Capitolo 67

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Jason
Finalmente, dopo svariati tentativi, riesco a portare Astrid e mio figlio a cena fuori. Credevo che fossimo stati colpiti da una maledizione che ci impediva di trascorrere una serata tranquilla insieme, ma a quanto pare non è così. Oggi è stata una giornata perfetta e non posso fare altro che immaginare se la mia vita fosse così per sempre.

«Non ci posso credere. Un'altra!» afferma Astrid, seduta di fronte a me.

Si riferisce alla cameriera che è appena venuta a prendere le ordinazioni al nostro tavolo. Scuoto la testa, sorridendo, perché questa volta ha ragione lei. Mi sono accorto anch'io delle occhiate furtive, ma non c'ho fatto caso più di tanto. Solo che, come mai lei nota tutto così minuziosamente?

«Non ti sfugge niente, a quanto vedo» le faccio notare.

«Diciamo che queste ragazze sono alquanto sfacciate. E poi, mancava la terza per concludere in bellezza la giornata. Non c'è due senza tre».

Rido di nuovo e le dico: «Solo tu non mi degni di uno sguardo».

«Cosa? Non è vero! Ti guardo quando hai in braccio Elia».

«Ah, guardi solo lui allora» dico, facendo il finto offeso.

«Certo che sì! Guarda che bambino meraviglioso abbiamo fatto!» afferma.

Astrid brilla di luce propria quando posa gli occhi su nostro figlio. Nella mia testa penso che potremmo fare pratica per fare molti altri bambini belli assieme, ma tengo il pensiero per me. Significherebbe sbilanciarmi troppo e non voglio farlo sapendo che c'è un altro che la aspetta.

Le sorrido perché la sua espressione mi rende felice. «Be', già che ci sei, guardo anche te» continua.

E il mio sorriso si allarga ancora di più. Mi incanto a guardarla, non solo perché quello che ha detto mi ha sorpreso, ma perché è bellissima. Non sono sicuro di riuscire a starle così vicino senza commettere "passi falsi". Ormai sono sicuro di volerla al cento per cento, ma lei, mi vuole ancora?

Oggi il suo telefono non è squillato per niente. Justin non le ha scritto e lei sembra non aver sentito l'esigenza di farlo a sua volta. Non so se hanno parlato di recente, ma credo proprio di no. Astrid non ha detto nulla, quindi presumo che lui non gli abbia raccontato niente del nostro incontro.
Devo scusarmi con Justin. Credevo che questa sera fosse sua e io mi sarei goduto la compagnia del mio piccolino, ma non sono usciti. Dobbiamo andare d'accordo se sarò costretto a vederlo tutti i santi giorni. Mi infastidisce che devo dividerla con un altro, ma per lei farei di tutto. Se davvero tra noi è destino, vuol dire che ancora non è arrivato il nostro momento.

Astrid
E anche stasera dormo da sola. O meglio, senza Jason. Ieri gli ho chiesto di rimanere e lui ha rifiutato. Quindi non gliel'ho chiesto nuovamente questa sera. Se avesse voluto, sarebbe rimasto. Se fosse qui, non mi farei mille seghe mentali. Anche perché abbiamo passato una giornata perfetta. È venuto alla buon'ora, dicendo - e dimostrando - di essere impaziente. È stato perfetto con Elia e mi ha perfino lanciato qualche frecciatina. So come stanno le cose, ma si ostina a non sbilanciarsi. Quindi, cosa dovrei pensare?

Io amo Jason e, a detta di Justin, mi ama anche lui. Non so se quello che mi ha detto è vero, ma mi è sembrato diverso in questi giorni.

Dall' inizio che ha saputo di Elia, a mala pena mi guardava in faccia. L' ho fatto soffrire, lo capisco. Ma anch' io ho sofferto. Abbiamo entrambi la stessa colpa per quello che si è venuto a creare. Adesso sembra volersi avvicinare di più a me.

Mi giro e rigiro nel letto già da un po'. Guardo il cellulare ogni due secondi. Forse nella speranza che Jason si faccia vivo. Ma i minuti passano però non ricevo nessun messaggio. Perciò decido di mandarne uno io. Dove sta scritto che devo aspettare che sia lui a farlo per primo?!

SEI SVEGLIO?

La risposta è immediata e non posso fare altro che esserne felice.

SI STAVO PER SCRIVERTI

PERCHÉ?

PERCHÉ TI PENSAVO.. E VOLEVO FARTI SAPERE QUANTO MI È PIACIUTO STARE CON TE ED ELIA PER TUTTA LA GIORNATA ♥

Quando leggo le sue parole, il mio cuore salta un battito. "Come se fossimo una famiglia vera", aggiunge subito dopo.


JASE, NOI SIAMO UNA FAMIGLIA VERA.. SOLO, NON SIAMO COME QUELLE TRADIZIONALI

E SAREMO SEMPRE Più 'ASSORTITI' CON JUSTIN E LA PICCOLA SUSY

Aggrotto le sopracciglia per un momento. Non ho ancora detto a Jason di me Justin. E mi è sembrato parecchio strano che lui non mi abbia chiesto nulla. Di solito il sabato sera lo passo con Justin, mentre lui tiene Elia. Ma tanto vale che glielo dica subito.

JUSTIN E IO NON USCIAMO Più ASSIEME

Non passa neanche mezzo secondo, che il cellulare mi squilla nelle mani. Prendo la chiamata immediatamente.

«Jase» dico in un sussurro. «Perché mi chiami a quest'ora?».

Mi alzo velocemente dal letto, dirigendomi in cucina e chiudendomi la porta alle spalle, per non svegliare Elia.

«Sì... Ehm... Scusami. Non sapevo di te e Justin. Quando è successo?» chiede.

«Ieri sera» dico, sintetica.

«Perché l'hai lasciato?» chiede curioso. Solo non capisco perché dia per scontato che sia stata io a lasciarlo.

«Non stavamo assieme. Uscivamo e adesso non lo facciamo più. Lo ha deciso lui» concludo.

«E perché cavolo avrebbe dovuto farlo lui??».

«Mi ha detto che secondo lui non ero pronta. Non proprio con queste parole, ma il significato era quello».

«Stupido da parte sua farsi scappare... un...».

«Un oggetto raro?» chiedo sarcastica, interrompendolo e usando le sue stesse parole.

«Sì, baby. Mi ha tolto le parole di bocca!» afferma ridendo. Non posso fare altro che ridere insieme a lui. «Tu stai bene?» chiede.

«Sì. Forse aveva ragione lui».

«Forse...» afferma.

Dopo un attimo di silenzio, sento il bisogno di dirgli che anch'io ho passato una bella giornata.

«Oggi sono stata bene anch' io, Jase».

«Sono contento che ti sia divertita, piccola. Ci vediamo domani?».

«Elia ti aspetta».

«E tu no?» chiede, divertito.

«Ti diverte mettermi in imbarazzo?».

«Sei in imbarazzo?» continua.

«Sei sempre il solito stupido. Comunque sì, anch'io ti aspetto»

Ti aspetto da tre anni.

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