Capitolo 34

10.5K 510 45
                                    

Astrid
Non riesco a prendere sonno, nonostante il letto sia comodissimo. Elia è accanto a me che dorme beato. Per un breve istante mi passa per la mente di prenderlo in braccio e andarcene, ma scaccio subito il pensiero. L'ho promesso a Jason e non permetterei mai che succedesse qualcosa al mio piccolino.

Mi alzo dal letto per evitare di svegliare Elia e inizio a passeggiare per la stanza. Mi tolgo i vestiti perché mi sento nervosa e - dei jeans attillati e una camicia non aiutano tanto, perché mi sento soffocare - rimango in biancheria. La premura di un tempo di Jason è svanita. Non mi ha dato nessun indumento per dormire. Forse è stupido pensarci proprio in questo momento, ma sono i piccoli gesti a dimostrarmi che a me ci tiene. Ovviamente quando è arrabbiato non è tanto malleabile. Non mi stupirei se domani non mi rivolgesse la parola.
Come me, vuole il bene del bambino e io, da stupida quale sono, non faccio altro che allontanarlo.

Esco dalla camera e vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Per un secondo ho sperato di trovarlo lì. Evidentemente dorme ancora.
Torno in salotto, accendo la televisione e metto il volume a minimo. Inizio a fare zapping nella speranza di trovare qualche programma noioso che mi faccia addormentare,  ma non trovo nulla. O meglio, non sono tanto tranquilla da concentrarmi su qualcosa. Il nervosismo persiste e mi alzo di nuovo in piedi.
Mi affaccio alla finestra per prendere una boccata d'aria fresca e mi godo la vista su Manhattan.
I pensieri si accavallano nella mia mente. È possibile che le sue parole di poco prima mi hanno turbata in questa maniera? L'ho ferito per l'ennesima volta e, per l'ennesima volta, vorrei rimediare. Fin ora ho tentato invano.

Raggiungo quindi la sua camera ed entro. L'ambiente è saturo del suo profumo. Lo inalo a pieni polmoni mentre mi avvicino al suo letto. La stanza è parzialmente illuminata. Riesco a vedere il letto a due piazze, pieno a metà. È disteso a pancia sotto con le mani sotto i cuscini. Vedo la sua schiena nuda e il suo sedere coperto da dei pantaloni di cotone azzurrini.
Sento il respiro pesante di Jason che conferma che dorme profondamente. È bellissimo mentre dorme. Prima che tutto andasse perduto, lo osservavo dormire. Il suo volto sembrava tranquillo e sereno. Come adesso.

Mi siedo al suo fianco, cercando di non fare movimenti bruschi che possano svegliarlo. Adesso che sono così vicina mi viene voglia di toccarlo. Riavere tutto ciò che avevamo un tempo, perdermi nel suo corpo, abbandonarmi al suo tocco e amarlo più di ogni altra cosa.

Allungo la mano verso i suoi capelli ormai scompigliati, ma mi blocco subito dopo.
Perché sono venuta qui? Darebbe di matto se mi vedesse. Ero a tanto così da svegliarlo. Faccio per alzarmi, quando si muove e mi trovo una sua mano sulla coscia nuda e mi paralizzo.
Sembra che stia ancora dormendo. Il mio cuore inizia a perdere un battito quando quella mano inizia a fare su e giù in un tocco paradisiaco. Le sue carezze continuano, nonostante Jason abbia ancora gli occhi chiusi. Sarà un movimento involontario, dettato dal sonno, ma quando vedo i suo occhi aprirsi lentamente, il mio respiro si ferma.

Jason
Forse è il sogno migliore che abbia fatto da tre anni a questa parte.

Tutta quella storia con Astrid mi ha fatto riflettere e forse sono stato troppo duro con lei, ma il mio comportamento è dato dal fatto che non sono libero di fare qualcosa di carino per mio figlio. Dopo il mio rimprovero mi è venuta una voglia matta di fare l'amore con lei. La tensione sessuale che si viene a creare tra noi, quando siamo assieme, è evidente. E io devo scaricarela. Per questo forse ho sognato di averla tra le mie braccia. Le mie mani sulle su cosce sode...

Apro gli occhi lentamente e mi accorgo che è la realtà. Astrid è seduta sul mio letto e mi guarda con quegli occhioni grandi. Perché è qui? Sembra che trattiene il respiro, mentre la mia mano continua ad accarezzarla.

Quanto mi è mancata toccarla...

Fa per alzarsi, ma la afferro per un braccio, tirandola e facendola finire tra le mie braccia. I seni premuti sul mio torace e le cosce che sfiorano le mie. I nostri visi e le nostre bocce sono vicinissimi. Basterebbe un niente per baciarla. Mi guarda dritto negli occhi. Sento il suo respiro affannoso e il suo battito impazzito. Mi accorgo solo adesso che è quasi nuda. Comincio ad eccitarmi e lei lo sente.

Le scanso i capelli che sono ricaduti davanti agli occhi, mentre dico in un sussurro: «Che ci fai qua?».

Lei inizia a scuotere la testa e balbettare. «Non.. non lo so». Cerca di sfuggirmi, ma la tengo ancora più stretta a me.

Dio solo sa quanto mi è mancato tutto questo. E adesso che ci sono dentro fino al collo non voglio farmela sfuggire.

«Allora?» insisto.

«Io non riuscivo a dormire... e volevo scusarmi sinceramente con te. Ma non era mia intenzione svegliarti. Ora vado».

Di nuovo cerca di andarsene, ma la imprigiono sopra il mio corpo, mettendole le braccia dietro la schiena.

«Perché cerchi di scappare sempre?».

«Perché non mi vuoi» sussurra.

Rido alla sua affermazione.

«Non hai mai capito quello che mi succede quando sei nei paraggi. Abbiamo fatto un bambino e credimi quando ti dico che ne farei altri».

A quelle parole si avventa sulla mia bocca. Rispondo al suo bacio. Speravo tanto che facesse la prima mossa. Dovevo essere certo che anche lei lo volesse. Tolgo le coperte da sotto i nostri corpi e la faccio mettere a cavalcioni su di me. Spinge il suo bacino contro il mio. Mi vuole quanto io voglio lei. Faccio scorrere le mani lungo la sua schiena e le sue cosce. Le sfugge un gemito dalla bocca che mi fa eccitare ancora di più. Mi muovo sotto di lei, dimostrandole che si sbaglia quando pensa che non la voglio.

L'ho sempre voluta. Solo e soltanto lei. La vorrò sempre. Questa è l'unica cosa certa quando si tratta di noi.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Il tuo cuore lo porto con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora