Capitolo 57

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Jason
Raggiungiamo il ristorante in macchina (quella del dottorino del cazzo) e mi accorgo, con mio grande dispiacere, che non ha lasciato nulla al caso. Ha scelto un ristorante di medio/alto livello, che offre un servizio apposta per i bambini. Avevo capito subito le sue cattive intenzioni. Il suo piano era uguale fin dall'inizio: i bambini venivano affidati al personale e lui si sarebbe approfittato di Astrid. Vorrei solo poterle far capire che Justin non è l'uomo giusto per lei...

Sono contento di essere qui in questo momento. Diciamo, relativamente contento. La mia presenza impedirà a Justin di attuare il suo piano e posso anche tenere d'occhio Astrid. Non che ne abbia bisogno, ma ieri sera lui stava per baciarla e lei glielo avrebbe lasciato fare. Quindi, ripensandoci, sì: Astrid ha bisogno di essere tenuta d'occhio. La vedo vulnerabile in questo momento e non vorrei mai che qualcuno si approfittasse di lei. Inoltre, se dovesse fare qualcosa in un momento di debolezza, non se lo perdonerebbe mai. Per questo voglio fare di tutto per farle aprire gli occhi.

La cameriera ci accompagna ad un tavolo per quattro. Justin fa sedere Astrid, spostando la sedia per lei, che si siede al suo fianco. Sto per accomodarmi quando, vedendola nervosa, chiedo con nonchalance: «C'è qualcosa che non va, piccola?».

Attiro l'attenzione di entrambi e Astrid mi lancia un'occhiata interrogativa.

«No« dice. «Va tutto bene».

«No, perché mi sembri un po' tesa. Rilassati» dico, spostandomi dietro di lei.
Poso le mani sulle sue spalle e inizio a massaggiarla, tenendo gli occhi puntati su Justin. La sua espressione è indecifrabile, ma un lieve guizzo del suo occhio mi fa capire che lo sto irritando parecchio. Solo che non fa nessuna mossa. So che la sua è tutta una recita e adesso sta recitando la parte del "calma e sangue freddo".

«Jason, che stai facendo?» sussurra Astrid, per non farsi sentire. Sembra in difficoltà, ma sento la pelle d'oca su quel pezzettino di collo che sono riuscito ad accarezzarle.

«Ti sto facendo sciogliere un po'» sussurro a mia volta, vicinissimo al suo orecchio.

«Beh, smettila!» dice, cercando di scansare le mani dalle sue spalle. «E adesso siediti» ordina.

Faccio come mi dice con aria di strafottenza, come se non stessi facendo niente di male. Sono più che deciso a rovinare questa sorta di "appuntamento a tre".

Adesso il silenzio è davvero imbarazzante perche né Astrid né Justin hanno detto una parola. Si limitano ad consultare il menù, ma qualcosa mi dice che lo stanno solo guardando senza leggerlo realmente. La mia azione li avrà confusi, ma sono fiero di me perché ad Astrid è piaciuto quello che le ho fatto. La sua bocca ha detto una cosa, ma il suo corpo ha reagito diversamente.

Quando la cameriera torna per prendere le ordinazioni, Justin ordina per primo. «Una specialità di pesce con insalata a parte».

«Due specialità della casa» ordino.

«Due? Non credevo mangiassi tanto» afferma Justin.

«Oh, no. L' altro è per Astrid» affermo, lanciandole uno sguardo e chiedendo: «Dico bene?».

Lei annuisce e si rivolge a Justin. «I ravioli con speck e noci sono il mi...».

«Sono il suo piatto preferito» la interrompo, rivolgendomi a lui che, tra parentesi, fa finta di farselo star bene.

Voglio che veda quanto bene la conosco e che posso permettermi di ordinare per lei. Vorrei sbattergli in faccia anche la complicità che ci lega, ma non credo Astrid sia molto propensa a collaborare. Sto praticamente sabotando il suo appuntamento con questa specie di Mr. Perfezione che non si scompone minimamente. Lo porterò a limite e farò uscire la sua parte peggiore e voglio godermi lo spettacolo quando Astrid si ricrederà e mi darà ragione.

Il tuo cuore lo porto con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora