Capitolo 31

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Astrid
Giocare con Elia è abbastanza stancante, ma mi sto rilassando. Dal momento che mio figlio non mi invita più a giocare, posso rilassarmi sotto il sole. Osservo lui e suo padre che si divertono insieme. Vedo nei loro occhi la complicità che li lega, ed è straordinario, considerando il fatto che si conoscono solo da pochi giorni. Ho negato l'uno la compagnia dell'altro e questo sarà il mio più grande rimpianto.

Vedo Jason avvicinarsi con aria stanca. Non stacca mai gli occhi dai miei, mentre mi si siede accanto. Ricambio lo sguardo, non facendomi intimidire, anche se sto avvampando.

«Perché mi guardi così?» chiede con finta innocenza.

«Guarda che sei tu che mi guardi così» gli faccio notare. Sorride, facendo scorrere il suo sguardo sulle mie gambe accavallate e poi sospira.

«E allora? Mi confondi. Prima dici che sono bello e poi mi chiami amore».

Vuole giocare? Giochiamo! Mi frega solo in fatto che sono palesemente in imbarazzo e lui se ne accorge.

«Ti sbagli. Ho detto al mio amore la giù che è bello».

«Sai, non cambia molto. Hai detto che mio figlio è bello quanto me, che tecnicamente è la stessa cosa».

«Oggettivamente è uguale a te. Guardalo». Ci voltiamo entrambi per guardare nostro figlio che sembra uscito da una discarica.

«Sì, siamo belli».

Scoppio a ridere perché la modestia di Jason è innata. Ci voleva una giornata leggera come questa. Dopo gli episodi che sono successi negli ultimi giorni ci voleva proprio. E dimenticarsi Degli sbagli del passato per un po', farà bene al nostro rapporto/ non rapporto.

«Anche tu sei bella» mi dice in un sussurro, guardandomi intensamente.

Le mie guance sono in fiamme. Non mi abituerò mai ai suoi complimenti. Lo vedo sorridere con una scintilla di malizia nello sguardo e penso che lo sto facendo divertire parecchio. Non dico una parola. Ditemi che non è un sogno. Mi sta davvero mangiando con gli occhi e non capisco se scherza o fa sul serio. Jason, dammi un segnale e sarò tua!

«Hai fatto colpo anche su quel dottorino che ogni giorno incontriamo al nido. Guarda, è là». Jason indica un punto dietro le spalle di Elia. Sì, è il dottore che ogni giorno incontriamo all'asilo. Ho notato solo qualche sguardo fugace da parte sua, ma niente che potesse farmi pensare questo.
L'uomo ci saluta con una mano, ma tira dritto per la sua strada.

«Non dire sciocchezze».

«Fidati che è così. Ti guarda in continuazione e se ancora non è venuto a parlarti, è perchè la mia presenza lo trattiene».

«Che stupidaggine. Prima andavo da sola a prendere Elia e non è mai capitato che guardasse nella mia direzione. Non ha mai fatto la mossa di avvicinarsi e poi ultimamente andiamo al nido sempre insieme, potrebbe pensare che tra noi ci sia... », ma non ho il coraggio di continuare la frase e la lascio a metà.

«Sei proprio cieca. Quell'uomo ti vuole. Non ti accorgi di quanto sei sexy?! Il fatto che tu stia con qualcun altro, rende la sfida ancora più... eccitante» dice, avvicinandosi sempre di più.

«Ma noi non.. non.. stiamo insieme».

Oddio, sembro un'idiota che balbetta.

«Ma lui questo non lo sa» conclude in un sussurro.

Jason sta decisamente invadendo il mio spazio personale e il suo profumo è come una folata di vento fresco. Il mio cuore sta impazzendo e inizio a respirare affannosamente. Sono immobile mentre lui si avvicina sempre di più alle mie labbra. Sento il suo respiro caldo e affannato quanto il mio.
Vuole baciarmi? Io lo voglio? Decisamente sì. Faccio per avvicinarmi anch'io, quando sento uno sguardo puntato addosso e i singhiozzi del mio piccolino che mi distraggono.

Mi allontano da Jason e vedo Elia, in piedi di fronte a noi, con le manine sporche in grembo e il labbro inferiore che sporge. Sta per scoppiare a piangere, quando lo prendo in braccio e lo cullo, rassicurandolo.

«Che succede, dolcino?» chiedo.

«Non c'è zia Nica a oocare con me» si lamenta il mio bambino. Di solito è Veronica che riesce a tenere distratto Elia tutto il tempo.

«Guarda chi abbiamo qui!» gli dico sorridendo. Giro Elia verso il padre che inizia fare facce buffe, rallegrando il piccolino che, sorridendo, gli si butta addosso.

Jason inizia a fargli il solletico, facendogli dimenticare l'assenza di Veronica.

«Chi vuole un gelato??» chiede Jason. Oddio, è perfetto, è un padre meraviglioso, è l'uomo giusto per me. Non ho mai smesso di volerlo e adesso che lo vedo così lo voglio adesso, lo vorrò sempre.

«Ioooo. Iooo» urla Elia, con la felicità nella voce.

«Andiamo, allora».

Osservo Jason caricarsi Elia sulle spalle, ringraziandolo silenziosamente. Sono perfetti insieme. Potremmo essere perfetti tutti e tre se solo lui mi volesse.
Come ho fatto, per tutto questo tempo, a credere che il mio bambino potesse crescere senza un padre? E come faccio a pensare che Jason mi rivoglia di nuovo nella sua vita nonostante mi abbia già lasciata una volta?
Abbiamo fatto uno splendido bambino insieme, ma questo non basta a riavvicinarlo a me. Jason stravede per Elia e la cosa è più che reciproca. Sono contenta, perché lo vedo nei suoi occhi che non lo abbandonerà mai.
Ma io? Dove sono posizionata nel suo cuore? O almeno, ci sono? È davvero bastato un solo gesto a cancellare ogni suo sentimento?
È evidente che lo attraggo. Non ha fatto altro che guardarmi da quando sono arrivata e stava concludendo il tutto con un bacio. L'ho sentito nella mia cucina, ho sentito quanto mi voleva, ma l'attrazione fisica non ha niente a che vedere con i sentimenti. Possono essere due cose distinte e separate tra loro, ma che unite insieme, danno vita alla cosa più bella che ci possa essere.
E noi ce l'avevamo quella cosa, ma io - con il suo aiuto - l'ho distrutta, lasciando entrambi con niente. Ma condividiamo un bambino che farà in modo che le nostre vite viaggino sempre in due binari paralleli.

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