Capitolo 76

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Astrid
La lieve luce del mattino mi risveglia da quel meraviglioso sogno. Quando apro gli occhi mi accorgo che è tutto vero, che non ho sognato, che quello che ho accanto è la cosa più preziosa che potesse mai capitarmi nella vita.

Osservo Jason – già sveglio – che, sorridendo, mi osserva a sua volta. Mi sorride e non posso fare altro che ricambiare. Tutto di lui mi attrae e vederlo con nostro figlio tra le braccia mi ricorda di quanto ancora ne sono innamorata.

«Buongiorno» sussurro con la voce impastata dal sonno.

«Buongiorno».

Mi alzo dal letto, facendo attenzione a non svegliare Elia. Quando sono in piedi mi stiracchio e subito dopo sento due braccia possenti che mi cingono la vita. La pelle d'oca non tarda ad arrivare quando Jason mi bacia sul collo e mi tiene stretta come se non volesse mai lasciarmi andare. Poso le mie braccia sulle sue e mi faccio cullare da quel meraviglioso abbraccio. Ho sognato sempre un risveglio come questo e adesso che ci sono dentro, non riesco nemmeno a credere che sia vero.

«Andiamo in cucina?» mi chiede Jason, attaccato al mio orecchio.

Annuisco e mi stacco da lui, avviandomi nell'altra stanza, ma con le nostre dita sempre intrecciate.

«Siediti» mi dice, spostando la sedia da sotto il tavolo per farmi sedere. «Questa mattina sarò io a preparare la colazione per tutti».

«Facciamo che ti siedi tu e preparo io» ribatto, sorridendogli.

«Se proprio insisti, non me lo faccio ripetere due volte. Ma sappi che io mi sono offerto di fare qualcosa e tu me l'hai impedito. Non so se succederà di nuovo».

Sorrido divertita e mi metto subito all'opera, consapevole di avere lo sguardo costante di Jason addosso.

Il clima sembra leggero e non so come si evolverà tutta questa storia. Vorrei chiarire tutto adesso. Vorrei sapere cosa ne pensa lui di tutta questa storia, ma ho paura di chiederglielo. Così continuo a lavorare in silenzio. Al contrario, la mia mente non smette di formulare pensieri. Il bacio di ieri sera è stato perfetto e, avendovi percepito qualcosa di più profondo, i miei pensieri tornano imperterriti a pensarci. Vorrei replicare la scena e vorrei farlo all'infinito e continuo a rimuginarci sopra, per cui decido di affrontare l'argomento subito. Mi sono stufata di rimandare tutto. Se voglio vivere devo farlo subito.

«Jase».

Attiro l'attenzione di Jason, che subito si precipita al mio fianco, prendendomi per i fianchi e facendomi girare nella sua direzione in modo da poterci guardare negli occhi.

«Dimmi, piccola».

Sono un tantino agitata, anche perché non so da dove iniziare. E mi scoccia pure fare la figura della bambina insicura. Perché sono decisa su quello che voglio. In un certo senso non so come prendermelo.

«Io sono... confusa, Jason» dico, tormentandomi il labbro.

Jason sorride dolce e mi passa il suo pollice sul labbro, liberandolo dalla presa dei mie denti. «Sei adorabile quando fai così. Ma sta' calma e dimmi tutto ciò che pensi tranquillamente. Con me puoi parlare. Sempre».

Il suo incoraggiamento mi spinge a farla finita subito. «Per quanto riguarda il bacio di ieri sera, io... È stato fantastico per me, ma ho paura che per te non sia la stessa cosa. Svegliarmi con qualcuno accanto, con te, questa mattina mi ha fatta alzare felice. Ma se tu non vuoi continuare questa cosa, dimmelo subito, Jason. Non voglio farla durare per poi ritrovarmi con un pugno di mosche».

«Astrid, lo sai cosa abbiamo dovuto affrontare in questi ultimi mesi. Tu mi hai tenuto nascosto un bambino. E mi hai fatto soffrire molto...».

