Astrid
Dopo aver terminato la telefonata con Justin ed essere rientrata, raggiungo di nuovo la mia scrivania. Il mio primo pensiero è stato quello di lanciare un'occhiata alla porta dell'ufficio di Jason. Mi è sembrato di sentirla sbattere, ma mi ero sbagliata perché la porta è aperta. Solo che la sua espressione mi fa tremare le gambe. Non capisco la rabbia e la perplessità palesati nel suo sguardo. A mala pena Jason guarda nella mia direzione e il tono di voce che usa per parlare con Matt è talmente basso che da qui non riesco a sentire nulla. È evidente che non si tratta di argomenti lavorativi, altrimenti non avrebbero motivo di bisbigliare.
Decido di ignorarlo – per quanto mi venga difficile – e ritorno al mio lavoro. La giornata passa stranamente in fretta, ma forse solo perché il lavoro che ho lasciato in sospeso ieri è riuscito a tenermi impegnata per tutto il tempo.Visto che è quasi ora di andare al nido, decido di non aspettare Jason che sia pronto, ma lo vado a chiamare con cinque minuti di anticipo. Mi è sembrato che ci fosse qualcosa che non andava e voglio sapere cosa l'ha fatto cambiare così repentinamente. Non voglio che ci siano incomprensioni tra noi – almeno non più – nonostante, questa mattina, la situazione che si è venuta a creare in macchina è stata un po' strana. Non riuscivo a dire qualcosa di sensato, solo perché continuavo a pensare a ciò che avevamo condiviso solo qualche ora prima e alla situazione in cui ci siamo trovati.
«Jase, ehi» lo chiamo, affacciandomi alla porta del suo ufficio.
«Mmmh?» risponde.
Certo che poi il mio timore nel parlargli è fondato. Perché mi risponde a monosillabi? Monosillabi? No! Perché mi risponde a mugugni?
«Ho capito. Me ne vado».
Faccio per andarmene – rassegnata, perché ho capito che ce l'ha con me – quando sento Matt sussurrare: «Idiota».
«Astrid» lo sento chiamarmi. «Scusami. Ehi, aspetta».
Mi sento afferrare per il braccio e mi volto nella sua direzione di mala voglia. Mi dà fastidio il fatto che mi abbia chiamato solo perché Matt gli ha detto di farlo. Ma nonostante ciò, lo ascolto perché la sua espressione sembra sincera.
«Volevi dirmi qualcosa?» chiede.
«Sì. Ehm...». Sposto il peso da un piede all'altro, leggermente in imbarazzo. «Ecco.. io volevo chiederti... ehm... se va tutto bene. È da questa mattina che ti vedo un po'... strano. Insomma, non vorrei che quello che è successo ieri cambi le cose tra noi. Poi ho sentito un rumore. Forte. Pensavo che avessi chiuso la porta del tuo ufficio, come facevi prima. E adesso non mi vuoi parlare e sei venuto solo quando Matt ti ha detto...».
Continuo a blaterare nervosa e me ne vergogno persino un po' perché lo sto facendo di fronte a Matt. E mi sto dimostrando debole di fronte a Jason. Ma come mi è venuto in mente di dirgli della porta chiusa?
Ma per fortuna lui mi interrompe. «Astrid, calma» dice, sorridendo, palesemente divertito dal mio nervosismo. La sua espressione sembra addolcirsi e sulle mie labbra si fa largo un lieve sorriso. «Va tutto bene. È stata una mattinata abbastanza impegnativa. Tu non c'entri niente».
Lo spero proprio, ma ho come l'impressione che c'entro eccome. Ma per adesso – se mi dice che non c'entro – voglio credergli.
Raggiungiamo il nido in macchina. Non faccio in tempo ad aprire lo sportello, che si apre da solo. O meglio, è Justin ad aprirlo per me. Poco fa è stato carinissimo al telefono con me. Non gli ho parlato del mio crollo emotivo – non mi sento ancora pronta a parlargliene. Non abbiamo quel tipo di rapporto – ma gli ho detto che ho avuto un brutto mal di pancia e si è messo subito a disposizione dicendo che avrei potuto farmi visitare da alcuni suoi amici medici. Diciamo che mi è sembrato un po' eccessivo per un semplice mal di pancia (inventato, per di più) e ho declinato l'offerta ringraziandolo e dicendogli che ci saremo visti più tardi all'asilo.
E adesso eccolo qui, che mi accoglie con il suo bel sorriso sulle labbra.
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Il tuo cuore lo porto con me
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Astrid e Jason non basta leccarsele e prendersene cura. Hanno lasciato qualcosa in sospeso, hanno lasciato una storia senza un finale o almeno senza uno gradevole. Due vite nuove...