Jason
«Ricapitolando. Lei vuole ricominciare da capo con te, che è la stessa cosa che vuoi tu, ma quando si tratta di dimenticare le incomprensioni, ti tiri indietro. Ma come diavolo sei costruito?». Matt mi guarda con un sopracciglio alzato.In queste settimane, dopo quelle incomprensioni con Astrid, sono stato un po' per i fatti miei. Nonostante Matt mi abbia chiesto più volte cosa avessi, mi sono rifiutato di parlare perché non mi pareva il caso. Volevo solo concentrarmi sui miei sentimenti, senza l'influenza di persone estranee alla faccenda.
Dopo avergli raccontato tutto -saltando la parte dove stavamo per farlo - mi sono sentito sollevato. Tenermi tutto dentro non è stata una buona idea perché non ha fatto altro che aumentare l'ansia dentro di me.
Le alternative, per un eventuale sfogo, avrebbero potuto essere Penny o mia madre, ma so già come la pensano su Astrid e me. Loro non capiscono quanto mi è difficile far finta di niente. Più che altro perché, oltre a nascondermi mio figlio, Astrid ha avuto una grandissima mancanza di rispetto nei miei confronti. Il fatto che sia un tipo orgoglioso non aiuta. Stare assieme ora non sarebbe sincero per me, né salutare per lei. Significherebbe distogliere l'attenzione dai problemi che persistono ormai da settimane e basterebbe una piccola scintilla per farmi scoppiare. Per questo voglio essere sicuro, innanzitutto, di me stesso.«Non è così semplice, Matt».
«Cosa non è semplice? Vi amate. Da un po' di giorni siete tutti e due col muso lungo. E poi, perché cavolo continui a chiudere quella maledetta porta?».
Da quando ho iniziato a lavorare in questo studio, dalla porta del mio ufficio godevo della miglior vista di sempre. Niente di lontanamente paragonabile alla skyline di New York che potevo scorgere dalla finestra. Infatti, dall'altro lato della porta c'era Astrid. I primi giorni era incazzata nera con me, ma con il passare dei giorni sembrava essersi ammorbidita. Da quando ho scoperto di essere padre, ho iniziato a chiudere la porta perché non riuscivo a guardarla in faccia per quel torto fattomi. Adesso la porta continua a rimanere chiusa perché non sopporto di vedere quell'espressione ferita che ha dipinta sul volto, che è un po' la fotocopia del mio.
«Senti, te l'ho spiegato un sacco di volte» dico seccato.
Do un'occhiata all'orologio e mi accorgo che sono le undici e quarantacinque. Luke, Asia e la piccola Haley dovrebbero atterrare tra un'oretta e ho il tempo limitato per farmi trovare in aeroporto. «Ti avevo detto che arrivava un mio amico di Savannah. Devo andare a prenderlo, ma il pomeriggio sono qui. Recupererò il tempo perso».
«Fa come vuoi. Ma te l'ho detto, qualche giorno ti licenzio».
Scuoto la testa sorridendo e mi incammino verso la porta. Quando la apro, trovo gli occhioni tristi di Astrid ad aspettarmi. Questo è quello che mi proibisco di vedere tutte le mattine, mi farebbe stare ancora peggio di come sto e vorrei alleviare il suo dolore, ma come faccio se la causa sono io?
Comunque, ignoro le mie sensazioni e dico: «Come sai, Luke arriva tra un'ora e sto andando a prenderli all'aeroporto. Però passo da te nel tardo pomeriggio. Ho una cosa per Elia".
«Ti aspettiamo. Se vieni troppo tardi è probabile che dormirà. Verso le sei sarebbe perfetto però» dice lei.
«Okay, allora».
«Okay».
Continuo a guardarla, non staccando mai gli occhi dai suoi. Sembriamo legati da un filo invisibile, impossibile da spezzare. Mi impongo di smetterla di fare il poveraccio, allontanandomi da lei, ma sentendo il suo sguardo perennemente addosso.
***
Dopo aver caricato i bagagli in macchina, faccio salire Asia e la piccola Haley sul sedile posteriore.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...