Jason
«No, infatti. Tu mi hai lasciato e basta» ribatte, lasciandomi da solo con i miei pensieri.Guardo Astrid fino a che non si chiudono le porte dell'ascensore. Del resto, me lo merito, no? Sì, l'ho lasciata perché avevo i miei motivi, l'ho fatto per non farla soffrire ulteriormente e per non caricare la sua vita di altri problemi, dopo il periodo brutto che aveva per davanti. Aggiungere ulteriori problemi sarebbe stato peggio del fatto che l'ho lasciata senza guardarmi i dietro o senza essermi fatto vivo in questi anni. Ovviamente lei non sa nulla della mia vita negli ultimi tre anni. Per lei sono solo l'ex fidanzato stronzo che l'ha abbandonata in un momento delicato. Certo, mi sarei potuto risparmiare quella frase sul suo uomo che la lascia andare alle feste da sola, ma l'ho detto solo per provocarla. Dopotutto, non c'è nulla di male nell uscire da sola.
Qualche minuto dopo, dopo essere rimasto impalato davanti le porte chiuse dell'ascensore, mi impongo di ragionare lucidamente, corro in ufficio per prendere la giacca e andare dietro Astrid.«Ehi, dove credi di andare?» mi chiede Matt. «Lo capisco che adesso siamo in due a comandare, ma, amico, sul serio, non puoi andartene così di punto in bianco. Abbiamo del lavoro da fare qui».
Rifletto su quelle parole, perché Matt ha ragione. In questo momento Astrid è turbata per la mia improvvisa comparsa. È normale che dopo tre anni di "silenzio stampa" non voglia parlarmi. Sarà meglio che digerisca la cosa. Avremmo modo di parlare, più in là. Dopotutto, la vedrò ogni mattina.
«Hai ragione. Dove eravamo rimasti?» chiedo, tornando alla mia scrivania.
Poso quindi la giacca mentre aspetto la risposta di Matt che tarda ad arrivare. «Che c'è?"» chiedo, notando il suo sguardo di disapprovazione.
«Jase, io credo che sia meglio lasciarla stare per un po'. Lei non sa cos'hai dovuto affrontare in questi tre anni è la tua comparsa improvvisa l'ha sconvolta. Credo che abbia bisogno del tempo per digerire gli avvenimenti degli ultimi giorni»
«Lo so, ma vorrei riavere la sua fiducia. Vorrei parlarle e spiegarle il motivo del mio gesto. Non me ne sono andato perché non la amavo più»
«Dalle tempo. Le parlerai quando sarà pronta» dice in tono comprensivo. «E soprattutto, quando tu sarai pronto».
«Ha un altro» dico di getto.
«E allora? Questo non cambia nulla».
«Cambia il fatto che adesso non la potrò avere».
«Jason, mi è svenuta davanti quando ti ha visto. Credi davvero che non senta niente per te? La sua espressione diceva tutto. E pure tu, potevi dirglielo alla festa che eri tu, già che c'eri, eh».
«Mi sono sentito morire, quando l' ho vista. Neanche io mi aspettavo di vederla lì Cosa avrei dovuto fare? Togliermi la maschera e dire: tà daà?!».
«Troverai il modo per rimediare a tutto questo casino e fammi il favore di non fissarla in continuazione dalla porta perché davvero sembri inquietante e non vorrei essere costretto a licenziarti per cattiva condotta».
«Non puoi farlo, coglione» dico, scherzando. «A proposito, perché Astrid finisce il turno all'una? Chi la sostituisce?».
«Amico non lo so, ma l'altra è una bomba sexy». Scuoto la testa alla sua affermazione è sorrido al pensiero che Matt è sempre il solito marpione e poi ritorno a lavorare.
Astrid
«Il nuovo capo è...» inizio.«Sono bellissimi, lo so. Immaginavo che ti saresti mangiata le mani» mi interrompe Veronica dall'altra parte del telefono.
«No, non hai capito. Il nuovo capo è...».
«No??» mi interrompe di nuovo Veronica.
«No. Volevo dire...».
«Astrid, io ti capisco, davvero. Nella tua vita c'è sempre e solo stato Jason e bla, bla, bla. Ma due occhi ce li hai, no? Il capo è maledettamente sexy e se la vita ti mette davanti un bel lecca lecca, tu leccalo. Io lo farei».
«È lui» dico.
«Lui chi?» chiede confusa.
«Jason. È lui. Il nuovo capo è Jason».
Dall'altro lato del telefono non si sente volare una mosca. Veronica sembra essere sparita. Guardo lo schermo del cellulare per controllare che non sia caduta la linea è chiedo: «Ci sei, Veronica?».
«Ehm, sì, ci sono. Dici sul serio?».
«Sì».
«Io, Ehm.. so quanto tu sia ancora innamorata di lui. Cioè, quelle cose che ho detto... non che voglia farci qualcosa. È un dato di fatto che è bello, ma non ho in mente di leccare nessun lecca lecca. Cioè, io non lo guarderò nemmeno se a te dà fastidio».
Il suo giustificarsi mi fa sorridere. «Ehi, è tutto a posto. So quant'è meraviglioso. E credimi, adesso è ancora più bello più. Solo, non mi aspettavo di vederlo nel mio ufficio».
«Astrid, non vorrei contraddirti, ma sei tu che lavori nel suo ufficio, adesso».
«Sì, be', dettagli».
Dopo qualche secondo di silenzio, sento Veronica che dice: «Però è davvero figo». È non posso fare altro che scoppiare a ridere.
«Allora, lo vedrai dopo il lavoro?» chiede.
«Dico, ma sei pazza? È sparito dalla mia vita per tre anni del cazzo, non ho avuto nessuna sua notizia per tutto questo tempo. Poi ricompare e se ne esce con un'uscita a pranzo. Mi dispiace, ma no! Sono letteralmente fuggita alla fine del turno». Sono fuggita perché ho paura della verità e perché ho paura di un confronto.
«Crede che ho un altro» dico dopo un po'.«Gliel'hai detto tu?» chiede.
«No, sabato gli ho semplicemente detto che sono impegnata e oggi gliel'ho riconfermato. Non ho un altro, mi riferivo ad Elia».
«Cazzo, Astrid! Sei nei guai. Come farai adesso con la storia del bambino?».
Già, come farò? Mi rendo conto che devo assumermi le mie responsabilità prima del previsto. Devo affrontare la realtà. Jason è il mio capo e il padre del mio bambino. Non posso non dirglielo e continuare a tenergli la verità nascosta. Che verrà a galla, prima o poi. Mi sono sempre soffermata a pensare il modo brutale in cui lui mi ha lasciata, ma quello che ho fatto io è ancora più grave di quelli che ha fatto lui. Sono certa che se mai ci fosse una possibilità per noi due, per un futuro assieme, scomparirà dopo avergli confessato tutto è lo perderò per sempre.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...