Astrid
La mia mente va per un attimo in tilt a causa di quella notizia inaspettata. Non vedo Asia da tre anni e il fatto che sia nella mia stessa città adesso rende tutto più difficile. Ci siamo sempre tenute in contatto, ma telefonicamente, e la mia pancia non era visibile quando ero incinta e tutto era più semplice. Ma adesso cosa dovrei dire? Sono la baby-sitter di questo bambino identico a Jason?!«Astrid? Ci sei?» sento dall'altro capo del telefono.
«Ehm, sì. Scusa, mi ero distratta un attimo. Dove siete?» chiedo.
«Siamo ancora in aeroporto. Luke deve presentarsi ad un colloquio di lavoro per le tre. Ho pensato che magari io e la bambina potremmo passare da te. Che ne dici?».
«Ma certo, nessun problema. Potete venire tutti e tre adesso. Pranziamo velocemente e poi potrete restare tutto il tempo che vorrete».
«Perfetto, tesoro. Saremo lì tra tre quarti d'ora massimo. Inviami il tuo indirizzo su whatsapp».
Faccio ciò che mi dice e con passo spedito raggiungo casa.
Do da mangiare a Elia, che dopo cinque minuti crolla sul divano. Lo porto in camera e posiziono il walkie-talkie sul comodino, leggermente lontano dalla sua culla. Se si sveglierà prima del previsto, lo sentirò in qualunque momento. Mi metto subito ai fornelli nell'attesa che arrivino Asia e Luke.
In questi ultimi anni ho imparato a cucinare sul serio, non a scongelare cibi al microonde. Adesso uso pentole e padelle per crearli io i cibi. Sicuramente Elia c'entra molto con questa mia decisione. Cosa avrei dovuto fargli mangiare, le porcate che mangiavo io? Quindi mi sono adeguata e ho tolto via i cibi spazzatura dalla mia dieta. Mi sono ridotta a mangiare frullati di frutta e verdura e adesso cucino pranzi veri. Il tutto anche grazie alle ricette italiane che Marco mi manda tramite e-mal.
Oggi delizierò i miei ospiti. Non faccio in tempo a pensarlo che sento il suono del campanello. Spero che Elia non si svegli. Rispondo il citofono li faccio salire al quarto piano.
La prima cosa che vedo spuntare dalla porta del mio appartamento è una piccola bambina dai riccioli biondi e gli occhi scurissimi. Haley, la figlia di Asia e Luke, avrà solo qualche mese in più di Elia ed è cresciuta tantissimo dall'ultima volta che l' ho vista in foto.
«E tu chi sei?» chiedo alla piccolina.
«Haley» risponde lei, con la vocina squillante. «E tu chi sei?». La sua domanda inaspettata mi fa sorridere tantissimo.
«Io sono Astrid» dico prendendola in braccio.
«Ciaaaaooooo» mi saluta lei, guardandomi dritto negli occhi. È uguale alla madre. Ad eccezione dei capelli che sono decisamente quelli di Luke.
«Da' un bacino alla zia» la incoraggia Asia. Mi volto nella sua direzione e non posso far altro che scoppiare a piangere, andandole incontro e abbracciandola. Anche Asia piange e nel frattempo ricevo il bacino Haley.
«Tesoro mio. Quanto tempo».
«Già, sei diversa» mi dice. Osservandomi da capo a piede.
«Anche tu, Asia. Dov'è Luke?».
«Non poteva rimanere, ma verrà più tardi».
Porgo Haley alla madre che la mette coricata sul divano. Vado a prendere una copertina e copro la bambina che si addormenta in un secondo. Il viaggio l'avrà stancata.Asia e io ci rechiamo in cucina per mangiare, parliamo del più e del meno, del nostro passato e dei nostri progetti futuri.
«E tu come stai?» mi chiede, poi.
«Io bene. La ferita è guarita e adesso lavoro dalla mattina alla sera». Cerco di sviare il discorso perché davvero non riuscirei a parlare per più di cinque minuti d'altro.
«Dai, non fare la stupida. Come stai sul serio. So quello che hai passato, ma non ho capito perché hai abbandonato l'università».
«Jason era lì. Non potevo sopportare di vederlo dopo tutto quello che era successo».
«Posso capirlo...».
«E lui come sta?» chiedo, timorosa.
«Lui? Boh, e chi lo sa? All'inizio veniva spesso a trovare Luke, nche dopo la nascita di Haley si vedeva spesso. Ma dopo la laurea e il nuovo lavoro si è fatto vedere sempre meno. Con Luke si sentono regolarmente, ma il fatto che si sia trasferito così lontano da Savannah ci ha un pochino allontanati».
«Ehm...» inizio. Esito un po' a fare questa domanda. Penny mi ha assicurato che Jason non ha portato nessuna ragazza in casa, ma ultimamente l'argomento non è stato sollevato. Forse perché ha davvero qualcun'altra e lei pensa che dicendomelo mi ferirebbe? «Lui è...? Cioè, ha qualcuno? Tipo... una fidanzata, o una moglie, o qualche figlio?».
Qualche figlio? Davvero Astrid? Rabbrividisco alle mie stesse parole.Asia sta per rispondermi quando sento: «Mamma, mamma, mamma» che esce dal walkie-talkie. Dico ad Asia di aspettare, mentre mi guarda con gli occhi sgranati, totalmente muta.
Mi reco in camera e trovo Elia in piedi, aggrappato alle sbarre delle culla, nell'attesa che lo prenda in braccio.
«Pendimi» dice, con le manine alzate nella mia direzione. Faccio ciò che mi chiede e lo faccio conoscere ad Asia.
La sua faccia dice tutto. È un misto di stupore, rabbia, compassione e felicità. «A quanto pare ce l' ha un figlio. Sono identici».
E mi lascio andare ad un pianto liberatorio.© TUTTI I DIRITTI RISERVATI
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...