Mi allontano, colpita dalla verità di quelle parole e da quello che ne conseguirà. «Jase, per favore. Non riprendere di nuovo quel discorso. Ho sbagliato, mi sono scusata. Davvero non poss...».

«Shhh, piccola. Fammi solamente finire» dice, accarezzandomi la guancia. Le lacrime minacciano di scendere da un momento all'altro, ma faccio di tutto per non farle sgorgare. Jason continua: «Ho sofferto per quella bugia, ma mai quanto ho sofferto per tutto il tempo che siamo stati distanti. Mi sono pentito di averti lasciato. L'ho fatto solo perché sarebbe stato molto più semplice per tutti e due. Ma ti giuro che non avrei mai voluto farlo. Eri tutto per me. Lo sei tutt'ora e adesso c'è anche Elia con noi. E io non voglio lasciarvi. Ti voglio con me per tutta la vita, Astrid».

Quando sento quelle ultime parole, tiro un sospiro di sollievo e mi catapulto tra le sue braccia. Speravo di sentirgli dire quelle parole. Non riesco più a trattenere quelle lacrime e mi abbandono ad un pianto liberatorio. Ma è un pianto felice. Sono stata da sola per troppo tempo e lui era tutto ciò di cui avevo bisogno nella mia vita quasi perfetta. Non mi mancava nulla, solo lui. E adesso è con me.

«Dio. Mi hai fatto prendere un colpo. Neanch'io voglio che mi lasci. Non voglio più soffrire, Jason. Promettimelo. Prometti che non lo farai mai più» dico, sempre tra le lacrime.

«Mi dispiace, piccola. Non lo farò più. Mi dispiace» dice, cullandomi nel suo abbraccio. «Te lo prometto».

«Ti amo» gli sussurro all'orecchio.

Le parole vengono fuori senza preavviso. Volevo che lo sapesse e finalmente sono riuscita a dirlo. Non potevo tenermelo ancora per me. Voglio ricominciare da capo con lui, mettendo a nudo i miei sentimenti. Donandogli tutta me stessa, nella speranza che lui faccia lo stesso.

Jason mi guarda con gli occhi grandi e sembra esserne stupito. «È così difficile da credere?» chiedo.

«Sì, dopo il modo in cui ti ho lasciata, dovresti odiarmi».

«All'inizio forse un po' ti ho odiato, ma il sentimento c'è sempre stato. Non ho mai smesso di amarti, Jase. Forse adesso ti amo più di prima. Non si possono nascondere i sentimenti, non quelli veri».

«Hai ragione, perché anch'io ti amo e avevo così paura di dirtelo. Credevo che per te le cose fossero cambiate»

«Hai pensato male. E adesso baciami perché abbiamo sprecato fin troppo tempo».

Jason non se lo fa ripetere mezza volta e cattura le mie labbra con le sue. Mi aggrappo a lui come se fosse la mia ancora di salvezza. Come se avessi bisogno di lui per restare a galla.
Intrecciamo le nostre lingue e chiudo gli occhi godendomi il momento, ma poi un dubbio si insinua nella mia testa e mi stacco da lui immediatamente.

«Stiamo insieme?» chiedo un po' timorosa.

«Dal canto mio stiamo insieme da sempre. Ti amo».

Sorrido per la battuta e lo bacio di nuovo. Vorrei restare così per tutto il tempo e non staccarmi da lui mai più. Quindi prendo Turro ciò che riesce a darmi e il suo cuore lo portò con me.

Jason mi tiene sempre più stretta e mi invita ad allacciare le gambe attorno ai suoi fianchi. Faccio come mi chiede e intreccio le mie dita ai suoi capelli e poi... di nuovo quel gridolino che esce dal walkie talkie e la vocina di Elia che mi chiama a gran voce.
Mi stacco da Jason e raggiungo la camera da letto, pensando quando – e se – avremmo mai un momento libero solo per noi due.

TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Il tuo cuore lo porto con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora