione».
«Prego. Quando vuoi» esclama divertito.
Non posso fare a meno di lanciargli un cuscino contro e da quel gesto parte l' «Assalto a papà», urla Haley, buttandosici addosso. Seguita da Elia che trova la scusa per avvicinarla. Almeno tutto questo mi farà distogliere l'attenzione dal casino che ho in testa.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...