Capitolo 8

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Astrid
In ascensore, scrivo velocemente un sms a Veronica per avvertirla del fatto che me ne sto andando. Quella sensazione di panico mi ha fatto letteralmente scappare da quell'uomo che, tra parentesi, vedrò lunedì e per il resto dei miei giorni.

Il suo tocco, quella carezza mi è sembrata così familiare... Scaccio quel pensiero dalla mia mente e spero che il mio nuovo capo non pensa che abbia qualche rotella fuori posto.

A casa trovo Megan che guarda la tv, rilassata sul divano. «Ehi, già di ritorno?».

«Sì, ero stanca» mento. «Stare su questi tacchi mi ha veramente distrutta. Dove sono Brad e Elia?».

«Sono letteralmente crollati. Hanno giocato tutto il giorno e, quando Elia si è addormentato sul divano, Brad l'ha portato in camera e si è addormentato anche lui. Lo vado a svegliare» dice Megan alzandosi.

«No, Megan. Non è necessario. Tanto domani sarete di nuovo qui per pranzo. Vai a dormire tu con Brad e il bambino. Io starò qui a guardare un po' di tv».

«Ti faccio un po' di compagnia, allora». Megan si risiede e io, dopo essermi cambiata, mi lascio cadere al suo fianco.

«Com'è andata la serata?» mi chiede curiosa.

«Mmmh, bene. Non ero mai stata ad una festa del genere, più o meno».

«Hai conosciuto qualcuno?».

«Sì, il mio nuovo capo che non ho nemmeno visto in faccia. Com'è andata la vostra serata, invece?» le chiedo mentre faccio zapping.

«Bene. Ti ho mai detto che tuo figlio è un angelo? È un bambino meraviglioso e vederlo con Brad mi ha fatto venir voglia di avere un bimbo tutto mio e anche Elia, sembrava più felice stasera. Brad è praticamente l'unica figura maschile che abbia mai avuto da tre anni a questa parte. Astrid, tesoro, io di solito mi faccio gli affari miei, ma non credi che sarebbe meglio rintracciare Jason e dirgli che ha un bambino? Sai, te lo dico perché, essendo cresciuta senza genitori ne ho sentito la mancanza quando ero piccola. So che Elia ha te, ma due genitori faranno crescere meglio il bambino. Indipendentemente se stanno assieme o meno».

Le parole di Megan mi toccano. Lei, più di chiunque altro, sa cosa si prova a non avere dei genitori. Ha sofferto tantissimo durante la sua infanzia e la sua adolescenza.

«Non lo so, Megan. Stasera, con il mio nuovo capo, quando mi ha toccata, ho sentito come una scossa. Non dico che debba succedere qualcosa con lui, ma se trovassi qualcun'altro? Non deve essere per forza Jason il padre di Elia. Il padre è quello che cresce il bambino».

«Questo è vero, ma tu che esci una volta ogni tre anni, come pensi di trovare un padre per tuo figlio?» chiede retorica.

«In realtà lo scopo è trovare l'uomo della mia vita e deve accettare mio figlio. In caso contrario, buon viaggio!». Quelle furono le mie ultime parole prima di addormentarmi.

***

Mi sveglio sentendo la sigla del TG che proviene dalla tv. Ieri sera devo essermi addormentata senza accorgermene. Infatti, accanto a me c'è Megan. Mi alzo per dare un' occhiata ad Elia che dorme beato tra le braccia di Brad.

Megan ha ragione. Jason deve saperlo. Magari vorrà essere lui stesso a crescerlo.

Più tardi, quel pomeriggio, come ogni domenica, vengo raggiunta da Veronica. Entrando in casa esordisce: «Ti sei persa gli Amministratori Delegati più fighi della terra. E lo sai chi saranno le fortunate? Noi, che li vedremo ogni giorno. E lo sai che il tuo uomo misterioso era uno di loro?? Te ne sei andata sul più bello».

«Matt lo conosco già. Anche se ieri sera non l'ho visto. Però è carino, sì».

«Carino?? Astrid, sicura di star bene?! Matt sembra un dio greco che cammina. Anche l'altro non è male. Mi sembra che si chiami James, o Jamie? Comunque, non è importante. Dovevi vederli».

«L'altro, ieri mi ha chiesto di vederci dopo il lavoro. Ma chi cavolo è che chiede ad una persona di uscire, senza farsi vedere in faccia o senza prima conoscerla?!».

Veronica mi guarda a bocca aperta e chiedo: «Perché mi guardi così?».

«Perché ho paura di sapere cosa gli hai detto» mi dice.

«Be', gli ho detto che ci vedremo lunedì. Solo ed esclusivamente a lavoro».

«Vorrei essere in ufficio con te, domani mattina, per vedere la tua faccia quando ti mangerai le mani per aver rifiutato un'uscita con il tuo nuovo e figo capo» dice, divertita.

***

Non poteva di certo mancare un'egregia figura di merda il primo giorno che conoscerò i nuovi capi. Sono in ritardo di un quarto d'ora per colpa di quel maledetto tacco che si è rotto.

Arrivo alla scrivania e mi accorgo, con mio grande piacere, che l'ufficio degli amministratori è ancora vuoto. Tiro un sospiro di sollievo e mi metto subito al lavoro.

«Mi sembrava di aver visto una faccia conosciuta, ieri sera» dice una voce profonda.
Alzo lo sguardo dalle mie scartoffie e mi trovo davanti Matt in tutto il suo splendore. È cambiato solo leggermente dall' ultima volta che l'ho visto, ma è sempre bello.

«Matt! » esclamo. «Cioè, Capo?». Oddio che figura. Come dovrei chiamarlo??

«Matt, va bene» mi tranquillizza. «Allora sei tu la segretaria "intoccabile". Mia madre mi ha fatto promettere di non licenziarti».

Sorrido nervosa «Okay, grazie?».

«No. Nessun grazie. Allora, Astrid... Ho saputo che tu e Jason vi siete lasciati. A quanto pare non è un problema se...».

Quando la mia mente capta la parola Jason va in tilt e quando lo vedo uscire dall'ascensore e dirigersi nella mia direzione mi sento svenire.
E poi non vedo più niente.

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