Capitolo 78

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Jason
Adesso posso dedurre con certezza una cosa: mai anticipare qualcosa a mia sorella. Devo dire che – oltre ad essere molto insistente e invadente – Penny è stata un tantino inopportuna. Questa mattina l'ho chiamata per darle la buona notizia, per informarla che sono tornato con Astrid e involontariamente mi sono fatto sfuggire la mia intenzione di comprarle un anello. Le avevo chiesto aiuto, invece stava per spifferare tutto.
Ma come diavolo le è venuto in mente di chiedere la data?
Per fortuna Astrid ha ignorato totalmente le domande inopportune. Anche perché stiamo insieme da un giorno. Come la prenderebbe se le facessi la proposta dopo quarantottore?

Arrivo in ufficio giusto in tempo per la riunione. Matt mi lancia occhiate di rimprovero che ignoro volutamente. Purtroppo è così quando qualcuno non è nella tua stessa situazione.

Più tardi, raggiungo la scrivania di Veronica. È intenta a guardare lo schermo del cellulare e sembra non essersi accorta della mia presenza. Non so nemmeno se faccio bene a chiedere un consiglio a lei. Non è che all'inizio siamo partiti proprio con il piede giusto... Adesso il nostro rapporto sembra essere migliorato (almeno da parte mia).

«Ehm, ehm». Mi schiarisco la voce, in modo da attirare la sua attenzione.

«Jason!» esclama lei.

Veronica sembra un po' nervosa e si affretta a nascondere il cellulare sotto la scrivania, come se non volesse farmi vedere quello che stava leggendo. Il suo comportamento sembra insolito, ma adesso ho questioni più importanti a cui pensare che analizzare i comportamenti ambigui dei miei dipendenti.

«Disturbo?» chiedo.

«Certo che no. Dimmi pure».

«Allora, avevo pensato di comprare un anello per Astrid. Adesso».

Un urlo di gioia mi perfora il timpano. «Jase, è fantastico! Ma...». Un lampo di perplessità attraversa il suo sguardo. «...non ti sembra di stare correndo un po' troppo?».

«Mmmh, no. Forse sì, per darglielo. Ma voglio essere preparato quando deciderò di farlo» affermo.

«Okay. E io cosa c'entro in tutta questa storia?» chiede, inarcando un sopracciglio. «Perché lo stai dicendo proprio a me?».

«Tu verrai con me a comprarlo» affermo, con un tono che non ammette repliche.

«Ma non posso. Sono in pieno orario lavorativo» si lamenta lei.

«Veronica, sono il tuo capo e ho bisogno di te adesso» insisto.

«Un tantino dispotico da parte tua, non credi? Cosa ne penserà Matt?».

«Sbaglio, o ho sentito il mio nome?» interviene lui, posizionandosi davanti la scrivania. «Non puoi fare a meno di parlare di me. Eh, bocconcino?».

Matt sta decisamente invadendo lo spazio personale di Veronica, avvicinandosi moltissimo al suo viso. Lei lo guarda con un'aria di sfida, come se volesse fargli credere che cederà da un momento all'altro. Vedo lo sguardo vittorioso di lui, ma poi lei dice: «Oddio! Ma dovete essere sempre così presuntuosi voi maschi?».

E così dicendo si alza in piedi e recupera le sue cose.

«Dove stai andando?» chiede Matt.

«Vado con Jason a comprare un anello per Astrid».

«Un anello? Amico, ma sei impazzito? Non ti sembra di stare correndo un po' troppo?» chiede Matt, stupito.

«Andate proprio d'accordo voi due, eh?» ribatto divertito, osservando prima l'uno e poi l'altra?

«Non vuole farsi trovare impreparato quando deciderà che dovrà darglielo» spiega Veronica al posto mio.

«E tu cosa c'entri? E poi scusate, ma siamo in pieno orario lavorativo. Non potete andare da nessuna parte».

«Dai, Matt. Mancano tre quarti d'ora alla fine della giornata. In più abbiamo terminato il lavoro e se ci riesco vorrei fare tutto prima di andare a trovare la mia futura sposa. E non voglio che si insospettisca. Quindi fammi il favore di non impedirmelo. Anzi, se vuoi puoi venire con noi».

«Sei sempre così responsabile, Matt» dice Veronica, con la voce improvvisamente profonda.

Lui risponde con lo stesso sguardo intenso e improvvisamente mi sento il terzo incomodo. È palese: questi due si piacciono. E parecchio.

«Allora? Vieni o no?» chiedo ancora.

"No. Devo sistemare alcuni appunti nel mio ufficio. Andate pure, ma non chiedetemelo un'altra volta. Questo è il primo e ultimo strappo alle regole che vi concedo» afferma, deciso.

«Okay, capo» ribatte Veronica, passandogli davanti, sfiorandogli il petto con un dito.

Vedo Matt afferrargli la mani e avvicinarla a se. «E non mi ringrazi, bocconcino?».

«Cos'è che hai detto riguardo gli incontri ravvicinati?» mi intrometto. «Aspetta, fammi pensare. Oh, distanza altrimenti ti licenzio».

«Sei un brutto figlio di puttana, manipolatore» ribatte lui, lasciando il polso di Veronica e sorridendomi.

Sorrido a mia volta e raggiungo l'ascensore con la mia segretaria.

«Grazie» dice Veronica, sbuffando.

«Per cosa?».

«Per avermi salvata da Matt» ribatte, come se fosse ovvio.

«Averti "salvata" da Matt? Ahhha! Oddio, non farmi ridere. Siete come due adolescenti che hanno paura di confessare il propri sentimenti».

«Cosa? Non è vero Matt è invadente nel senso fisico del termine» spiega. «A volte non riesco a respirare quando c'è lui».

«Lo stai facendo impazzire. Non ho mai visto Matt comportarsi così con una ragazza. Tu invece continui a sfuggirgli».

«Non è che gli sfuggo. Sono impegnata mentalmente».

«Mentalmente nel senso che ti fai i film mentali?» dico, prendendola un po' in giro. «Guarda che Matt è davvero un bravo ragazzo».

«Lo so. Non credo che lui sia...». la voce di Veronica sembra essere diversa dal solito. Forse un po' più dolce, come la sua espressione. Ma quel cambiamento repentino riporta tutto alla normalità. «Ma che dico? Non capisco nemmeno perché ne sto parlando con te. Ascolta, Jason, facciamo questa cosa e poi ognuno per la sua strada, intesi?».

«Sì, capo!».

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