Capitolo 29

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Astrid
Da quando non riesco a trattenermi? Stavo letteralmente prendendo fuoco dall'eccitazione. Partendo dal presupposto che non lo faccio da tre anni, la mia voglia è del tutto giustificata. Vedere Jason con Elia tra le braccia ha fatto scattare in me la voglia di avere di più. Soprattutto fisicamente e me lo sarei preso se me lo avesse permesso. Ho visto la stessa eccitazione nei suoi occhi quando mi ha squadrato da capo a piedi. L'attrazione tra di noi non è mai stato un problema e, nonostante questi ultimi giorni, il fatto che mi voglia ancora –anzi che fargli schifo per il mio comportamento- è positivo. Positivo perché potrebbe essere il 'trampolino di lancio' per un futuro insieme. O mi sbaglio? È probabile. Ma se mi avesse voluto lo avrebbe fatto subito, però si è trattenuto. E non so come interpretare il suo comportamento.

In questi giorni mi sono fatta sentire meno con i miei genitori, ma nel week-end ho trovato un momento per chiamarli tramite Skype. Li ho aggiornati sugli ultimi avvenimenti. Ovvero che Jason sa di Elia. Ho visto il sollievo sul volto di mia madre quando ha saputo che Jason –nonostante il modo in cui abbia scoperto di avere un figlio- voleva occuparsi di lui a trecentosessanta gradi. I miei sono più tranquilli, ma la loro preoccupazione è data dal fatto che sanno cosa ho passato quando Jason mi ha lasciata e hanno paura che possa farmi soffrire più di prima. Li ho tranquillizzati, ma dopo un po' sono scoppiata a piangere, confessando loro che lui non vuole avere niente a che fare con me. Si sono dispiaciuti, ma li ho rassicurati dicendo che non posso permettermi un altro crollo emotivo dal momento che, adesso, nella mia vita c'è Elia.

Un'altra telefonata che ho dovuto affrontare è stata quella con Penny. Jason le ha raccontato tutto nei minimi dettagli e, quando l'ho sentita, mi ha investito come un treno in corsa. Si è arrabbiata, ma da un lato mi ha capita. Adesso si fa sentire tutti i giorni, pretendendo foto giornaliere del suo piccolo nipotino.

Ho sentito anche Annie, la madre di Jason. Aveva la voce rotta per il pianto. L'ho delusa. Le ho praticamente tenuto nascosto il suo primo nipote e il fatto che siamo così lontane, anche con Penny, mi impedisce di farmi perdonare per come si deve.

Ho espresso tutto il mio pentimento ad entrambe e la cosa che mi tranquillizza è che non mi portano nessun rancore. Sono felicissime per il bambino. Chissà da chi abbia preso Jason, perché ho sentito anche suo padre, che ha espresso lo stesso entusiasmo.

Sentendo tutte queste persone mi sono realmente resa conto di quanto male abbia fatto, non solo a Jason, ma a tutta la sua famiglia. Quindi da un lato posso capire la rabbia che prova nei miei confronti. Me la merito tutta quanta, senza sconti di pena.

Jason
Ho trascorso i giorni più felici e più tristi della mia vita, da quando ho saputo di mio figlio. È sempre una gioia tenerlo fra le braccia e farlo divertire. È stato più difficile mantenere la rabbia dentro di me. Avrei voluto vomitarla tutta addosso ad Astrid, ma sono riuscito a trattenermi perché ho visto quanto anche lei sta soffrendo. Le sue scelte sbagliate hanno fatto più danni di un terremoto.

Quando ho annunciato a mia madre che era diventata nonna, è scoppiata a piangere. Era felice, ma quando le ho detto che suo nipote aveva già due anni, è scoppiata in lacrime per la delusione. Neanche lei si aspettava un comportamento del genere da parte di Astrid, ma ha cercato di giustificarla dicendo che l'avrà fatto perché, molto probabilmente, era ferita per il modo in cui l'avevo lasciata. Ho cercato di farle capire che una motivazione del genere non giustifica il suo gesto, ma è stata ferma nella sua decisione.

Tre anni prima, quando le ho confessato di voler lasciare Astrid, mi ha appoggiato appieno, perché dietro la mia decisione c'era un motivo ben preciso e non potevo permettermi che altre persone si sarebbero fatte carico i miei problemi. Il suo consiglio è stato quello di essere sincero con Astrid, ma non ci sono riuscito e, da codardo, ho preferito lasciarla con una lettera. E, da due volte codardo, non ho avuto neanche il coraggio di dargliela di persona perché ho preferito che lo facesse Penny.

Penny... non avevo mai ricevuto tutti questi insulti in vita mia. Darle la notizia, e soprattutto farla stare calma, si è rivelata un'impresa ardua. Anche lei è rimasta delusa dal comportamento della sua amica. Si sono sentite spesso in questi anni, ma Astrid non si è mai fatta sfuggire mezza parola. Aveva insulti anche per lei, ma la giustificava. Lasciarla in quel modo l'ha fatta agire istintivamente. E questa è stata la sua decisione presa.

Anch'io giustifico il suo gesto, a volte. Non meritava un trattamento del genere. Mi tornano in mente le sue parole: le mie scelte sono state influenzate dal tuo comportamento. Non ho mai significato niente per te (mai sentito niente di più sbagliato. Non ha mai capito quanto tenevo –e tengo- a lei). Te ne sei andato senza pensarci (me ne sono andato per il suo bene). Se non volevi me non avresti voluto neanche lui. E poi la cosa che mi ha fatto più male al cuore: aspettavo il bambino di nessuno. Lì ho capito quanto dolore le avevo causato andandomene.

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