Prologo

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Astrid
Quando arrivai per la prima volta a Dowson, mi sentivo completamente persa. Ero una bambina di otto anni che aveva lasciato le sue compagne delle elementari per trovarne delle nuove una volta iniziato il nuovo anno scolastico. Mi sentivo così sola in quella nuova casa bellissima che nemmeno l'arrivo del nostro cane Joey era bastato a risollevarmi su il morale, ma tutto cambiò quando nella casa accanto alla mia si trasferì Lily. Lei era una bambina bellissima con dei lunghi capelli lisci e occhi azzurri come il mare. Ci bastarono pochi giorni per stringere un legame fortissimo; legame che è durato oltre dieci anni. Lily è stata sempre una tipa molto espansiva, ha sempre avuto un carattere esuberante ed estroverso e ovviamente questo piaceva molto anche ai ragazzi della nostra scuola che praticamente le andavano dietro come dei cagnolini scodinzolanti. E, ahimè, questo successe anche con il mio ragazzo.

Stavo con Lucas da più o meno un anno e, nonostante insieme stessimo bene, dovevo ancora capire cos'erano realmente quei sentimenti che provavo nei suoi confronti, ma nonostante i miei dubbi, non mi sono mai permessa di mancargli di rispetto.

Un pomeriggio di primavera, annoiata dalla solita routine scuola/casa, decisi di chiamare Lily per passare quella splendida giornata soleggiata a fare qualcosa di diverso dal solito; qualsiasi cosa andava bene, mi bastava anche soltanto passeggiare nel nostro quartiere, ma lei quel giorno non rispose alle mie numerose chiamate.
Okay, pensai che magari poteva essere impegnata. Provai quindi a chiamarla nuovamente, ma continuava a non rispondere. Dal momento che avevo davvero voglia di uscire, chiamai Lucas. Quel pomeriggio non rispose nemmeno lui, ma dopo qualche minuto mi arrivò un suo SMS.

TESORO, TI AVEVO DETTO CHE ANCHE OGGI SAREI STATO IMPEGNATO CON GLI ALLENAMENTI.. NON POSSO PARLARE, CI VEDIAMO STASERA.

Bene. Decisi di non rimanere a casa comunque. Visto che Lily era completamente irraggiungibile e Lucas sarebbe tornato a casa tra meno di un'ora e mezza, decisi di aspettarlo a casa sua direttamente. Quindi, uscì di casa e bussai alla sua porta. Venne ad aprire la gentilissima signora White, la madre di Lucas. Salii le scale fino alla sua camera e aprii la porta con decisione, senza preoccuparmi di bussare, tanto non ci sarebbe stato nessuno dentro. E fu in quel momento che trovai la sorpresa. La scena che trovai davanti i miei occhi mi fece nauseare a tal punto che rischiai sul serio di vomitare sul pavimento di quella stanza. Lily era molto nuda sotto Lucas e lui altrettanto. Erano talmente indaffarati che non si accorsero nemmeno che ero entrata in camera. In quel momento mi fu tutto chiaro: tutti quegli allenamenti dell'ultimo momento, Lily che misteriosamente scompariva... era più che ovvio che quei due se la facevano alle mie spalle da parecchio tempo. Non era la prima volta che succedeva. La mia delusione era palpabile, ma molto presto prevalse la rabbia quando sentì la frase "non è come pensi" uscire dalle loro bocche. Iniziai ad urlare e a tirare oggetti per aria. Le loro facce erano sconvolte e attirai anche l'attenzione della madre di Lucas che era all'oscuro di tutto: il coglione aveva fatto entrare in casa sua Lily di nascosto, senza nemmeno avvisare la madre che fosse in casa.

Questo accadde anni fa. Dopo quell'episodio mi traferii a Savannah, iniziai a studiare e passai l'anno più bello della mia vita. Vivevo in un appartamento con Asia, Penny, Megan e Marco. Le nostre giornate erano fatte di pianti, cibo e feste a volontà. È fu proprio a una di quelle feste che conobbi Jason.

Jason...

Nell'esatto istante in cui lo vidi per la prima volta capii che sarebbe stato il mio unico grande amore. Un amore travolgente, uno di quegli amori che non sai spiegare perché così bello da non avere una spiegazione, un amore puro, ma alla fine dilaniante.

