Jason
Comprare il gelato a mio figlio si è rivelata una pessima idea. Perché i bambini, quando vedono il cibo, hanno questa voglia irrefrenabile di giocarci?
Ho praticamente tutto il gelato di Elia - sciolto - sui pantaloni e sulla camicia. La cosa divertente è che il gelato è al cioccolato e sembra tutt'altro. Ma la cosa che conta adesso è mio figlio, felice, che mi prende in giro.Astrid lo guarda divertita.
«Sì, ridete. Qualche giorno sarò io a ridere di voi» li minaccio, scherzando.
«Noi ci sporchiamo così tutte le mattine. Non è vero, amore?». Elia sorride alla domanda retorica della mamma. Sono bellissimi insieme. Entrambi hanno l'amore nello sguardo. Lo stesso che mi sembra di vedere quando lei guarda me. Spero solo di non immaginarmi niente. La rivorrei, ma non posso. Non riesco a fare finta che non sia successo niente.
«Non posso andare in giro conciato così» mi lamento. «Dovrei passare da casa per cambiarmi e poi vi porto a cena».
Il bambino sembra entusiasta. Astrid mi guarda in silenzio, come se la mia proposta fosse arabo. È vero che può sembrare insolito, ma una cena non ha mai ammazzato nessuno. Non ci vedo niente di male. Sono stato qualche volta a pranzo da lei in questi giorni, il minimo che posso fare è ricambiare il favore. E poi, non mi dispiacerà trascorrere qualche ora in sua compagnia. E del bambino, soprattutto.
«Allora? A casa mia non si ci arriva col pensiero». Prendo Astrid un po' in giro perché sembra in trance.
«Oh, scusa. Sì, ok». Si risveglia dai suoi pensieri e, prendendo per mano il bambino, ci incamminiamo verso casa mia.
Astrid
L'invito a cena di Jason mi ha lasciata un tantino perplessa. Dopo mi sono ricordata che vuole occuparsi di nostro figlio, per cui l'invito era solo per il piccolo. Io sono solo stata aggiunta come un accessorio. Probabilmente Jason ha intuito che non gli avrei lasciato il bambino e ha esteso l'invito anche a me.Qualche minuto dopo, arriviamo nell'appartamento di Jason e non posso che rimanerne stupita. Situato nell'Upper East Side è forse l'appartamento più bello che io abbia mai visto da quando vivo a New York.
«Wow. Tu vivi qui?» chiedo stupita.
L'appartamento di Jason è in stile moderno e soprattutto grandissimo. È arredato sui toni scuri, con soffitti alti e ampie finestre che illuminano l'intera zona giorno.
«Già» dice, alzando le spalle.
«Deve costarti un bel po'» affermo.
«Non poi così tanto».
"E vivi da solo?" chiedo curiosa.
«Cos'è, un interrogatorio?».
Alzo un sopracciglio per la sua non risposta e resto in attesa di quella vera che arriva dopo un po'.
«Sì, vivo da solo. Posso permettermi questo posto solo perché l'appartamento è di Lauren e il prezzo è accettabile».
Guardo Jason in silenzio, ma vengo interrotta da mio figlio che mi strattona i jeans e mi invita ad abbassarmi fino a che non sono alla sua altezza. Si avvicina al mio orecchio e sussurra: «Mammina, forse ho fatto cacca». Il suo sguardo è colpevole, come se fosse una cosa sbagliata. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere. Il mio piccolino si vergognava di dirlo davanti a Jason e l'ha sussurrato pianissimo, dopotutto è ancora un estraneo per lui.
Chiedo a Jason dove posso cambiare Elia e mi indica prima il bagno e poi una camera da letto. Deve essere quella degli ospiti, perche non ha nessun oggetto personale in bella vista.
«Mi faccio una doccia veloce e arrivo subito» mi informa lui. «Tu fa come se fossi a casa tua».
Lo farei volentieri se solo non avessi tutto questo casino nella testa.
Cambio Elia velocemente e torniamo in salotto per aspettare Jason. I miei pensieri non sono dei più puri. Del resto, pensare che l'uomo che amo, è nudo, a quattro passi da me, mi fa pensare a cosa potrei farci.
«Mammina, dove sono le macchinine?» mi chiede il piccolo.
«Amore, non ci sono macchinine a casa di Jason».
«E pecchè?» chiede di nuovo.
«Perché Jason non gioca con le macchinine». Lo sguardo deluso del mio bambino mi fa rimpiangere di non aver messo in borsa qualche giochino.
Nell'attesa, cerco di far giocare Elia, ma passa poco e inizia a stropicciarsi gli occhi e in pochi secondi crolla sulla mia spalla. Lo faccio sdraiare sul divano in modo che possa stare più comodo.
«Si è addormentato?» chiede Jason.
Mi giro nella sua direzione e rimango sconvolta. Da quanto non lo vedevo così? Nudo... e umido... e bellissimo. Coperto da un sottile asciugamano. Basterebbe un tocco per lasciarlo cadere e mostrarmelo in tutto il suo splendore. E continuo a guardarlo senza mai staccargli gli occhi di dosso, tanto che sorride divertito, prendendomi in giro. Sono patetica.
«Ti piace quello che vedi?» chiede ironico.
«Be' sì. Cioè, no. Voglio dire, scusami». Distolgo lo sguardo -mal volentieri- in imbarazzo, mentre sento la sua risatina sommessa.
«Non mi dà fastidio. Anzi, puoi guardare quanto vuoi».
Vorrei togliergli quel sorrisetto malizioso dalla faccia. Gli salterei addosso e poi vedere come reagirebbe ad un bacio. E poi me lo prenderei e, se me lo permettesse, non lo lascerei andare mai. Ma sono troppo codarda per farlo. Ho troppa paura e un suo rifiuto mi farebbe troppo male.
«Be', allora mi godo lo spettacolo. Mi metto comoda perché per stasera non possiamo andare da nessuna parte. Nostro figlio si è addormentato».
Nostro figlio. Ho un sussulto alle mie stesse parole. Come Jason che si blocca. Fa scorrere lo sguardo da me a Elia. Vedo dolore e amore nei suoi occhi. E l'aria, da allegra, diventa tesa.
Avremmo potuto essere tre persone in una, fin dall'inizio. Ma mi rendo conto che questo non potrà mai succedere. Me ne accorgo quando mi guarda con quello sguardo accusatore. Mi rimprovera il fatto di averlo privato di suo figlio per due anni.«Posso rimanere qui finchè non si sveglia?» chiedo timorosa.
«Certo. Mi metto qualcosa addosso e poi ti delizierò con la mia cucina. A meno che tu non mi preferisca senza vestiti».
Vedo quanto si sforza per far tornare il clima spensierato di poco prima. E lo ringrazio per questo. Io non avrei saputo come fare a ristabilire la situazione. Per questo siamo perfetti insieme: ci completiamo.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...