Jason era il fratello di Penny, il ragazzo che tutte volevano, quello bello e dannato che aveva la testa più incasinata dei suo capelli castani. Mi faceva diventare matta perché non avevo esitato per niente a dichiarargli il mio amore, ma lui era perseguitato dal suo passato. E il suo passato era una ragazza, Kate. Lei soffriva di disturbo della personalità e Jason faticava a tenerla distante. Kate era pericolosa, mi minacciava, dicendo che se non fossi stata lontana da Jason me l'avrebbe fatta pagare. E quella promessa fu ben presto mantenuta.

Eravamo al matrimonio del padre di Jason e sapevamo che anche Kate sarebbe stata lì in quanto amica di famiglia. Aveva avuto un permesso di libera uscita dalla clinica psichiatrica in cui era ricoverata, perché sì, dopo diversi tentativi da parte di Jason e della sua famiglia, Kate aveva accettato di farsi curare.  Quel giorno si respirava aria di festa e, nonostante i sorrisi "gentili" di Kate, mi era impossibile non notare il fatto che il suo sguardo oscillava in continuazione tra me e Jason. Vidi subito che qualcosa non andava, ma non dissi nulla a Jason perché avevo paura di sbagliarmi e che le mie fossero solamente paranoie. Ma continuavo a vedere gli occhi di Kate che non ci lasciavano neanche per un momento. Il suo volto era privo di qualsiasi espressione, non c'era nulla in quegli occhi azzurri, né gentilezza né rabbia, il nulla e la cosa faceva accapponare la pelle. Al ché le feci un sorriso di incoraggiamento, ma ricevetti in risposta un sorriso malvagio. Cercai di dirlo a Jason  quando, un movimento repentino di Kate attirò la mia attenzione. Mi paralizzati quando la vidi tirare fuori dalla borsetta un oggetto nero. Non volevo credere ai miei occhi, ma quando mi imposi di ragionare lucidamente  scossi Jason per un braccio incapace di proferire parola. Quello che successe nei secondi successivi fu tutto confuso e molto doloroso. Poi vidi solo nero. 

Quella stessa sera mi ritrovai in ospedale con un dolore lancinante al fianco destro. Kate mi aveva sparato e a detta dei medici ero stata molto fortunata perché il proiettile mi aveva presa di striscio.

Jason era nella mia camera di ospedale, non si allontanò fino a quando non ricevette buone notizie da parte dei medici, finché non si assicurò che ero fuori pericolo. Quando mi svegliai scoppiai a piangere. Jason mi disse che mi amava, che gli dispiaceva e che se non lo avessi mai incontrato tutto questo non mi sarebbe mai accaduto. Diceva che la cosa migliore era quella di lasciarmi libera, che meritavo di meglio, qualcuno meno incasinato di lui che avrebbe saputo prendersi cura di me come lui non era riuscito a fare. Non realizzati a pieno che ero stata lasciata finché non lo vidi uscire dalla camera e con un'unica frase mi fece capire che non l'avrei più rivisto. «Il tuo cuore lo portò con me». Lì capì che non ero stata poi così importante e che l'amore che avevamo era un amore a senso unico.

Quella notte le "sorprese" non finirono.

«Come sta la nostra bella paziente?» chiese la dottoressa entrando in camera, interrompendo i miei pensieri

Mi limitati a dire: «Bene».

«Allora, signorina Astrid. La sua ferita dovrebbe guarire nel giro di qualche settimana. Starà bene, quindi verrà dimessa tra una settimana al massimo. Dovrà prendere degli antidolorifici innocui che allevieranno  il dolore, anche se non scomparirà del tutto. E un'ultima cosa: dalle analisi del sangue risulta che è incinta. Congratulazioni».

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Ciao a tutti. Eccomi con il nuovo prologo. Da come potete intuire, la parte riguardante Un giorno migliore è stata riassunta in pochissime righe. Questo perché, essendo la mia prima storia, non era chissà quale originalità, inoltre, c'era troppo lavoro di revisione e questo mi avrebbe preso parecchio tempo e so per certo che non sarei riuscita a portare a termine il mio lavoro. Certo, adesso verrebbe a mancare una buona parte di storia, ma ritengo che anche così la cosa potrebbe funzionare.
Spero che il resto vi piaccia e che vi appassionerete ad Astrid e Jason così come avete fatto con Matt e Veronica e Cami e Ethan.

Un abbraccio, Syd

Il tuo cuore lo porto con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora